TIMIDO QUOTIDIANO

L’ardore dei timidi è l’opera prima del regista Antonio Vladimir Marino, sostenuta dalla Campania Film Commission: un racconto corale a cinque voci, in una provincia napoletana un po’ dimessa e quotidiana.

Nato da un articolo di giornale su un tentato suicidio sventato da un clochard, L’ardore dei timidi è un’opera prima firmata da Antonio Vladimir Marino, frutto di una piccola produzione in parte finanziata anche dalla Campania Film Commission. Con uno stile sommesso ma ironico, L’ardore dei timidi è un film corale, che interseca diverse storie nell’hinterland napoletano, rappresentato in una curiosa sospensione tra tragedia e boutade.

«Stavo leggendo un piccolo trafiletto di giornale. A Torino un barbone si lanciava nel fiume per salvare una ragazza sotto lo sguardo dei presenti. Fui molto colpito dalla potenza delle emozioni che poche righe riportavano: dalla volontà di morte alla volontà di salvezza. Il resto è osservazione di scene di vita in strada e nei mezzi pubblici», ha scritto Marino nelle sue note di regia, raccontando la sequenza iniziale del film. Queste poche parole sono sintomatiche di un atteggiamento registico generale, molto attento, forse troppo attento alla cronaca. Al netto di alcune intuizioni narrativamente calzanti, come il contrasto che c’è, nell’incipit, tra i passi di danza a vista mare di una donna e la sua scelta di morire annegata, la piacevolezza del film è in parte inficiata da un eccesso di quotidianità. Dall’altro lato, anche le scene più surreali, come la sequenza in cui tre donne vanno a caccia di prostituti inanellando una serie di incontri improbabili e sorprendenti, sembrano perdersi in un racconto non sempre a fuoco.

Nei momenti drammatici del film può ritornare alla mente, ma in chiave minore, il Guido Ceronetti del Tragico quotidiano; solo che Ceronetti era consapevole da un lato di quanto la quotidianità del dramma può portare all’assuefazione, dall’altro di quanto trarre una morale dalle vicende di tutti i giorni sia friabile, pericoloso. L’ardore dei timidi, invece, è un film che la morale ce l’ha già nel titolo.

«I timidi non sono sotto i riflettori, sono all’angolo dell’inquadratura, vivono un po’ fuori dal tempo, non fanno notizia, ma quando vengono colti dai loro ardori seminano dei germogli di vitalità che fanno ben sperare, e forse ci fanno ritrovare la rotta perduta». Nonostante la sua morale fin troppo chiara e fin troppo spicciola, L’ardore dei timidi ha occasionali insights esistenzialisti che in parte lo riscattano: «quando lo ha concepito ha pensato a cosa lo aspettava in questo mondo?», si chiede in un’intervista a un futuro papà, prima di un colpo di scena che calca un po’ troppo la mano sul grottesco per essere credibile.

Non è un affresco sociale e non è un’esplosione di originalità autoriale, ma nella sua coralità L’ardore dei timidi sa almeno in parte distinguersi dall’eccessivamente alto numero di opere prime e seconde ambientate nelle periferie di Roma o di Napoli. Pesano sulla fruizione complessiva dell’opera i limiti di budget, soprattutto sul versante della fotografia e della qualità dell’immagine. Quella delle opere prime in Italia è sempre una tematica delicata, costante sembra essere il rischio del compromesso artistico o produttivo – che nel caso de L’ardore dei timidi è particolarmente indistinguibile, dal momento che Antonio Vladimir Marino figura anche come produttore con la sua VladFilm. Un maggior budget e una maggiore densità di scrittura avrebbero certo giovato al film, potenziando la forza di alcune immagini: in questa forma, L’ardore dei timidi è una prova di regia decisamente parziale.

Titolo: L’ardore dei timidi
Regista: Antonio Vladimir Marino
Sceneggiatura: Antonio Vladimir Marino
Attori principali: Lia Gusein Zadè, Rosalba Di Girolamo, Federica Aiello, Emilio Vacca, Andrea Bruschi
Scenografia: Maria Luisa Parlavecchio
Fotografia: Antonio Iodice, Angelo Sorrentino, Gennaro Visciano, Rosario Cammarota
Montaggio: Alessandro Gatto
Costumi: Alessandra Gaudioso, Fabiana Amato, Maria Luisa Parlavecchio
Produzione: VladFilm con il sostegno della Campania Film Commission
Distribuzione: VladFilm
Durata: 117’
Genere: drammatico
Uscita: 2 maggio 2022