Prosegue il viaggio nel backstage di Le Minne di Sant’Agata. scopriamo insieme come valentina incontrò Il conto delle Mminne di Giuseppina Torregrossa.

La prima volta che ho incontrato Il conto delle minne di Giuseppina Torregrossa – Edizioni Mondadori – ero in vacanza. Sono entrata in una libreria perché volevo fare un regalo e sono stata colpita dalla copertina.

Ho visto quei dolci succulenti prima del titolo, prima di tutto e non ho resistito, manco fossi in una pasticceria: l’ho preso subito con un desiderio di golosità da lettura.

A pensarci bene, questa cosa che bisognerebbe gustare il cibo, le letture o i momenti, lentamente – che è meglio così – è vera fino a un certo punto, almeno per me. A me ogni tanto la voracità mi piace, mi fa bene.

Il libro, infatti, l’ho letto in una giornata, la prima volta, e m’ha fatto benissimo. Ho deciso da subito che avrei voluto metterlo in scena, che mi sarebbe piaciuto raccontare questa storia a più persone possibile.

 

La prima volta che ho deciso di far vedere a qualcuno a cosa stessi lavorando, l’ho fatto vedere a mio padre.

In fondo il libro doveva essere un regalo per lui, anche se alla fine l’ho tenuto io. E poi perché mio padre si emoziona sempre. Lo sento: qualsiasi cosa facessi, a lui piacerebbe – è mio padre. Eppure, ogni volta che, alla fine di una messa in scena, vado a chiedergli «Papà?», lui, tenendosi l’emozione stretta stretta, guarda un po’ più lontano e fa un’analisi criticissima del lavoro. Bene. Grazie.

Io però, rimango lì, due righe sopra, stretta stretta.

 

La prima volta che ho conosciuto Giuseppina Torregrossa è stato quando è venuta a vedere lo spettacolo, in Umbria. Ci eravamo sentite per telefono diverse volte; si è dimostrata gentile e, soprattutto, mi ha dimostrato stima a scatola chiusa. E scusate se è poco.

Ci siamo dette un po’ di cose, belle, e tante sono rimaste sospese, ancora – assai – più belle.

Oggi per la prima volta, durante le prove, è ritornata.

Una fiducia pacifica, così, senza preavviso.

La prima volta…

Valentina