tra-la-terra-e-il-cieloVisioni multiple ed un grande spazio riservato alla multimedialità, alla multi-visione per l’ultima creazione della compagnia Fattore K, uno spettacolo che combina il sapore della favola tecnologica e l’ironia di una sit-com.

Dopo aver toccato le principali piazze italiane, tra le altre Roma, Udine, Bari, Catania,

Corsetti approda al piccolo Teatro Elfo di Milano con il suo ultimo lavoro, presentando un’opera certamente originale, capace di  giocare in equilibrio tra diversi registri.

Contraddistinta da ritmi e dialoghi tipicamente da comedy, ma nel contempo tratta temi di primaria importanza, inserendoli nella vita semplice di personaggi fortemente tipizzati, a noi contemporanei e, spesso, tristemente noti nella loro bieca cupida umanità.

Ecco che così sono messi in tavola soggetti che apertamente si dichiarano essere simboli di qualcosa di più ampio ed alto, archetipi di concetti primari con cui, se ci si pensa,  il teatro ha da sempre a che fare.

Tutto ciò, reso attraverso la tecnica, finora sperimentata solamente in ambio televisivo e cinematografico, del “Chroma key”: un complesso marchingegno multimediale , grazie a due telecamere, set in miniatura, centro palco tutto pitturato in blu e un maxischermo, inserisce i corpi degli attori in sfondi digitali.

Dunque si gioca sull’illusione:lo spettacolo stesso è tutto incentrato sull’illusione, attraverso un ingegnoso artificio visivo, un effetto molto scoperto di finzione e apparenze.

Bisogna ricordare come Corsetti,classe 1952, annoverato tra i principali rappresentanti del

Teatro di ricerca italiano,si ia da sempre fatto riconoscere per il suo spirito innovatore, per l’inseriment nel suo modo di fare teatro elementi nuovi e sorprendentemente diversi. Ricerca, questa, che conduce da anni, basti risalire alla collaborazione intrattenuta con L’Albero Azzurro a fine anni Ottanta.

Colui che assiste si trova dunque di fronte ad una commedia, quasi una sitcom, con in più, al suo interno, un messaggio serio ed una struttura moralistica (nell’accezione positiva del termine).

Ecco che così, attraverso la resa di dialoghi serrati e battute, che riportano più alla tradizione delle canzoni popolari satiriche, viene introdotta e proposta una  riflessione  su temi ontologici

L’affresco contempla quattro figure, archetipi essi stessi: un avvocato senza scrupoli che trascura la figlia, viziata e sola, un mago ciarlatano cosciente della sua stessaciarlataneria, un meccanico impaurito di oltrepassare il confine della sua officina-tana, una presentatrice televisiva sull’orlo di una pesante crisi di nervi, la quale non riesce più a contattare la figlia, ed infine Carla, una ventiduenne ingenua e caritatevole,che si barcamena con lavoretti varie che talvolta, inaspettatamente, viene sorpresa dalla comparsa inquietante del fantasma di una giovane ragazza.

Le vicende di questi quattro personaggi sono mosse dalle più alti categorie del Bene e del  Male, che l’autore personifica in un provocatorio diavolo senza scrupoli, turbatore di coscienze e volutamente molesto ed un Dio che cerca di riparare i danni fatti e portare un po’di buoni sentimenti televisiva.

Le storie s’incrociano, si allontanano, poi si riprendono e si annullano a vicenda, non senza qualche caduta di ritmo, data soprattutto dal parallelo leggermente forzato con i personaggi delle carte dei tarocchi maneggiate dal mago impostore.

Da segnalare il cast compatto,perfettamente in sintonia e l’originalità della macchina teatrale ideata da Barberio Corsetti il quale, svelando  con ironia il meccanismo al pubblico permettendogli di carpirne i segreti dell’artificio stesso, va a creare un’ atmosfera di tecnologia “home made”,  che ben si accorda con la comicità dei dialoghi.

Gli attori, Federica Santoro, Filippo Dini, Andrea Di Casa e Fiora Blasisono affiatatissimi si dimostrano capaci di donare un carattere ed un forte tratto distintivo ad ogni personaggio che interpretano, nonostante una scenografia costituita di pochi oggetti e punti di riferimento.

Efficace, divertente ed indubbiamente unico nel suo genere, un lavoro diverso dai soliti, raro caso in cui la tecnologia è messa al servizio di un tema metafisico: l’eterna lotta fra bene e male.