Organicità e rammemorazione

Orfani del frontman Keith Flint, i Prodigy di Liam Howlett e Maxim ritornano sulle scene per un’estate di concerti, regalando all’Italia un ruolo di prestigio con due concerti. Dopo l’evento inaugurale di Milano, eccoli in scena a Padova. Questa la nostra testimonianza della serata

Alfieri della big beat e riferimento mondiale per l’elettronica tra gli anni Novanta e il primo decennio del nuovo millennio, i Prodigy rappresentano nell’immaginario collettivo, senza alcuna ombra di dubbio, uno dei gruppi più trasgressivi e radicali del panorama musicale commerciale. La loro sapienza creativa, unita all’intelligenza comunicativa, ha saputo creare un mix capace di lasciare il segno nel mondo musicale per quasi due decenni. Dal primo album Experience del 1992 fino a Invaders Must Die del 2009, il gruppo originario dell’Essex ha fatto scuola, deliziando le orecchie di generazioni di fan bisognosi di una musica tanto dura quanto efficace.

La storia del gruppo non termina però alla fine degli anni Dieci, ma segue successivamente un corso più rarefatto e meno incisivo: The Day Is My Enemy del 2015 e No Tourists del 2018 hanno saputo proporre infatti qualche brano particolarmente interessante ma nella globalità i due lavori sono apparsi inferiori rispetto ad altri opus rilasciati in precedenza. Ma vi è una data spartiacque nella parabola del gruppo ed è senza dubbio quella del 4 marzo del 2019 quando il corpo di Keith Flint fu trovato senza vita presso il suo domicilio. Un evento traumatico, giunto durante una pausa del loro ultimo tour promozionale. Molte parole sono state spese sull’evento e quelle che sono emerse più spesso evocavano la depressione celata dietro le smorfie e l’atteggiamento sempre provocatorio di Keith. Nessuna certificazione però che il mix letale di cocaina, codeina e alcool all’origine della sua morte fosse un’azione assunta come volontà d’arrestare i propri giorni. Con la scomparsa di questo leader carismatico, l’energia dei Prodigy ha subito un vero e proprio arresto, perdendo quella vitalità che ne aveva nutrito la storia fino a quel momento.

Nel 2022 il gruppo annuncia a sorpresa il ritorno sulle scene, per dieci selezionatissime date inglesi, in occasione della celebrazione dei venticinque anni del capolavoro The Fat of The Land. Questo minitour celebrativo deve aver invogliato i due compagni sopravvissuti Liam Howlett e Maxim a continuare l’avventura volgendo lo sguardo al futuro. Il 2023 si è aperto con una tournée europea e le due date italiane hanno fatto da apripista a questa nuova avventura concertistica. Dopo il primissimo show di mercoledì 17 maggio all’Alcatraz di Milano, il giorno successivo è stata la volta di Padova ad accogliere il mitico gruppo. L’attesa termina alle 22.24 quando i musicisti sfilano dinnanzi al pubblico assiepato nel Gran Teatro Geox fuori città: il primo a comparire è Leo Crabtree che prende immediatamente posto alla batteria, seguito da Rob Holliday che già imbraccia la sua chitarra. Maxim e Liam seguono a ruota dando il là alle danze. Le note taglienti di Breathe fanno fare un salto indietro nel tempo e proprio quest’oblio cronologico rappresenta il punto di partenza di una serata breve ma organica. Le immagini del video epocale del brano si depositano sulla visione di ogni spettatore presente e la richiesta perentoria esplicitata dall’imperativo ha il potere di far dissipare ogni mugolio di attesa.

Organico, dicevamo. Nessun dubbio che il concerto padovano (e quelli che seguiranno in questa stagione) rappresenti un’evocazione particolarmente riuscita della parabola di uno dei gruppi più ammirati e celebri degli ultimi trent’anni. Il set e l’encore rispondono a scelte ben precise e funzionano perfettamente. I settanta minuti (pausa compresa) sono sufficienti per celebrare, senza esaurire, il sound particolarmente unico dei Prodigy. Durante la serata sono stati presentati diciassette brani che hanno spaziato dal primo lavoro Experience (Everybody In The Place), fino all’ultima fatica del 2018, No Tourists (Need Some1, Light Up the Sky e We Live Forever), proponendo anche un inedito, Disrupt Ya Flow, breve scarica elettrica à l’ancienne nel pieno rispetto dei crismi prodigiani.

Evocativo e celebrativo, il concerto padovano ha sacrificato la generosità alla compattezza, proponendo una struttura quasi ineccepibile. E la dimostrazione di questo sentimento non è data solamente da ciò che era fisicamente presente sul palco del Gran Teatro Geox, ma anche dall’assenza. Il vuoto incolmabile lasciato dalla scomparsa di Keith Flint è rimasto tale deponendosi, en creux, proprio nel cuore della serata. Se il cantante-ballerino non era fisicamente presente in scena, durante l’esecuzione strettamente strumentale di Firestarter, brano che maggiormente lo ha consegnato all’immaginario collettivo, la sua inconfondibile sagoma è apparsa come epifania emozionale, tratteggiata da un laser verde che ne ha evocato tanto l’estetica quanto i movimenti. Il resto del gruppo ha assistito a questa invocazione dall’Oltretomba in silenzio e con rispetto, creando un momento di intensa comunione e di sensibile cordoglio. L’ologramma di Flint si è in seguito dissolto al termine del brano, lasciando un’irresoluta traccia del suo passaggio.

Maxim canta, balla, intesse il dialogo con il pubblico su toni provocatori e duri, ma i 56 anni iniziano a pesare e le numerose pause, unite alla brevità del concerto, potrebbero lasciare con l’amaro in bocca. Liam, dal canto suo, assicura l’evocazione perfetta del sound del gruppo, non sbagliando praticamente nulla. Rob e Leo curano la parte più rock del suono, rafforzando il materiale sonoro, ribadendo l’importanza della commistione rock del big beat. I problemi tecnici finali castrano una jouissance libidinica che si stava soddisfacendo senza intoppi e senza eccessi. La coda di Invaders Must Die subisce una drammatica interruzione tecnica e, nonostante i due tentativi ulteriori, il concerto non potrà riprendere e terminare come previsto. Ma al di là di questo gusto amaro liminale, quello che custodiamo di questa serata è la soddisfazione di una richiesta d’evocazione anacronistica, consci che l’epopea dei Prodigy sia effettivamente conclusa e consegnata alla storia come uno dei momenti più intensi dell’incontro tra rock ed elettronica.

Il concerto ha avuto luogo:
Gran Teatro Geox
via Tassinari, 1 – Padova
giovedì 18 maggio 2023

Zed Live ha presentato:
The Prodigy in concerto

Set
Breathe
Omen
Wild Frontier
Light Up The Sky
Climbatize
Everybody In The Place
Disrupt Ya Flow
Voodoo People
Firestarter
Roadblox
No Good (Start The Dance)
Their Law
Get Your Fight On
Need Some1
Smack My Bitch Up

Encore
Take Me To The Hospital
Invaders Must Die (interrotta)