Lo Stelvio nascosto

Un documentario che ci trasporta ai 2700 metri del passo automobilistico più alto d’Italia alla scoperta di un microcosmo vitale e sfaccettato.

Nell’affrontare la realizzazione di un documentario come Stelvio – Crocevia della Pace c’è sempre il rischio di trovarsi davanti a un prodotto che da un lato ricada in un ambito eccessivamente didascalico e dall’altro che si riduca a un enorme, piatto, ammiccante spot pubblicitario.
Il regista Alessandro Melazzini, qui anche in veste di produttore e scrittore, riesce nel non banale intento di mantenere il suo film in perenne equilibrio tra i due estremi con poche sbavature, realizzando una pellicola che prima di tutto è un atto d’amore nei confronti del Passo dello Stelvio e delle montagne che lo circondano.
Era francamente un’impresa titanica, in qualche modo concettualmente paragonabile al fluido e tortuoso inerpicarsi della strada progettata da Carlo Donegani quasi duecento anni fa, cercare di condensare in un’ora abbondante il cuore pulsante dello Stelvio, i suoi colori, sapori, odori. Questa forse eccessiva frammentazione ci porta a immergerci nella Storia e nelle storie della gente che abita il passo. Spiccano la passione di Mario, cercatore di reperti risalenti alla prima guerra mondiale (di cui vengono mostrate anche le labirintiche e a loro modo maestose trincee), la scena del coro in cima al passo, l’impegno e l’ingegno di Arturo “Pompa” Quintavalla e la strabordante personalità di Lorenz lo sciamano. Diversamente risultano un po’ meno riuscite e fuori ritmo le sottotracce riguardo cucina, posta e sport (quest’ultimo forse proprio perché uno dei vettori già noti dello Stelvio nel mondo) e francamente fuori luogo le seppur brevi citazioni del main sponsor.

Ciò che forse più di tutto riesce a dare la vera dimensione al documentario è l’aver colto i suoni della montagna, i suoi rumori, il vento tra le cime, il suo melodioso silenzio. Con il prezioso supporto del fonico Francesco Morosini, il regista opta per la scelta coraggiosa di lasciare che lo Stelvio componga da sé la partitura d’accompagnamento principale, scegliendo fin dalla scena iniziale quest’approccio. Il suo lavoro di sottrazione non finisce qui; ogni argomento trattato apre una finestra sul passato, che sia glorioso o nascosto, ma Melazzini mantiene una linea di rigoroso ancoraggio all’attualità del luogo, lasciando che sia la mente a vagare in preda alla fascinazione dei racconti.

Stelvio – Crocevia della Pace non aspira a essere un film esaustivo. Forse non basterebbe un documentario per ogni singolo argomento trattato per esaurire l’argomento. Vuole essere una porta su un mondo, e sebbene non esente da difetti riesce nel suo intento principale: tratteggiarne i capisaldi in maniera vivida.

Titolo originale: Stelvio – Crocevia della Pace
Nazionalità: Italia, Germania
Genere: Documentario
Durata: 70’
Regia
: Alessandro Melazzini
Produzione: Alessandro Melazzini, Alpenway Media Production GmbH
Musiche: Sebastiano Forte
Suono: Francesco Morosini
Fotografie: Alessandro Soetje
Montaggio: Paolo Turla