Evoluzione e coerenza di una poetica musicale

Martedì 6 luglio, al festival di Villa Ada, il cantante veneto è tornato a raccontare i “margini” dei luoghi a cui appartiene in un nuovo album che parla di conflitti intimi, collettivi, universali e di esperimenti con la verità.

In occasione di una delle sessanta date del festival estivo romano Villa Ada Roma incontra il mondo, a tre anni dalla conclusione del suo progetto di ricerca artistico-musicale Le Luci della Centrale Elettrica, il cantautore Vasco Brondi ha presentato live il suo nuovo, atteso album, Paesaggio dopo la battaglia, il primo firmato col suo nome, uscito lo scorso 7 maggio.

Il titolo, che è lo stesso di uno dei dieci singoli che compongono l’album, sembra quasi anticipare il tema di quello di questa ventisettesima edizione del festival, La musica che cura: le difficoltà degli ultimi due anni non ostacolano il programma culturale, che vanta un’offerta eclettica e i migliori autori della scena contemporanea italiana indie e non solo.

È qui che si inserisce la figura camaleontica di Brondi, che nel corso della sua attività, a partire dal primo album del 2008, Canzoni da spiagga deturpata, seguito da Per ora noi la chiameremo felicità (2010), Costellazioni (2013) e Terra (2017), ha fatto di testi epistolari e associazioni intimistiche – alternate a riferimenti a non-luoghi ed elementi anonimi della città – la sua costante, un elemento riconoscibile e invariato, nonostante la sua crescita personale e artistica, sia dal punto di vista tecnico-musicale sia tematico, abbia fatto tanta strada.

Si potrebbe facilmente argomentare che, nonostante il cambio di nome, in Vasco ci siano sempre Le luci e che, di conseguenza, elementi ed emozioni dei singoli storici siano altrettanto facilmente rintracciabili nelle nuove canzoni. Al tempo stesso, proprio grazie alla citata evoluzione, in Brondi sembra che una nuova energia si sia potuta sostituire alla forza che caratterizzava i testi delle origini, dove gli arrangiamenti erano spogli e solamente pochi accordi accompagnavano parole e pensieri che hanno raccontato l’esperienza di più di una generazione.

L’evoluzione è naturale e, se l’underground ora è pop, cosa c’è di più autentico e normale di un alternative rock che parla di sé? Paesaggio dopo la battaglia racconta di piccoli e grandi conflitti, laddove all’originaria voglia di far guerra e cambiare le cose si sostituisce la volontà, semplicemente, di narrarle, cercando la pace e, soprattutto, la verità, come avviene nel singolo che dà il nome all’album.

Se de Le luci rimane la prospettiva intimistica di racconti che sanno parlare a chi sa ascoltare e che emozionano chi riesce a ritrovare in essi pezzi di sé, a cambiare sono i toni, che poco hanno del punk metropolitano arrabbiato dei primi album, e, soprattutto, a mutare sono i temi, che riflettono il contemporaneo in una tracklist scritta prima e durante il difficile periodo della pandemia e del lockdown.

Villa Ada Roma Incontra Il Mondo
presenta

Villa Ada Savoia
via Salaria, 265, Roma
6 luglio 2021

Vasco Brondi Live