Un bilancio tutto in positivo per la 51° edizione del Festival dei Popoli. La rassegna si è conclusa ieri con la premiazione dei film in concorso e la successiva proiezione di David Wants To Fly, di David Sieveking (2010), omaggio all’opera di David Lynch e viaggio alla scoperta della Lynch Foundation.

Cinque i membri della giuria ufficiale: i registi Michelangelo Frammartino e Lech Kowalski, il direttore del Cinéma du Réel Javier Packer- Comyn, la produttrice svizzera Tiziana Soudani e Aliona Shumakova, consulente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

A Cuchillo de Palo (Spagna, 2010) di Renate Costa è stato assegnato il Premio dei Popoli di 10.000 euro al miglior Documentario.“Questo film riesce a portare avanti un’indagine nella storia familiare della regista e al tempo stesso nella memoria della repressione operata dalla dittatura di Stroessner in Paraguay. Evitando di cadere nella trappola del genere ci offre un film profondamente onesto, personale, politico e femminista”. Così la giuria motiva la scelta dell’analisi che la regista ha portato avanti sui trascorsi della storia paraguayana e sulle contraddizioni della sua società a partire dalla figura dello zio Rodolfo, dissidente del regime torturato e abbandonato.

Il Premio dei Popoli alla miglior Regia (5.000 euro, in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo) è stato assegnato a Sylvain L’Esperance con Interieurs Du Delta (Canada, 2009) con la seguente motivazione: “In Interieurs du Delta la presenza di Sylvain L’Espérance è ferma e rispettosa. Il regista permette ai suoi soggetti di esprimersi e nel farlo ci mostra come essi non siano alla periferia della società ma al centro della crisi che investe il mondo”.

Foreign Parts (USA, 2010) di Véréna Paravel e J. P. Sniadecki si è invece aggiudicato la Targa Gian Paolo Paoli per il miglior film etnografico antropologico. Gli autori hanno messo in luce la realtà di un’area emarginata e ignorata del Queens, fonte di impiego e sopravvivenza per molte persone e adesso a rischio di smantellamento. Il premio giunge, secondo la giuria,“per il coraggio di mettere in discussione l’approccio tradizionale della ricerca antropologica scegliendo gli Stati Uniti come oggetto dell’indagine: l’umanità disperata che abita il cimitero d’auto di Willets Point incarna i conflitti del sogno americano”.

L’ambito Premio dei Popoli al miglior Cortometraggio, di 2.500 euro, è toccato a Cotonov Vanished di Andreas Fontana (Svizzera, 2009) con la seguente motivazione: “Se un marziano vedesse questo corto riuscirebbe a capire la Terra molto meglio”. Il film segue le tracce dell’inspiegabile scomparsa dell’interprete russo Cotonov dopo un incontro a Ginevra tra Gorbaciov e Reagan. Indagine aperta e insoluta che riflette in profondità sulla natura e la verità dei documenti ufficiali e dell’immagine stessa.

Si Yo Fuera Tù, Me Guastarìan Los Cicatriz, di Jorge Tur Moltó (Spagna, 2010), è stato premiato con una menzione speciale in quanto “La storia del Punk a Vitoria o New York, Londra, L.A., Parigi, Montreal ha le stesse radici, le stesse motivazioni, lo stesso spirito e questo film è l’unico nella storia del cinema Punk che in modo conciso e in maniera Punk riesce ad illustrare la radicale irriverenza del movimento”.

A Maye Et Fils di David Mave (Svizzera, 2010) è stato assegnato il Premio Lorenzo d’Medici, da parte di una giuria di studenti internazionali assieme ad alcuni studenti dell’Università di Firenze. Il film di Mave l’ha meritato “per la capacità di mostrare tre generazioni a confronto attraverso uno sguardo umano e commosso, rendendo universali tematiche private e familiari”.

Due, infine, i vincitori del Premio Selezione CINEMA. DOC Firenze che permette l’inserimento dei film nell’omonimo circuito: This is My Land…Hebron di Giulia Amati e Stephen Natason (Italia, 2010) e Left By The Ship di Emma Rossi Landi e Alberto Vendemmiati (Italia/Usa/Finlandia, 2010). Il primo documenta la lotta instancabile, crudele e intestina che avvelena il medioriente fin dentro gli animi delle persone e i conflitti esacerbati della loro quotidianità. Il secondo racconta le difficili storie di quattro amerasiatici, nati dagli incontri fugaci tra i militari di una base navale statunitense e le ragazze filippine di Subic Bay, costrette a prostituirsi e abbandonate alle loro sorti.

Tutti i film premiati sono stati nuovamente proiettati al Cinema Spazio Uno a partire dalle 22.30.