Abbiamo seguito per voi:

  • Trouble No More – Film, Conferenza Stampa e Q&A

Giornata interamente dedicata a Michael Shannon (Animali Notturni, L’Uomo D’Acciao), che presenta il suo ultimo film Trouble No More, tributo a Bob Dylan in cui lui interpreta la parte di un predicatore.

 Alle 11, lunga fila davanti la Petrassi per la proiezione di Trouble No More, difficile da incasellare in una categoria: si alternano infatti live performance di un concerto di Dylan degli anni ’80, i cui video erano stati creduti persi fino a qualche tempo fa, e spezzoni di un sermone recitato da Michael Shannon, facendo riferimento al periodo in cui Dylan si convertì al Cristianesimo.

Purtroppo, nonostante l’intensità e la bravura di Shannon, e il brivido che possono dare filmati di esibizioni passate di un cantautore come Dylan, il prodotto è di dubbia riuscita, e anche in sala sono stati più gli sbadigli che gli applausi.

Al di là delle idee e delle credenze religiose dei singoli individui, che possono condividere o meno l’ideologia del predicatore, l’opera pecca di piattezza e lentezza, con segmenti musicali troppo lunghi, e sermoni che tutt’al più ricordano le prediche del Reverendo Camden di Settimo Cielo.

Ma siccome non ci piace criticare senza cognizione di causa (e siamo grandi fan di Michael), decidiamo di assistere alla conferenza stampa e al Q&A con lo stesso Shannon e la regista, Jennifer Lebeau, per cercare di capire la visione dietro la creazione.

“La predilezione per dei filmati più grezzi, con definizione più bassa, è assolutamente voluta. Sono state tagliate le parti in cui Dylan si rivolge al pubblico, per fare in modo che l’attenzione dello spettatore si riversasse tutta sulla musica. I sermoni sono stati scritti da Luc Sante, tenendo presente delle prediche reali, fatte nelle chiese d’America negli anni ‘60”.

Lebeau spiega come l’intenzione fosse quella di trasmettere intensità ed empatia, mantenendo però una certa leggerezza, e restando sempre fedeli alla realtà.

“Questo film dimostra come, anche solo osservandolo, Dylan fosse animato da questa sincerità e autenticità, da una forza interiore” ribadisce nel Q&A la regista.

Aggiunge Shannon: “Volevamo che fosse simile a una normale messa: in chiesa c’è il momento musicale, seguito dalla predica. Così è anche nel film.”

Michael, intanto, racconta della sua passione per la musica di Dylan: “Sono sempre stato un grande fan di Bob Dylan, e il mio primo concerto in assoluto fu il suo. Fu in occasione della Kentucky State Fair, dove sono cresciuto. La mia ammirazione per lui è andata solo crescendo con il tempo, ed è una fonte d’ispirazione per me.”

“Quando sono a teatro, dietro le quinte, prima di entrare in scena ascolto sempre della musica, solitamente la sua.”

Ci si sposta poi sulla figura del predicatore, a lungo discussa dagli ospiti.

“Credo che il predicatore fosse un uomo solo, e che questa solitudine lo accumuni a Bob in quel periodo della sua vita. Malgrado il sostegno della band, che credeva in lui, dovette affrontare molte critiche, di cui faticava a comprendere le ragioni.”

E continua Michael: “Credo inoltre che il predicatore stia semplicemente cercando di fare i conti con sé stesso e i suoi problemi, anche perché non vediamo mai la congregazione davanti a lui. Quello che dice, alla fine, non è nulla di nuovo o che non si sia già sentito prima. Ma il punto è: anche se è vero, tutto ciò continua a succedere. Quindi, se ne siamo consapevoli, perché permettiamo che accada ancora? Penso sia questo quello contro cui lui lotti.”

In conferenza stampa, viene chiesto a Shannon di fare un paragone tra Dylan, e uno dei ruoli da lui interpretati in passato: Elvis Presley.

“A mio parere, ci sono delle somiglianze tra i due. Tra queste, una profonda spiritualità, la ricerca continua di un significato più profondo della vita e la voglia di migliorarsi costantemente.”

E quanto pare, anche se non ci sono conferme ufficiali, Bob ha visto il film e lo ha molto gradito.

La sera, dopo l’anteprima dedicata al pubblico, si è tenuto un omaggio alla carriera di Michael, e riprendendo la formula utilizzata per gli incontri, vengono mostrate e commentate clip di alcuni dei suoi film più celebri: Onora il padre e la madre, Revolutionary Road e Animali notturni.