Make America Great Again

Recensione Civil War. Il regista britannico Alex Garland porta sullo schermo l’America del futuro prossimo dilaniata dalla guerra civile, realizzando un prodotto ambizioso e visivamente potente, per il primo film a grande budget della A24. Dal 18 Aprile al cinema.

Domanda: Cosa c’è di più americano, cinematograficamente parlando, del film di guerra? Risposta: Il road-movie. E se si aggiunge anche il nuovo filone della distopia il gioco è fatto, Civil War è tutto questo e altro.

Certo, di distopia se ne può parlare fino a un certo punto, in quanto la trama del film è più aderente alla realtà di quanto non si voglia credere. In una nazione dove i sostenitori del presidente sconfitto alle elezioni assaltano il simbolo del potere, ossia Capitol Hill, il Campidoglio, a Washington, per impedire la nomina del nuovo presidente eletto, come successo il 6 gennaio del 2021, perché non credere alla secessione da parte dell’Alleanza della Florida e della Lega di Texas e Arizona? Se a innescare la prima guerra di secessione Made in USA fu la questione (pretestuosa) attorno all’abolizione della schiavitù, qui non sappiamo il perché. Non interessa al regista, perché a interessarlo maggiormente è il discorso attorno alla guerra in generale e alle sue vittime, reso ancora più forte e straniante dall’essere ambientato nel paese simbolo della libertà e della democrazia. Per questo il punto di vista scelto è quello di un gruppo di giornalisti freelance e non embedded, cioè non al seguito di un esercito. A detta di Alex Garland questo film vuole essere un omaggio ai reporter di guerra.

A guidarci in questi Stati Uniti divisi, è quindi un gruppo di reporter freelance. Due fotografe e due giornalisti. Tre generazioni a confronto. Lee (Kirsten Dust) è una famosa fotografa di guerra, ormai totalmente corazzata contro l’orrore, disillusa verso il potere di testimonianza attiva della fotografia allo stato attuale. Joel (Wagner Moura) è un giornalista d’assalto, vive per l’adrenalina che solo una situazione del genere può dare. Obiettivo di Lee e Joel è arrivare a Washington per avere un colloquio con il Presidente, prima che sia troppo tardi, per lui soprattutto. A loro si aggiungeranno Sammy (Stephen McKinley Henderson), il giornalista anziano del gruppo, il saggio, che riesce ancora a riconoscere l’odore della morte (per loro fortuna) e Jessie (Cailee Spaeny), giovane fotografa che Lee cercherà inutilmente di bloccare nel suo avvicinamento alla fotografia di guerra, volendo preservare in lei quello che non è riuscita a fare con se stessa. Attraverseranno un’America in fiamme, in cui fare i conti con la perdita d’innocenza di una nazione, in preda a cecchini e mercenari, dove non basta essere giornalisti o stare dalla parte “giusta” della Storia per essere al sicuro. Questo succede in ogni guerra e questo succederà anche nel cuore degli Stati Uniti.

Il personaggio di Kirsten Dunst è quello su cui si focalizza il film, l’unico di cui sappiamo qualcosa in più sul suo passato, ed è un dichiarato omaggio alla fotografa statunitense Lee Miller, passata alla storia per le sue fotografie dei campi di concentramento di Dachau. Come Lee, anche Lee Miller fu perseguitata dal senso di impotenza, dai ricordi delle cose viste e fotografate durante la guerra e chissà se quella scena nella vasca, in cui si copre la faccia per dimenticare il sangue e le violenze fotografate in zone di guerra, non sia un omaggio alla sua celebre foto nella vasca da bagno di Hitler scattata da David Scherman.

L’esito della storia è presto detto e la parte finale dedicata all’assalto al Campidoglio è forte e potente, un crescendo visivo e sonoro, con delle scene che meritano un cinema ben attrezzato. Da un punto di vista narrativo il finale è scontato, o dovuto, con il passaggio di testimone tra una Lee, sempre più tormentata sul suo ruolo, quasi impaurita, e quello di Jessie, lanciata con la sua camera in prima linea. Le loro foto diventano il nostro punto di vista e sul finale risuona Dream Baby Dream dei Suicide, come a invitare Jessie a non perdere mai il fuoco che ha dentro, “Keep that flame burnin’ forever” .

Titolo: Civil War
Regia: Alex Garland
Sceneggiatura: Alex Garland
Attori: Kirsten Dunst, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Cailee Spaeny, Jesse Plemons, Nick Offeman, Sonoya Mizuno, Karl Glusman
Fotografia: Rob Hardy
Montaggio: Jake Roberts
Musica: Geoff Barrow, Ben Salisbury
Scenografia: Caty Maxey
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Produzione: A24, DNA Films
Genere: Azione, Drammatico
Durata: 109 min
Paese: Gran Bretagna, USA