Dal 30 ottobre nelle sale italiane Una folle passione, la nuova pellicola di Susanne Bier che, tratta dall’omonimo libro di Ron Rash, racconta di un amore troppo perfetto per essere duraturo. Perché anche dietro la perfezione ognuno di noi nasconde trascorsi, o lati del proprio carattere che, se lasciati liberi di insinuarsi, trascinano nella tragedia.

Entrambi giovani e bellissimi, passionali, intelligenti, non solo complici in amore ma anche negli affari: questo sono Serena e George, una coppia di giovani sposi che vive agiatamente tra le montagne del North Carolina, dove lui conduce l’attività di magnate del legno in un’America che attraversa il momento più buio della sua storia, la grande crisi del ’29. Da un lato un giovane e affascinante George (Bradley Cooper) che, nato nel lusso, decide di allontanarsi dalla città e di iniziare una vita imprenditoriale all’insegna della vita bucolica, tra caccia, pesca e falegnameria; dall’altra una giovane e bellissima Serena (Jennifer Lawrence) che, rimasta orfana da piccolissima di un padre che era un magnate dell’industria del legno, trova in George non solo l’uomo che l’accende, ma soprattutto la figura paterna che la protegge e la riscatta da una vita di solitudine e di emarginazione. Per questo motivo il loro rapporto è esplosivo, se non di più: entrambi hanno un carattere volitivo, deciso, quello che vogliono se lo prendono; soprattutto Serena che, non appena arriva nella proprietà del marito, inizia da subito a farsi rispettare, a farsi trattare alla pari degli altri uomini, se non addirittura come essere a loro superiore: è lei che sa consigliare come tagliare al meglio gli alberi evitando gli sprechi; è lei che impone l’addestramento di un’aquila per eliminare le vipere dal territorio; è lei che sa come bendare un braccio amputato evitando la morte per dissanguamento del povero malcapitato. Serena è un concentrato perfetto di tutte le caratteristiche migliori dell’uomo unite agli aspetti più belli della donna. Ma anche la perfezione ha i suoi limiti e, soprattutto, la natura non si fa domare: in tutta questa sfilza di aspetti meravigliosi c’è un dramma che sconvolge per sempre le loro vite, Serena non è in grado di dare un figlio a George, e quando scoprirà che lui ne ha già avuto uno da una relazione precedente, la trama inizierà a movimentarsi, e non che fosse paludosa fino a questo momento.

Il merito di questo film è quello di aver saputo rendere attuali delle tematiche umane, civili, politiche che, pur ambientate in un periodo storico “lontano”, riflettono benissimo molti aspetti della contemporaneità. George, con la sua impresa del legno sta disboscando un area boschiva preziosa e va avanti a suon di mazzette pur di avere campo libero laddove la legge lo impedirebbe; Serena, che impazzisce dopo l’aborto, è pronta a qualsiasi meschinità pur di liberarsi dell’ingombro che la fa sentire una donna inferiore; entrambi non hanno il minimo scrupolo nell’eliminare dal loro percorso chiunque intralci il loro cammino di successo e ricchezza. Il dramma della maternità negata è un contraccolpo davvero forte dopo tutta la prima ora in cui i due attori interpretano perfettamente la coppia che tutti vorremmo vivere. Peccato però che l’alchimia così perfetta che avevano creato in Il lato positivo qui non risplenda: gli attori sembrano avere del potenziale sprecato, come dei bellissimi cavalli da corsa fatti esibire ad una mostra d’esposizione. E peccato anche per il corollario di attori notevoli che gravitano intorno ai due protagonisti: dall’outsider della comunità interpretato dal bravissimo Rhys Ifans, a Buchanan un bravissimo David Dencik geloso di Serena non solo perché gli ruba lo statuto di consigliere di fiducia di George, ma soprattutto perché segretamente innamorato di lui; lo sceriffo Mc Dowell interpretato da un intenso Toby Jones, che lotta per tutto il tempo contro le ingiustizie e le corruzioni reiterate da George e compagnia. L’altro difetto che purtroppo compromette il film è la frammentarietà, ed è un peccato perché non solo la storia è coinvolgente e funziona (al netto di alcune trovate che si possono tranquillamente definire americanate senza mezze misure), ma anche la fotografia predispone positivamente lo spettatore, con le luci naturali e i colori freddi della montagna ma al tempo stesso caldi perché sembrano intessuti di vita vera. Nel montaggio purtroppo la regista spesso si perde dei segmanti, risultando approssimativa e dispersiva. In definitiva, lo scenario ideale per vederlo è quello di una domenica pomeriggio, sotto il piumone, quando fuori piove e ci si vuole consolare con una storia d’amore non troppo felice e un bel thè caldo tra le mani.

Titolo originale: Serena
Regia: Susanne Bier
Cast: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Rhys Ifans, David Dencik, Toby Jones, Ana Ularu
Produzione: 2929
Distribuzione: Eagle Pictures
dal 30 ottobre al cinema
Durata: 110′