La seconda parte del saggio di Alessio Atzeni solleva più di qualche dubbio.

Abbiamo esaminato, su Inthenet, le prime 174 pagine del libro, dedicate principalmente a Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Maestro indiscusso, dalla vita tumultuosa – ma non più di altri artisti coevi come racconta lo stesso Atzeni – che avrebbe inserito nei suoi quadri ben altro che prostitute, carrettieri e giovani ‘licenziosi’.

Nella seconda parte del saggio sono però altre le figure principali con le quali si confronta l’autore – Leonardo da Vinci, Botticelli e Michelangelo Buonarroti. Sul primo avevo già letto qualche anno fa un libro curioso, intitolato Leonardo Mago, di Enrico Groppali, che indagava anch’esso il cȏté esoterico/alchemico del genio rinascimentale e dava una interpretazione originale di alcune sue opere, quali l’Ultima cena e la Vergine delle rocce. Qui le ‘rivelazioni’ sono più che altro ‘suggestioni’ e se leggere il volto di Monna Lisa come quella di Leonardo non è nemmeno totalmente nuova, altre fanno sorgere maggiori dubbi – come quelle sulla testa di leone o sul Monte Sinai che sarebbero celati nel panorama del medesimo dipinto. Del resto, se è vero come dimostra Atzeni che è il cervello a vedere e non l’occhio (con un interessante esperimento che ho fatto io stessa e proposto ad altri per convalidarne la veridicità), è altrettanto indubbio che nelle rocce, nelle chiome degli alberi e nelle nuvole gli esseri umani hanno intravisto tutto e il contrario di tutto.

Ma proseguiamo. Da sottoscrivere l’interpretazione della fionda/fallo michelangiolesca nel celebre David, e a tutto tondo il ritratto del Maestro della Cappella Sistina (sebbene solo abbozzato), lascia più perplessi la sequela di capitoli dedicati a Botticelli, non solo perché è Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi a non emergere ma perché tutto il discorso sulla Primavera e la Nascita di Venere si ingarbuglia tra lettere ebraiche, genealogie familiari e rimandi a Cristoforo Colombo da cui è difficile districarsi. E seppure l’ultima teoria, ossia il finanziamento della spedizione nelle Americhe da parte dei Medici non sarebbe così ‘blasfema’ visto che le case reali chiedevano prestiti a banchieri in tutta Europa per finanziare le loro imprese ma anche, più ‘modestamente’, i loro capricci, e susciti quindi un certo interesse nello storico, l’essere la stessa immersa in un coacervo di rimandi altri non giova a dare coerenza al discorso.

Non solo. A un certo punto compare anche la figura di Raimondo di Sangro – che è appartenuto, però, davvero alla massoneria e a un’epoca completamente diversa (essendo vissuto in pieno Settecento) – e la disamina della Pudicizia, presente nella cappella Sansevero (dove si trova un capolavoro insuperabile come il Cristo velato), appare spuria e fuori contesto.

Anche la spiegazione delle varie lettere dell’alfabeto ebraico e del loro corrispettivo nei tarocchi aumenta la confusione, invece di chiarire i concetti e così, tra elementi fortemente disparati, si perde, ad esempio, l’acuta osservazione sulla posizione di Zefiro ed Euro nei due capolavori di Botticelli.

E ancora, ma non proseguiremo a lungo per non ammorbare i nostri lettori, il capitolo intitolato Perché non parli? sembra posizionato a caso, non ricollegandosi direttamente né a quello precedente né al successivo. Si ha vieppiù l’impressione di trovarsi di fronte a una serie di saggi cuciti insieme senza un’idea precisa delle fattezze reali del corpo da rivistire (se permettete anche a me un’allegoria).

Il saggio si chiude con il capitolo intitolato Il corpo d’oro che racconta un’esperienza epifanica dell’autore e che davvero risulta totalmente fuori contesto. Molto ricco di citazioni colte, il libro anche da questo punto di vista si apprezza più per i frammenti di ‘verità’ che non per una chiara esposizione di una tesi precisa. Sebbene quest’ultima si possa intravedere nel desiderio di Atzeni di farci guardare oltre la superficie delle opere d’arte per ricavarne significati e messaggi più o meno esoterici, il saggio, a misura sempre più dispersivo (e nulla scriviamo della parte dedicata ai ‘compagni di merende’ e al cosiddetto ‘mostro di Firenze’), si frammenta irrimediabilmente e manca di una chiusura (oltre che di qualche prova storica) che avvalli e suggelli le tante (troppe) teorie esposte.

I segreti nascosti nelle opere d’arte
di Alessio Atzeni
Diarkos Editore, 2023
416 pagine
Euro 19,00