Fonte: Corriere.it

A chi devo dire bravo? Immagi­no a Giorgio Gori. È lui il produttore di questo riusci­tissimo programma. Mi sento quasi in colpa di non aver seguito le edi­zioni precedenti. Quest’anno inve­ce, grazie a uno dei magnifici tre, mi riferisco ai giudici naturalmen­te, di cui proprio con uno di loro, avendo anche dei rapporti «molto ravvicinati», ho avuto modo di ana­lizzare non tanto il Factore di que­sta x, così estranea alla diroccata Rai di oggi, ma quanto invece, io ne fossi coinvolto e, soprattutto i moti­vi per cui non posso annoiarmi.

Una vera sorpresa come un ful­mine a ciel sereno, se pensiamo che nel panorama musicale, non so­lo della Rai ma anche di Mediaset, non esiste una trasmissione specia­lizzata sulla musica. E quando dico specializzata, significa dire che se un cantante, grande o piccolo che sia, volesse promuovere il suo di­sco, non può andare da Pippo Bau­do a «Domenica in» o a «Domeni­ca 5» o «Quelli che il calcio», per­ché vorrebbe dire SUICIDARSI lui e tutta la sua famiglia. Chi guarda «Quelli che il calcio», senza nulla togliere al programma e alla simpa­tica Simona, non gliene frega nien­te del tuo disco in uscita. Per cui, tu cantante, che non hai niente a che vedere col calcio, sei un disturbo per quelli che amano lo sport. Mi dirai «e allora dove vado?…». Devi andare nell’unico posto dove vera­mente sarai ascoltato per quello che fai. E questo posto oggi, è «X Factor».

Non solo perché è un program­ma specifico sulla musica, ma so­prattutto per come è ben congenia­to. Bella la regia, le scenografie, i trailer, il montaggio di come la pun­tata viene intercalata con i pezzi fuori onda, le prove, la preziosa as­sistenza dei vocal coach, i confes­sionali sempre interessanti e mai noiosi e poi… Ci sono loro. I Giudici. I veri prota­gonisti di questo spumeggiante spettacolo coadiuvati dalla forza mo­trice di Francesco Facchinetti. «I quattro cavalieri della tavola musica­le» uniti nel «tutti per uno e uno per tutti» e «tutti contro tutti». Pur di realizzare, non solo il sogno di quel «NESSUNO» che un giorno sa­rà il vincitore, ma anche di quei «bravi» giovani che sono stati elimi­nati.

Ciò che fa la differenza, rispet­to ad altre gare, compresa quella di Sanremo, è proprio questa gara su due fronti: quella dei cantanti e quella dei giudici. Anche se a mio parere e parlo di tutti e TRE, non sempre quando difendono i loro protetti riescono ad essere obbietti­vi fino in fondo. Ma è comprensibi­le. La bugia detta su una esibizione non riuscita, spesso ha la funzione di dover tener conto le volte che in­vece è stata perfetta. Rimane co­munque il fatto che Facchinetti non ha torto nel richiamare il bel Mor­gan, che io ammiro, come anche la simpatica Mara, quando nel dover decidere la sorte del cantante dico­no: «Tu hai migliorato molto, ora sei perfetta per essere eliminata. Vattene e non farti più vedere scia­gurata che non sei altro!…».

Non avendo visto le edizioni pre­cedenti, devo però dire che la for­mazione dei giudici com’è adesso, mi appare straordinaria. Non pen­savo, per esempio, che Claudia do­po tanti anni lontana dalle scene, recuperasse così in fretta, fin dalla prima puntata, una padronanza sce­nica che, non lo nego, ha spiazzato anche me, specialmente quando ha eliminato uno dei suoi cantanti. Mi sbaglierò ma la x dei «quattro cavalieri» credo sia la cosa più inte­ressante che ho visto da quando la Rai ha iniziato il suo devastante de­clino. Il cui unico ob­biettivo è tagliare le spese. A chi? Alle co­se che funzionano na­turalmente. Si parla già di eliminare il day time serale perché ri­tenuto una spesa inu­tile.

Atteggiamento, questo della Rai, per­fettamente in linea con quelle madri che buttano i figli nella spazzatura. E allora che cosa farsene di un Ruffini, direttore di Raitre la cui unica colpa è stata quella di saper coniugare qualità e grandi ascolti? Lo si manda via. Altrimenti la rete migliora e la Rai non sprofonda… E già che ci siamo si manda via an­che Del Noce, l’uomo che durante la sua direzione sulla prima rete ha totalizzato il più alto record di ascolti. E pensare che a volte sono proprio le piccole leve che smuovo­no e rimettono in moto i grandi meccanismi. E una di queste leve è proprio «X Factor». E se posso permettermi un pro­nostico su chi sarà il vincitore di questa edizione, credo che la dispu­ta finale sul campo, si svolgerà con un clamoroso testa a testa fra Giu­liano da una parte, e tutti gli altri dall’altra…