VERSO L’INFINITO E OLTRE

«Quando lavori alla Pixar per dieci anni, ti viene donata una statuetta in bronzo davvero figa di Buzz Lightyear» racconta Lee Unkrich (Toy Story 2, Coco) nel documentario Oltre L’Infinito: Buzz e Il Viaggio verso Lightyear che trovate su Disney+. Questo perché quale personaggio migliore di Buzz per celebrare tradizione e innovazione, passato e futuro, di un ranger spaziale che abbiamo incontrato per la prima volta nel 1995, sotto forma di giocattolo in Toy Story, e che oggi impariamo a conoscere in una veste un po’ diversa, ovvero nei panni di chi ha fornito ispirazione per il giocattolo, in Lightyear – La Vera Storia di Buzz?

Di certo in casa Disney Pixar hanno particolarmente a cuore la frase tipica di Buzz, «Verso l’infinito e oltre!», perché è esattamente ciò che hanno fatto con il film animato diretto da Angus MacLane e con protagonista Chris Evans.

Come prima cosa, va riconosciuto che non era semplice trovare un’idea che potesse immediatamente giustificare il ritorno sullo schermo di un personaggio così amato, né capire come attingere a una mitologia cinematografica così iconica come quella di Toy Story, senza far sembrare il tutto una forzatura. Inoltre, bisogna sempre tenere a mente che, in casi come questi, non si può semplicemente riproporre ciò che è stato, nonostante il successo che possa aver avuto: si deve innovare, rivoluzionare, pur tenendo fede allo spirito dell’originale.

Ed è qui che entra in gioco la cornice del film: «ho sempre voluto fare una cosa del genere. Mi continuavo a chiedere cosa avrebbe potuto portare Andy e gli altri bambini a innamorarsi tanto di quel giocattolo» ha rivelato MacLane durante la conferenza stampa globale di Lightyear, aggiungendo che «doveva essere qualcosa di fantastico e semplice allo stesso tempo, e quindi… un fighissimo film Sci-Fi».

lightyear
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E gli appassionati del genere di fantascienza concorderanno nel dire che Lightyear rientra perfettamente in questa categoria, non solo ovviamente per la trama e l’ambientazione – Buzz e la sua squadra rimangono bloccati su un pianeta alieno, l’unico modo per tornare sulla Terra è trovare il giusto tipo di “carburante” per poter effettuare il viaggio di ritorno (ma non sarà così semplice) – ma anche per le numerosissime citazioni ai capolavori di genere e ai titoli più rinomati del panorama cinematografico, da Alien a Star Wars, inserendo intelligenti rimandi visivi e musicali all’iconografia anni ’70, ’80 e ‘90 in tutto il film.

Lo stesso Michael Giacchino, compositore della pellicola, ha infatti ammesso di aver tratto ispirazione «dai grandi titoli del passato ormai inveterate nella mia mente» per la colonna sonora. Svecchiare senza tradire, ecco cosa bisognava fare per poter catturare i cuori non solo degli appassionati di lunga data della saga di Toy Story (coloro che avevano probabilmente l’età di Andy quando tutto ebbe inizio), ma anche di un nuovo pubblico, si dovevano trovare gli elementi giusti.

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Elementi giusti, per esempio, come gli interpreti: a dare infatti la voce a Buzz nella versione del film in lingua originale è niente meno che Captain America in persona, la star del Marvel Cinematic Universe Chris Evans, nonché fan certificato di tutto ciò che ha sfornato negli anni la Casa di Topolino.

«Volevamo raccontare qualcosa di nuovo su Buzz, e per farlo ho cercato di trovare le sfumature nell’interpretazione che potessero caratterizzarlo come umano» ha spiegato l’attore sempre in sede di conferenza stampa. E la sua controparte italiana, Alberto Malanchino, ha accettato la stessa sfida: «Ho studiato tanto per renderlo simile in un qualche modo al Buzz di Massimo Dapporto [doppiator italianoe di Buzz in Toy Story, mentre è Tim Allen la storica voce di Buzz in lingua originale], che riusciva a rappresentare quel suo essere un astronauta perfetto e sempre operativo, ma anche i momenti in cui era più concitato, e allo stesso tempo risultare diverso, originale, un Buzz che si stacca dalla sua forma di giocattolo per diventare umano».

