A Pescara, una mostra documentaria e iconografica dal titolo Finale aperto: Ugo Gregoretti, dedicata allo storico autore, regista e attore, all’interno del Flaiano Film Festival.

Regista cinematografico e teatrale, autore televisivo, sceneggiatore e molto altro: poliedrico è il primo aggettivo che viene in mente pensando a Ugo Gregoretti, ma non è abbastanza. La mostra documentaria e iconografica allestita in suo onore presso il Mediamuseum descrive il percorso lavorativo del maestro romano nel corso degli anni e ne esalta il suo pensiero creativo, originale e precursore.

L’associazione con il suo amico Flaiano viene spontanea; per questo la Fondazione Tiboni ha deciso di aprire il suo Festival più importante con una personale su Gregoretti, uno dei più autorevoli membri della giuria del Premi Flaiano, nonché vincitore del Pegaso d’oro alla carriera nel 1992.

L’allestimento si articola in cinque sezioni e fin dalla prima sala, si rimane immediatamente colpiti dalla ricchezza di materiali dedicati all’attività di regista cinematografico e teatrale, realizzando come queste due forme d’arte siano le predilette dal maestro che – nonostante abbia raggiunto la fama popolare attraverso alcuni programmi televisivi – vanta un curriculum da regista decisamente amplio.

Nelle sale è possibile vedere la locandina del programma de Il teatro dei classici riscritti (1985), spettacoli messi in scena nell’ambito della rassegna diretta e fondata dal regista Benevento Città Spettacolo, nella quale era inserito I Figli di Iorio, una rappresentazione realizzata giustapponendo i testi della tragedia di D’Annunzio La Figlia di Iorio e della relativa farsa di Scarpetta Il Figlio di Iorio.

L’interesse di Gregoretti per D’Annunzio è dimostrato da un altro documento originale: il notiziario toponomastico della città di Torino del 1986, nel quale viene data notizia dell’intitolazione di una strada della città a Gabriele d’Annunzio e alla cui cerimonia ufficiale a Gregoretti – in qualità di direttore del Teatro Stabile di Torino – fu affidato il compito di ricordare la figura dello scrittore pescarese.

Fra le cose più originali c’è una pagina dattiloscritta della Raccomandazione dei comici, la stessa che Amleto – nell’omonima tragedia di Shakespeare – fa agli attori prima di andare in scena; Gregoretti l’attualizzò e la consegnò alla compagnia che interpretò la sua prima regia teatrale: Il Bugiardo di Carlo Goldoni che andò in scena al Teatro Stabile di Genova nel 1979 ed ebbe come protagonista Gigi Proietti.

Il viaggio continua con altri documenti di particolare pregio, quali una serie di articoli apparsi su La Repubblica e La Nazione dell’ottobre1988 relativi all’abbandono, alla vigilia della prima, da parte di Walter Chiari della compagnia del Teatro Stabile di Torino e dello spettacolo Re Ubù di Alfred Jarry, per la regia di Ugo Gregoretti e Franco Gervasio, dove l’attore avrebbe dovuto interpretare la parte del protagonista.

Inoltre, ad arricchire la mostra, appunti e foto di scene di spettacoli quali: Il Divorzio di Vittorio Alfieri, del quale Ugo Gregoretti curò la regia nel 2001, e dove figurava anche come attore; Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo; la scaletta autografa di Una favola per caso, spettacolo rivolto ai bambini che narrava di un convegno di personaggi delle favole che si incontravano nel campo di Bomazzo; i testi annotati e chiosati utilizzati per la redazione del copione e la messa in scena di Agriteatro vegetale e Agriteatro animale; i bozzetti dei costumi realizzati da Mariolina Bono per lo spettacolo Il mandarino meraviglioso di Ubaldo Soddu; la lettera del febbraio 1991 di Giorgio Gaber, allora direttore del Teatro Stabile del Veneto, nella quale si annunciava la proiezione al teatro Goldoni di Venezia del film dello stesso Gregoretti Maggio Musicale(1990).

Oltre alla mostra, il festival Flaiano ha voluto dedicare anche una sezione della rassegna al maestro Gregoretti, con una serie di proiezioni dirette dallo stesso: Controfagotto (1961), uno dei suoi episodi de Il Carosello nel quale fece recitare i suoi figli, La Folgorazione letteraria (1960), RoGoPag (1963), nel quale condivise la regia con Roberto Rosselini, Jean-Luc Godard e Pier Paolo Pasolini.

È noto che gli italiani siano maestri della raccomandazioni, ma, a volta, fanno davvero “centro”: «Questa mostra per me è il riconoscimento di tutto il lavoro di una vita. Divertire per divertirsi: è questo lo spirito con cui ho sempre lavorato. Lo ammetto, entrai in Rai nel 1953 con una clamorosa raccomandazione, ma con Vittorio Veltroni inventammo un nuovo modello televisivo che ci fece guadagnare persino il rispetto dell’austera Bbc» (Ugo Gregoretti, in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione).

Finale aperto: Ugo Gregoretti
Mostra allestita dalla Fondazione Tiboni nei locali in occasione di

Flaiano Festival 38°Edizione
8 giugno – 8 luglio 2011
MediaMuseum
Piazza E. Alessandrini, 34
Pescara
Cinema Massimo
Via Caduta del forte, 15
Pescara