Le lunghe notti del Festival Lumière

Il Festival Lumière si è chiuso domenica 20 ottobre con un’ultima grande giornata di cinema. Il bilancio di quest’anno è nettamente positivo e Persinsala saluta questa rassegna con la terza parte dell’articolo dedicato al festival. Dandovi appuntamento al 2014.

Moltissimi sono stati i grandi nomi che hanno presenziato nella settimana lionese del cinema. Jean-Paul Belmondo ha voluto esserci e, nonostante i postumi dell’ischemia che lo ha colpito nel 2001 e il peso dei suoi ottant’anni, l’attore francese è apparso sorridente ed emozionato. Quentin Tarantino lo ha omaggiato nella serata di apertura con un intenso discorso che è terminato con la frase «Belmondo non è solo un nome nella storia del cinema. È un verbo!». Una piccola retrospettiva di film che hanno segnato un’epoca ha accolto il grande attore. Sono stati, infatti, presentati film come Lo spione (1962) di Jean-Pierre Melville, Quando torna l’inverno (1962) e Centomila dollari al sole (1964) di Henri Verneuil, l’anarchico e straordinario Il bandito delle undici (1965), di Jean-Luc Godard, L’uomo di Honk Kong (1965) di Philippe de Broca e il più recente Una vita non basta (1988) di Claude Lelouch.

Importante è stata anche la presenza dell’attore comico e regista Pierre Richard (Alto biondo e… con 6 matti intorno (1972) dello stesso Richard, Alto biondo e… con una scarpa nera (1972) di Yves Robert) o di Françoise Fabian (La mia notte con Maud (1969) di Eric Rohmer).
La rassegna ha visto la presenza di altri invitati speciali come il produttore e regista James B. Harris, il responsabile dei restauri cinematografici della Columbia Grover Crisp, e il regista e attore americano Tim Roth (che ha riproposto il suo Zona di guerra del 1999).

A queste serate di invitati speciali, si sono affiancati anche momenti intrisi di nostalgia e di ricordo, come l’incontro Maurice Jarre, par Jean-Michel Jarre dove il musicista francese ha ripercorso, per la prima volta davanti a un pubblico, l’importante carriera del padre compositore; o Souvenir de Christine Pascal, una dedica particolare che il Festival Lumière ha voluto fare alla carriera dell’attrice, sceneggiatrice e attrice francese.
L’omaggio al produttore Daniel Toscan si è materializzato nella riproposizione di un film di Federico Fellini, E la nave va (1983), un sogno sul cinema e sulle cause della prima guerra mondiale, sapientemente mescolate alla musica e all’opera lirica. Un omaggio anche al grande regista italiano che ha visto la sua quasi naturale continuazione nell’anteprima mondiale del film-documentario di Ettore Scola Che strano chiamarsi Federico! (2013).

Un addio romantico e dovuto all’attrice nîmoise Bernadette Lafont (Alla bella Serafina piaceva far l’amore sera e mattina, 1969, di Nelly Kaplan), scomparsa qualche settimana fa.

E se l’addio al cinema da parte di Hayao Miyazaki ha provocato molto rumore nel settore, il festival si è limitato a proporre una breve rassegna che festeggia i venticinque anni di attività dello Studio Ghibli, la casa di produzione giapponese fondata dallo stesso Miyazaki e da Isao Takahata. Sono stati riproposti Una tomba per le lucciole (1988) di Takahata, e i film d’animazione diretti da Miyazaki Il mio vicino Totoro (1988), Princess Mononoke (1997) e il recentissimo Si alza il vento (2013), presentato in anteprima alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

E anche quest’anno non è mancato uno degli eventi chiave del Festival: la Nuit Cinéma. Dopo le Notti dedicate alla commedia americana, alla fantascienza e alla musica, quest’anno la direzione del festival ha voluto ripercorrere la straordinaria ascesa dei Monty Python, gruppo di comici inglesi divenuti rapidamente il riferimento irrinunciabile per tutta la comicità, e non solo di area anglo-sassone. Una notte lunga (dalle ore 21.00 fino alle 6.00 di mattino), piena di sorprese e priva di momenti di pausa. La Nuit Monty Python è stata introdotta da Alexandre Astier, noto comico francese, star della serie Kaamelott, che ha voluto omaggiare l’ensemble inglese con un breve programma totalmente pythoniano (conclusosi con una “Disable silly walk”, un’uscita di scena che riprende uno dei loro sketch più famosi) che ha messo il pubblico nel giusto mood. Durante l’interminabile serata è stata proiettata l’integralità dei film dei Monty Python (E ora qualcosa di completamente diverso (1971) di Ian MacNaughton, Monty Python e il Sacro Graal (1975) di Terry Gilliam e Terry Jones, Brian di Nazareth (1979) di Terry Jones, Monty Python – Il senso della vita (1983) di Terry Gilliam e Terry Jones, oltre a una serie di rarità scovate nel loro repertorio.

Un’ultima menzione la merita la proiezione, in anteprima mondiale, dell’ultimo film di Nicolas Vanier, Belle et Sébastien, che riprende le novelle originali di Cécile Aubry del 1965. Un film emozionante, dedicato tanto al pubblico giovane quanto a quello adulto.

In conclusione, possiamo dire che è stato un festival ricco, capace di catalizzare l’attenzione su storie diverse e di mettere in relazione e in risonanza mondi agli antipodi. Il risultato? Un riuscito omaggio al cinema e alla città che lo ha visto nascere, che marca un momento importante nel calendario cinematografico internazionale.

Vive le cinéma et à l’année prochaine!

Le Festival Lumière s’achève et le résultat est sans aucun doute très positif. L’Institut Lumière et la ville de Lyon ont rendu hommage au cinéma et à son histoire qui est très présente dans les rues et dans l’ADN de la ville. Nous avons vu défiler Quentin Tarantino, Jean-Paul Belmondo, Bertrand Tavernier, Max von Sydow, Tim Roth, Michael Cimino, Ettore Scola et beaucoup d’autres ces jours-ci au festival. Un véritable événement, une fête du 7ème art qui rend justice à la patrie du cinéma.
A l’année prochaine !

Il festival ha avuto luogo:
sedi varie – Lione (Francia)
dal 14 al 20 ottobre 2013

L’Institut Lumière di Lione presenta
Festival Lumière 2013
info e programma www.festival-lumiere.org