Per elementi giusti ci si può poi riferire anche ai nuovi personaggi: dalla simpaticissima ed esplosiva Darby al combinaguai Mo, all’autoritaria ma comprensiva Alisha, per non parlare della vera star della pellicola, il gatto robot Sox, che viene donato a Buzz come supporto psicologico durante la sua missione (scusaci Buzz, ma forse qualcuno qui riuscirà a batterti in popolarità, specialmente se pensiamo ai gadget che saranno ispirati al film). «Sox doveva essere una sorta di antitesi di Buzz, e si rifà a quel tipo di animatronica un po’ goffa dei primi tempi» ha commentato MacLane, riferendosi al buffo modo di muoversi del personaggio (che, tra l’altro, trova ispirazione anche nella maniera in cui si muovono i piccioni), mentre Evans ha aggiunto che «abbiamo tutti bisogno di sostegno emotivo, e la dinamica tra Buzz e Sox è davvero incredibile, la adoro».

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E per elementi giusti si deve, ovviamente, guardare anche al cuore di Lightyear, ai suoi temi: si deve, come dice anche Giacchino, iniziare dalle emozioni. Emozioni che ci guidano, e che governano il nostro essere e il nostro percorso nella vita. Così ci troviamo ad affrontare svariate questioni, come la paura di sbagliare, il peso delle responsabilità, il senso di solitudine, ma si va a toccare anche tematiche che un tempo potevano essere considerate taboo (specialmente nell’animazione) come le relazioni tra persone dello stesso sesso: «Penso che i bambini vedano la realtà così com’è. E quindi forse hanno meno bisogno di noi di essere educati rispetto a quello che è l’amore, perché non lo mettono in discussione» ha affermato Ester Elisha, la doppiatrice italiana del personaggio di Alisha. «Per fortuna la nostra società non è più quella in cui siamo cresciuti noi. I giovani di adesso li vedo estremamente consapevoli, forti nell’affermarsi per come sono, e alla costante ricerca di un’identità. Un percorso che tutti affrontiamo nell’arco della vita. E sono grata, dunque, a chi abbia protestato per far sì che questo tipo di rappresentazione potesse arrivare sullo schermo, perché ogni famiglia ha il diritto di essere rappresentata. Perché ci sono, esistono, e vedersi è importante, vedere che esisti non solo perché lo sai tu, ma perché anche gli altri ti vedono».

Lightyear – La Vera Storia di Buzz è dunque un film che attraverso il mezzo dell’animazione cerca di portare a termine una missione fondamentale, proprio come il suo protagonista. E proprio come Buzz e i suoi, non sempre riesce, non sempre ottiene il risultato migliore o più desiderabile (ravvisare un piccolo calo d’attenzione in alcuni momenti della pellicola, ad esempio, o faticare ad entrarvi in sintonia all’inizio potrebbe essere comprensibile), ma come loro trova il modo per compierla, per percorrere ancora la via di casa… Anche se può non somigliare all’idea che ci eravamo fatti di essa.

Titolo Originale Lightyear
Durata 100’
Regia Angus MacLane
Sceneggiatura Angus MacLane, Jason Headley
Con Chris Evans, Taika Waiti, Keke Palmer, Uzo Aduba, Dale Soules, Peter Sohn, Josh Brolin
Musiche Michael Giacchino
Montaggio Anthony Greenberg
Direttore della fotografia Jeremy Lasky, Ian Megibben
Prodotto da Pete Docter, Andrew Stanton, Galyn Susman
Una produzione Piuxar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Distribuito da The Walt Disney Company