Abbiamo seguito per voi:

  • C’est La Vie!Prendila Come Viene (Film)
  • The Only Living Boy In New York (Film)
  • Please Stand By – Conferenza Stampa

Più breve la nostra permanenza in queste due giornate, ma portiamo comunque a casa un parco bottino.

La sera del 30 assistiamo alla proiezione con il pubblico e il cast di C’est La Vie! – Prendila Come Viene, commedia francese dei registi di Quasi amici, Eric Toledano e Olivier Nakache.

Il red carpet si popola di sposini felici in abiti da cerimonia, mentre calcano il tappeto il regista, Toledano, e una delle protagoniste, Eye Haidara (Implosion, Jailbirds), che interpreta la rigida, ma alquanto spassosa Adele.

Ma subito in sala, perché sta iniziando l film.

Il pubblico sembra gradire il tono leggero e frizzante della pellicola, questa volta dedicata, non a chi si sposa, ma a chi permette loro di farlo: il wedding planner e la sua crew.

Seppur risuonino risate incontrollate durate alcuni segmenti, C’est La Vie! è molto simile ad altre pellicole del genere, differenziandosi, in determinati momenti, per alcune trovate piuttosto geniali, ma fondamentalmente rimanendo ancorata ai clichè del genere.

Ad addolcire la pillola – comunque non molto amara di per sé – l’ottima prova degli attori coinvolti nel progetto, con un Jean-Pierre Bacri (Grand Froid, Quando meno te lo aspetti) semplicemente perfetto nel ruolo di Max, imprenditore stressato a capo della squadra, e un esilarante Jilles Lellouche (Point Blank, Mea Culpa) nei panni del cantante un po’ tamarro. Difficile non amare/odiare Pierre, lo sposo irritante, a cui da vita Benjamin Lavernhe (Radiostars, L’Odissea).

Davvero troppo poco utilizzata è invece Suzanne Clément (Mommy, Laurence Anyways).

Un film leggero e senza troppe pretese, adatto come chiusura di serata, specialmente dopo una carrellata di opere decisamente più impegnate come quella dei giorni precedenti.

La mattina del 31 apriamo invece la giornata con l’ultima fatica di Marc Webb (Gifted – Il Dono Del Talento, The Amazing Spider-Man), The Only Living Boy In New York.

Una visione piacevole e interessante – nonostante l’andamento lento della pellicola e un paio di personaggi dal discutibile appeal psicologico -, aiutata molto dalla fotografia, che cattura l’incanto del mutare delle stagioni nella Grande Mela, e dalle musiche.

La storia ruota intorno al personaggio di Thomas, un ragazzo intelligente che sostiene di condurre una vita noiosa, ma che cambierà presto idea… e atteggiamento.

Dei recenti accadimenti lo porteranno a rivalutare e ribaltare la sua situazione, scoprendo, nel mentre, che alla fin fine la vita riserva davvero parecchie sorprese.

Tra i produttori e interpreti del film c’è Jeff Bridges (Iron Man, Il Grinta), al fianco del giovane Callum Turner (War & Peace, Assassin’s Creed), Pierce Brosnan (La Morte Può Attendere, Mamma Mia!), Kate Beckinsale (Underworld, The Aviator) e Cynthia Nixon, la Miranda di Sex & The City.

Barcamenandosi con mutevole agilità tra drammi familiari, esistenziali, e problemi di cuore, l’opera di Webb forse non diverrà un piccolo cult come accadde per 500 Giorni Insieme, ma convince abbastanza da meritare un posto nelle nostre watchlist.

Ora di pranzo: panino al volo, e poi di nuovo al lavoro.

È Dakota Fanning (Push, La guerra dei mondi) la star internazionale di oggi, arrivata alla Festa per presentare, all’interno del palinsesto di Alice Nelle Città, il suo ultimo film, Please Stand By, mostrato questa mattina in anteprima alle scuole (nel pomeriggio ci sarà anche una Masterclass, sempre riservata ai ragazzi delle scuole).

Wendy (Fanning) è una ragazza autistica che vuole dimostrare alla sorella di sapersela cavare alla grande anche da sola.

Un giorno scappa di casa e decide di partire alla volta di Los Angeles per inseguire il suo sogno: diventare una sceneggiatrice.

La piccola sala Meeting ospita un ristretto gruppo di giornalisti e la giovane stella del cinema, insieme al regista e ai produttori del film, Ben Lewin (Lucky Break, Un pesce color rosa), Daniel Dubiecki (Juno, Jennifer’s Body) e Lara Alameddine (Money Monster – L’altra faccia del denaro, Cries From Syria).

I produttori ci spiegano la scelta di realizzare un film indipendente: “Per ogni film che scegliamo di produrre, creiamo un business plan in base alla storia che stiamo raccontando. Non facciamo un solo tipo di film, ma cerchiamo di rimanere, per quanto possibile, autentici e fedeli alla storia”. E aggiunge Lara: “Credo che ogni artista, quale che sia il suo ruolo, deve convivere con quello che crea. Quindi quando scegliamo cosa fare, dobbiamo amarlo davvero. E ogni volta ci chiediamo perché dovremmo fare quel determinato film, perché il pubblico dovrebbe guardarlo, se è stato già fatto in precedenza, e cosa possiamo trarne. Per quanto riguarda Please Stand By, Wendy rappresenta chiunque abbia affrontato delle sfide nella vita, ed è ciò che ci ha inspirato a fare questo film e renderlo indipendente, in modo da poterlo proteggere e lasciargli la libertà di essere quello che è”.

Attraverso le domande, iniziano poi a parlarci del personaggio di Wendy e della sua visione del mondo.

“È sempre una sfida interpretare un personaggio” dice Dakota.

“Nel caso di Wendy, l’essere autistica è solo una piccola parte della sua identità. Vediamo come questa difficoltà abbia ripercussioni sulla sua vita, ma anche come riesce a superarla e come vi si ribella. Amo questo aspetto.”

Continua: “Vediamo molte cose di lei: il suo amore per la scrittura, per Star Trek, il suo viaggio fino a Los Angeles per consegnare la sceneggiatura. Ho amato tutto questo e, pensando a lei, non l’ho vista come un personaggio affetto da autismo, ma semplicemente come Wendy”.

Rimanendo in tema Star Trek, ci spiegano come nella pellicola questo show funga da filtro per la protagonista: “Wendy ha difficoltà a relazionarsi con le persone e a capire il mondo che la circonda, cosi usa Star Trek per comprendere tutto ciò. Trova riscontro soprattutto nel personaggio di Spock, e Star Trek diviene il suo traduttore per il mondo.”

E conclude: “È un film che incoraggia a conquistare l’ignoto e a non lasciarsi spaventare da esso.”