Sweet, sweet moon Leena and Burrell
All’Auditorium di Roma il concerto del leggendario pianista jazz, Dave Burrell, e della vocalist senza tempo, Leena Conquest, sospeso magicamente fra gospel, blues, soul e jazz.
L’attività del compositore e pianista jazz Dave Burrell si concentra soprattutto negli anni 60 e 70, quando il free jazz – esperienza musicale che privilegia la frammentarietà e l’irregolarità di ritmo e metrica all’interno della libera improvvisazione – è in pieno fermento. Numerosi sono gli album e le collaborazioni dell’artista con musicisti del calibro di Pharoah Sanders, Marion Brown, Odean Pope e Archie Shepp.
Leena Conquest, fattasi notare sulle scene al fianco del bassista William Parker, colpisce non solo per la sua voce splendida e proteiforme, ma anche per le notevoli qualità di danzatrice e performer di teatro-balletto.
Dave Burrell la accompagna in una cascata di note che attingono alle sonorità afroamericane – cariche di suggestioni jazz e blues – ma anche al repertorio di ballad classicamente soul e a brani dalle radici sudamericane. Leena Conquest lo segue, con voce calda e suadente, profondamente impostata.
Spiccano brani come So Spiritual – una cantilena soffusa che dà l’impressione di voler salire di tono ma che invece resta sempre su un timbro medio, richiamando un’atmosfera spirituale persino nella tecnica vocale della cantante – e I Want to See You Every Day of Your Life – classica ballata d’amore: è il brano che dona maggior pathos emotivo ai meccanismi del duetto pianoforte-voce.
Nei due pezzi in chiusura, eseguiti dopo la standing ovation del pubblico, Leena dà il meglio di sé: crea suoni indescrivibili e utilizza la voce come un vero e proprio strumento musicale atonale, poi si scatena – nell’ultimo brano – in un folle balletto che chiude in bellezza il concerto intenso ed essenziale.
Per i due artisti, il free jazz si rivela una corda emotiva potente. Rispetto al jazz tradizionale, in questo genere – così profondamente innovativo e di rottura – le atonalità arrivano fino al rumorismo (come ha testimoniato la vocalità della cantante); in più, l’assorbimento di tradizioni popolari provenienti da ogni parte del mondo – Brasile, soprattutto – eleva il free jazz ad antenato della World Music.
Per tutta la durata del concerto Dave Burrell racconta aneddoti che, come lampi, filtrano tra un brano e l’altro, mentre Leena sta in un angolo in silenzio, sorseggiando sporadicamente un po’ d’acqua, muovendosi con il leggio al seguito.
L’atmosfera c’è, la musica e la voce anche: il pubblico viene trasportato indietro nel tempo sulla scia di un tocco musicale distante eppure presente e puro nel suo divenire, come non accade, invece, nella musica falsificata dei nostri tempi, dove persino il rock e tutte le sue varianti sono spesso filtrati dal pop internazionale così in voga.
Questo concerto è un ritorno alle origini, al mito – Burrell cita Coltrane sia a parole che in musica, oltre a un film, Body and Soul – diretto nel 1925 da Oscar Micheaux, il primo, autentico regista afro-americano della storia del cinema – eseguendo un brano tratto dalla colonna sonora.
Una boccata d’ossigeno, che consente al pubblico, attraverso l’ascolto e la riflessione, di ritrovare un contatto sincero, oggi sempre più raro, con la verità più intima e primitiva della musica.
Lo spettacolo è andato in scena:
Auditorium Parco della Musica
viale Pietro de Coubertin – Roma
martedì 15 marzo, ore 21.00
(durata 1 ora e 15 minuti circa)
Dave Burrell plays his songs feat. Leena Conquest
Dialogo La Voce
pianoforte Dave Burrell
voce e danza Leena Conquest