Abbiamo seguito per voi:
Last Flag Flying (Film)
Mazinga Z Infinity (Conferenza Stampa)
Stronger (Conferenza Stampa)
– Red Carpet: Fiorello

Questa terza giornata sembra portare avanti il discorso sui combattenti e sugli eroi, inaugurato solo poche ore prima da un loquacissimo Dolan e dall’anteprima di Stronger.

Prima tappa della mattinata: Last Flag Flying di Richard Linklater (Boyhood, School of Rock).

Graffiante, toccante, riflessivo, rivelatore.

La roadtrip di cui sono protagonisti i reduci di guerra del Vietnam Bryan Cranston (Trumbo, Breaking Bad), Steve Carell (La Battaglia dei Sessi, Crazy, Stupid, Love) e Lawrence Fishburne (L’Uomo d’Acciaio, Matrix) è in realtà un’occasione per trattare, in modo molto limpido e sagace, questioni di una certa gravità.

Attraverso il loro travaglio personale – in particolare quello di Larry, che ha perduto il figlio, arruolatosi anch’egli nell’esercito in occasione della guerra in Iraq – siamo tutti portati a confrontare i nostri demoni interiori e a porci domande sulla giustizia, la libertà, e su cosa significhi davvero essere degli eroi.

In un’opera che punta chiaramente sui dialoghi per trasmettere il suo messaggio, riscontriamo finezze tecniche non estranee a Linklater, e che incorniciano perfettamente la storia.

Il film, adattamento dell’omonimo libro di Darryl Ponicsan, cattura l’attenzione dello spettatore fin dai primi minuti, merito anche e soprattutto del carismatico Sal/Cranston, che non ci stupirebbe trovare in lizza per qualche premio nella imminente Awards Season.

A seguire, la conferenza stampa di Mazinga Z Infinity, presentato in anteprima mondiale qui a Roma dal suo creatore, Gō Nagai, il rappresentante della Toei Animation, Yu Kanemaru, e il co-produttore del lungometraggio, Ichinao Nagai.

Nagai racconta di come lo abbia sorpreso il successo internazionale di Mazinga – pensato, inizialmente, soprattutto per il pubblico giapponese – e di quanto nella cosa lo sa lo abbia fatto felice.

I personaggi del suo manga/anime sono ormai cresciuti, e con essi i temi affrontati, rimanendo però identici nella loro essenza: “La semplicità della lotta tra il bene e il male rimane centrale”, dice.

Quando lo interrogano su nuovi progetti inerenti la sua più celebre creazione, Nagai si mostra decisamente positivo: esprime addirittura la volontà di esaudire una richiesta che molti gli hanno rivolto, e creare qualcosa alla stregua degli Avengers, mettendo insieme altri suoi personaggi.

Chissà se avremo l’occasione di vedere questo desiderio farsi realtà.

Ore 14.30, Conferenza Stampa di Stronger.

L’entusiasmo in sala è palpabile: stanno per entrare Jake Gyllenhaal, attore e produttore del film, e Jeff Bauman, autore – nonché protagonista – del libro da cui è stata tratta la pellicola.

I due si accomodano, e si inizia subito con Jeff e Jake che raccontano come ha preso vita il progetto: “Come capita spesso, ci sono storie che ci arrivano e ci permettono di imparare qualcosa su noi stessi che non pensavamo di dover scoprire. Nel caso della storia di Jeff, quando mi è arrivata una delle prime bozze del copione, mi sono ritrovato a ridere già dalla quarta pagina; cosa che, sapendo di cosa si trattasse, non mi aspettavo minimamente.” E prosegue “Quello che mi ha portato a volere così tanto questo ruolo, è che credo di avere molto da imparare da Jeff. Penso sia una storia di determinazione, di lotta, e questo tipo di storie sull’andare avanti nonostante le difficoltà della vita sono quelle che più mi ispirano e di cui voglio far parte”.

Si scherza poi sul fatto che il loro primo incontro per parlare del film avvenne proprio in un ristorante italiano di Boston.

Continua Gyllenhaal, rispondendo a una domanda del pubblico: “Credo che essere un eroe, o essere più forte, risieda nelle piccole cose. Noi tendiamo a giudicare le relazioni e a fare film sui momenti più eclatanti, ma quando dobbiamo individuare quegli elementi che davvero ci commuovono, sono sempre le piccole cose.” Prosegue “A volte, essere lì per gli altri, è la cosa più eroica che tu possa fare. Non parlando, ma ascoltando. È su questo che si basano i rapporti più autentici.”

Interviene Bauman: “Credo che il libro e il film mi abbiano dato l’opportunità di mostrare alle persone come anche un attacco terroristico, un incidente sul lavoro, o quale che sia la tragedia, si possa superare. Penso che il film sia un buon esempio su come affrontare la disabilità, come la perdita delle gambe, e ne sono davvero orgoglioso. Vorrei che queste persone vedessero il film e vi si rispecchiassero. Sarebbe grandioso se potessi aiutarle a non sentirsi sole. Alla fine, è questo lo scopo del film: trovare un modo per relazionarsi e connettere con le persone che si ha intorno, la cosa più difficile per me durante la guarigione.”

E conclude dicendo: “Io non mi sento un eroe, solo un ragazzo normale.”

Ciliegina sulla torta della giornata è invece l’esilarante Fiorello, pronto per il suo incontro con il pubblico, ma che si augura finisca presto, perché a casa ad aspettarlo c’è la partita (di cui si era dimenticato ndr).

Anticipa agli intervistatori che parlerà dei film da lui scelti per l’occasione, apparentemente appartenenti al filone epico – Maciste e Ercole gli ricordano lo stupore infantile provato dinnanzi alla loro forza bruta – e poi dispensa battute su Weinstein e sulla sua pigrizia.

In chiusura, rivela come preferisca guardarli, i film, piuttosto che farli: “Non ne sarei capace. Interpretare qualcosa di diverso da me… Son talmente presuntuoso ed egocentrico! Non ce la farei.”