Al festival Fuorinorma di Adriano Aprà vengono proposti e accostati due mediometraggi, il fantascientifico Gn-z11 di Saverio Corti e il rurale Bentu di Salvatore Mereu: due modalità antitetiche ma ugualmente sperimentali di approccio alla narrazione filmica.

È ormai giunto alla sua settima edizione Fuorinorma, il festival di Adriano Aprà dedicato alle nuove forme del cinema indipendente italiano: sotto questa definizione a ombrello, l’ormai ultraottantenne critico cinematografico ha accostato dal 2017 a oggi un gruppo cospicuo e decisamente eterogeneo di lungometraggi, cortometraggi e documentari, provenienti tanto da registi misconosciuti alle loro prime esperienze con la macchina da presa quanto da venerati maestri, sia pure a volte un po’ marginali, del cinema italiano. In corso presso gli spazi di Scena a Trastevere, nel pomeriggio del 4 aprile la settima edizione della rassegna ha proposto l’accostamento tra due mediometraggi, o meglio di un mediometraggio e di un quasi-lungo, molto diversi ma quasi convergenti in una comune ricerca sull’espansione delle possibilità narrative del mezzo filmico.

Il primo, Gn-z11, è un mediometraggio di poco più di mezz’ora calato in un contesto fantascientifico, diretto da Saverio Corti, giovane fotografo e regista milanese. Il secondo invece, presentato alle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, si intitola Bentu ed è la nuova fatica di Salvatore Mereu, regista sardo attivo sin dai primi anni duemila, il suo primo lavoro superiore all’ora dopo il monumentale Assandira del 2020.

L’accostamento tra Gn-z11 e Bentu è affascinante perché i lavori di Corti e di Mereu rappresentano le due polarità della narrazione filmica, per non dire della narrazione tout court: l’universale e il micrologico. Se è vero che soprattutto un regista come Mereu ha sempre aderito a quell’ideale tolstojano per cui se racconti del tuo paese racconti del mondo intero, Bentu è un’elegia minutissima e giocata tutta, essenzialmente, su due personaggi. Il primo è Raffaele, il maturo contadino, che ha raccolto un mucchio di grano che sarà la sua provvista di cibo per un anno intero e da giorni dorme in campagna, secondo le antiche tradizioni dei contadini sardi, in attesa che il vento arrivi e lo aiuti a separare finalmente i chicchi dalla paglia; l’unico che viene ogni giorno a trovarlo è il piccolo Angelino, sui dieci anni, che prega sempre più spesso Raffaele di prestargli la sua cavalla per provare il galoppo. Soffermandosi col suo sguardo sulle interazioni tra il vecchio e il giovane, in un rapporto più gestuale che verbale, Mereu narra una vicenda semplice, lineare ma non priva di drammaticità perché giocata tutta sull’elementale, su campi larghi che inquadrano la bellezza dei campi della Sardegna.
Di più difficile definizione è ciò di cui parla Gn-z11, certo più radicale ed ermetico. Il film, che prende il nome dal codice di classificazione scientifica di una delle galassie più lontane dalla Terra di tutto l’universo osservabile, prova a indagare come un’intelligenza proveniente da un altro pianeta possa percepire e osservare la presenza umana sulla Terra. Gn-z11 tecnicamente è un esperimento molto ben riuscito nell’indagare e dispiegare le possibilità espressive rappresentate dai droni, uno strumento ultimamente utilizzato in una maniera quantomeno acritica, senza che la sua diffusione su scala globale sia stata accompagnata da un’efficace riflessione sulle possibilità di espansione sintattica (che pure questa tecnologia inevitabilmente apporta alla grammatica dell’audiovisivo). Se è esplicito il riferimento a L’ignoto spazio profondo di Werner Herzog e ad altri film d’autore più o meno sperimentali che indagavano sull’estraneità di uno sguardo alieno, il senso profondo del film resta non particolarmente comunicativo né comunicabile: ma l’importanza di un festival come Fuorinorma sta anche nel dare spazio a queste visioni di confine, che radicalizzano e a volte esautorano il linguaggio filmico pur di esplorare possibilità ignorate dal cinema canonico.

Titolo: Bentu
Regista: Salvatore Mereu
Sceneggiatura: Salvatore Mereu
Attori principali: Peppuddu Cuccu, Giovanni Porcu
Scenografia: Luca Noce
Fotografia: Francesco Piras
Montaggio: Andrea Lotta, Salvatore Mereu
Costumi: Salvatore Aresu, Noemi Tronza
Produzione: Viacolvento
Distribuzione: Artex Film
Durata: 70’
Genere: drammatico, rurale
Uscita: 15 settembre 2022

Titolo: Gn-z11
Regista: Saverio Corti
Sceneggiatura: Saverio Corti
Fotografia: Saverio Corti
Montaggio: Domenico Buzzetti
Produzione: Saverio Corti/Bulk
Durata: 39’
Genere: sperimentale, fantascientifico
Uscita: 2021