Gelo del pubblico

Il Festival omaggia le sue stelle scomparse: Gemma e Fellini rivivono all’Auditorium, mentre iniziano le proiezioni dei film in gara e Manto Acuifero gela il pubblico.

La seconda giornata del Festival prende il via tra incontri istituzionali e le proiezioni dei primi film in concorso.
Questa giornata, favorita, probabilmente, dall’essere sabato, ha richiamato una maggiore affluenza di pubblico dentro e fuori l’Auditorium. Alle 9:30 ci ha pensato il ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, a “promuovere” una conferenza stampa per descrivere l’attuale panorama cinematografico italiano e le possibili strategie per migliorare sia in termini qualitativi che quantitativi il settore.
Sono esattamente 150 le pellicole presenti al Festival di Roma, tra le varie sezioni, e 18 i film in corsa per il Marc’Aurelio. Tra questi, tre sono italiani: Tir di Alberto Fasulo, Take Free di Guido Lombardi e I corpi estranei di Mirko Locatelli.
Il Festival, oltre a elogiare le sue star presenti sul famoso tappeto rosso, proprio in questa giornata, ha concesso un omaggio a due nomi che hanno reso grande il cinema italiano: Giuliano Gemma e Federico Fellini.
Per ricordare il primo, uno degli attori più apprezzati degli ultimi anni, il Festival ha proiettato Arrivano i Titani di Duccio Tessari e, alle ore 17, il documentario Giuliano Gemma. Un italiano nel mondo, realizzato dalla figlia Vera. Stesso doveroso ricordo è stato riservato anche a Federico Fellini, per il ventennale dalla scomparsa: il Csc-Cineteca Nazionale ha proposto il restauro digitale de Le tentazioni del Dottor Antonio, il celebre episodio del film collettivo Boccaccio ’70, preceduto dal cortometraggio di Antonello Sarno, Federico degli spiriti.
Ma, a concentrare su di sè le attenzioni di questa seconda giornata, è stato uno dei film in concorso, Manto Acuifero, proiettato alla Sala Sinopoli dell’Auditorium. Molto apprezzata da pubblico e fotografi la bella attrice, Tania Arredondo, protagonista della pellicola diretta da Michael Rowe. Manto Acuifero rappresenta un ritorno al grande schermo per il regista messicano, dopo il successo dell’opera prima Ano Bisiesto, vincitrice della Camera D’or a Cannes nel 2010. Manto Acuifero è il secondo film della Trilogia della solitudine. Tuttavia, il film alla sua prima proiezione in sala ha ricevuto timidi e gelidi applausi conditi da qualche dissenso.
Rowe ha portato in scena il dramma famigliare del divorzio, rendendolo asettico, inespressivo e privo di sentimento. La storia vede come protagonista Caro, una bimba di otto anni, incapace di accettare la separazione dei genitori e il nuovo compagno della mamma. Caro si rifugia in un proprio mondo fatto di foto, del suo amato giardino e di insetti (un mondo, che solo virtualmente la rende vicina al papà, un entomologo di professione), trovando in un pozzo presente in giardino un rifugio da una situazione così difficile da accettare. Il dramma dell’abbandono e della separazione non riesce a toccare le corde del cuore dello spettatore, che vive negli occhi e negli atteggiamenti di personaggi inetti e inespressivi un tragedia senza fine.

Festival Internazionale del Film di Roma 2013

Arrivano i Titani
di Duccio Tessari

Giuliano Gemma. Un italiano nel mondo
di Vera Gemma

Le tentazioni del Dottor Antonio (da Boccaccio ’70 di Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti)
di Federico Fellini

Titolo: Manto Acuifero (Il Pozzo)
Genere: Drammatico
Regista: Michael Rowe
Attori principali: Zaila Sofia Macias, Tania Arredondo, Arnoldo Picazzo
Durata: 79 minuti