L’approdo al rock della perfomer di pura plastica

Lunedì 21 giugno, la Cavea dell’Auditorium in maniera eretica ha ospitato l’esordio al rock di uno dei personaggi più istrionici e criticati dell’attuale scena musicale italiana: la regina M¥ss Keta.

Dopo un lungo periodo di chiusure forzate, è inutile ricordare come il mondo dello spettacolo – compreso ovviamente quello musicale legati ai live e ai concerti – abbia subito un contraccolpo che difficilmente gli consentirà di tornare alle condizioni pre-covid. Tuttavia, in questa fase di riaperture e di (timido e parziale) ritorno alla normalità, il mondo della musica potrà sfruttare quelli che in molti definiscono il “rimbalzo emotivo”, vale a dire la voglia sfrenata di tornare nelle arene pubbliche, nei concerti, a sudare con altri corpi, a ballare, a battere le mani dinanzi ai propri divi. Certo, tutto ciò dovrà accadere con una certa gradualità, ma il segnale è palese e, per quanto sia ancora straziante vedere palazzetti, auditorium e stadi con capienza limitata e gente distanziata per metri, i concerti riprogrammati nelle ultime settimane stanno riscontrando ottimi numeri e soprattutto l’entusiasmo incontenibile del pubblico.

Tra i luoghi della capitale che sono il fulcro della programmazione culturale e musicale, troviamo l’Auditorium Parco della Musica, tempio della musica classica ma che da vari anni ha aperto i battenti (soprattutto nella programmazione estiva all’aperto nella Cavea) alla scena contemporanea, alla musica rock e pop. Accade poi che proprio l’Auditorium accolga, nella programmazione dell’immediata riapertura estiva, un personaggio controverso che fa storcere sicuramente la bocca non solo e non tanto ai cultori della musica d’autore, ma persino agli amanti della popular music. Si tratta della regina dei club M¥ss Keta, performer di pura plastica, riplasmazione tutta milanese-italiana di Lady Gaga.

Se i club e le discoteche di tutta Italia restano chiusi, l’idea della cantante è stata quella di convertire alcuni dei suoi brani più celebri in formato rock: accanto all’istrionica performer, oltre al suo classico outfit parossistico, non tanto luci stroboscopiche e consolle, quanto una band di giovanissimi musicisti, i DCPM. Ne viene fuori il concerto andato in scena alla Cavea dell’Auditorium il 21 giugno scorso, un evento spigoloso, accattivante e intrigante, quanto spaesante. Dopo l’introduzione dell’ottima Whitemary, che sembra promettere un clima da dj set, il concerto di M¥ss Keta parte in formato rock; anzi, in senso ancora più specifico, le sonorità sono grezze in puro stile punk e post-punk, lontane da qualsiasi dimensione hi-tech e senza campionamenti elettronici.

Il concerto in questo formato funziona: le versioni di singoli del disco Paprika reggono nel nuovo arrangiamento chitarra, basso, batteria. D’altronde, la sessione ritmica è lineare, cadenzata, la chitarra è sufficiente per effetti che esprimono ancora maggiore dinamicità, la voce taglia il tessuto sonoro rock e tutta la situazione fa pensare alle band “rave rock” degli anni 80 e 90. Si potrebbe ballare, ma difficile con le norme vigenti; allora succede che il pubblico si muove sul posto e appena si alza arrivano gli steward, idem appena qualcuno tenta di spostarsi la mascherina dal volto. Questo clima militaresco cozza decisamente con l’atmosfera che questa musica sembrerebbe invogliare, tanto che un concerto del genere inizia puntuale alle 21.00 e alle 22.30 è tutto finito (orario in cui iniziano i rave e le serate nei luoghi classici frequentati dalla stessa M¥ss Keta). Il concerto, tra le altre cose, è diviso a metà: la prima parte con i DPCM che svolgono il ruolo molto diffuso sulla scena dance-pop internazionale, ossia il fatto che molte star della musica dance in tour preferiscono portarsi una vera band senza lasciare tutto al beat digitalizzato. C’è però da dire che la cosa migliore sarebbe evitare l’aut-aut: un buon arrangiamento rock potrebbe giovarsi di una consolle e dei sample elettronici. Tanto che, un’altra metà del concerto diventa M¥ss Keta che canta su una base: situazione che non ha molto senso nella Cavea dell’Auditorium.

M¥ss Keta è puro personaggio senza persona: immagine e icona, vive nei social e nella sfera massmediale prima ancora che fisicamente, in pochi conoscono il suo vero volto e il suo vero nome. Sarebbe dovuta essere un’artista perfettamente a suo agio nell’assurdo anno trascorso tra webinar, distanziamento e fantasmi digitali, ma è stato evidente da parte sua una voglia folle di tornare ai corpi e alla fisicità pura, una fisicità che solo la musica rock può incarnare al meglio.

Il concerto è andato in scena
Auditorium Parco della Musica – Cavea
Viale Pietro de Coubertin, 30

M¥SS KETA & DPCM