Conta solo la verità degli uomini

Nonostante l’interruzione delle riprese a causa del Covid19, l’epos medioevale The Last Duel trova un Ridley Scott in perfetta forma, capace di rinverdire le atmosfere de Il Gladiatore affinandone lo spessore tematico.

Sul finire degli anni Novanta, due star in ascesa come Matt Damon e Ben Affleck avevano iniziato quasi per gioco a scrivere la sceneggiatura di un film: il risultato era stato Will Hunting che, oltre a farli recitare faccia a faccia con Robin Williams per la regia di Gus van Sant, aveva fruttato loro l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Vent’anni dopo, hanno replicato l’esperienza: adattando il romanzo The Last Duel sul grande schermo, stavolta con la collaborazione di una co-sceneggiatrice, Nicole Holofcener, per scrivere il punto di vista femminile della storia – scelta in linea con lo spirito dei tempi. Il risultato ancora una volta è accattivante: un film epico medioevale per la regia di Ridley Scott, in cui, accanto a Damon e Affleck Sr., recitano Adam Driver e la star di The Crown Jodie Comer.

The Last Duel è un’operazione interessante, che rispetta pienamente il suo carattere di blockbuster amabilmente “caciarone”, rumoroso, con svariate scene di combattimento fra due armate e un duello finale carico di suspense, ma al tempo stesso sa innestare sul genere “cappa e spada” un sottotesto d’attualità tutt’altro che banale o banalizzante. Che Ridley Scott si muovesse bene fra duelli e ambientazioni d’antan si sapeva: negli ultimi vent’anni aveva diretto con esiti alterni film come Il Gladiatore, Kingdom of Heaven – Le crociate e Robin Hood, ma soprattutto aveva esordito, nel lontano 1977, con I duellanti, storia di un’interminabile faida tra due ufficiali dell’esercito napoleonico. The Last Duel si muove quindi al centro di quello che potrebbe essere l’immaginario scottiano, ma compie un’operazione in più che ai film precedenti era mancata: in un momento in cui nel bene o nel male, dopo l’ondata del #MeToo, molti film diretti soprattutto da registe donne cercano di affrontare tematiche come lo stupro, l’aborto e la sessualità femminile in un’ottica di denuncia, Ridley Scott fa scorrere sottotraccia la destrutturazione di un processo per stupro, senza mai debordare dall’ambientazione storica di partenza pur mantenendo costante il riferimento al presente.

The Last Duel è problematizzato sin dalla struttura: mettendo da parte la linearità che generalmente caratterizza le pellicole di Scott, il grosso di questo nuovo film è suddiviso in tre capitoli, che raccontano la storia dal punto di vista diverso e a volte contrapposto dei tre protagonisti. Vediamo così sin da subito l’amicizia tra il cavaliere Jean de Carrouges e il condottiero Jacques Le Gris andare in crisi quando Jacques, di più umili origini, inizia a essere favorito dal conte di Alençon. Dopo una serie di vicissitudini, di scontri e di riconciliazioni sullo sfondo delle battaglie che impegnarono l’esercito francese sul finire del Trecento, approfittando dell’assenza dell’altro, Jacques Le Gris si reca al castello dei Carrouges e violenta la moglie Jean, di cui era da tempo innamorato. Dopo un processo insoddisfacente, in cui come da prassi anche la donna finisce di fatto per essere giudicata e accusata di aver sognato tutto o interrogata sul piacere che avrebbe provato durante l’atto violento, i due cavalieri concordano per un’ordalia: un duello a singolar tenzone, il cui esito sarà interpretato come prova della volontà di Dio di quale delle due parti in causa detenesse la verità. Sarà l’ultima ordalia di questo genere, in una Francia che si appresta a uscire dal Medioevo: da cui il titolo.

La scansione narrativa atipica così come questi rimandi mai forzati all’attualità e ai suoi dibattiti rappresentano degli ulteriori punti di forza del film, ma, anche a livello di mera regia, The Last Duel è un film potente, denotato da una classicità di impianto e da una grandeur visiva che troppo spesso mancano allo stesso cinema hollywoodiano. Certo, Ridley Scott non fa nessuno strappo autoriale, nessun piano sequenza imprevedibile e tecnicamente invitante; ma registicamente parlando, sin dai suoi esordi che erano stati la tripletta irripetibile de I duellanti, Alien e Blade Runner, Scott si era fatto notare soprattutto per la sua precisione infallibile nel costruire i set e le scene, per quell’insieme di asciuttezza e grandiosità che rivelava il suo passato da graphic designer e regista pubblicitario. I personaggi, soprattutto quelli maschili, non sono sottoposti ad alcun particolare studio o approfondimento caratteriale: ma un’eccessiva psicologizzazione nella sceneggiatura, come pure di recente è stato fatto anche per altri film storici, sarebbe stato un limite e un’ingenuità, essendo The Last Duel ambientato in un passato medievale in cui lo spazio per certe raffinatezze e certe sfumature interiori semplicemente non esisteva.

«Non esiste la verità, esiste solo il potere degli uomini» è l’amara morale che invece ne trae Marguerite, il personaggio di Jodie Comer, al passo coi nostri tempi ma anche rispettoso di quello che potevano essere le donne del XIV secolo. Exodus – Dei e re, un altro titolo recente del prolifico Scott uscito nel 2014, era meno riuscito nel trasporre sullo schermo la vicenda biblica di Mosé proprio perché la rivestiva di significati, allusioni, sottotesti e concettualizzazioni che nulla avevano a che fare né con l’Antico Testamento né con l’Egitto nei tempi in cui il condottiero ebreo sarebbe vissuto: tratteggiando il Medioevo nella sua brutalità senza perdere un briciolo della cinematograficità – soprattutto nel duello finale che vede contrapposti i due vecchi amici – The Last Duel è un blockbuster che si colloca in un equilibrio inedito tra epos e decostruzione.

The Last Duel arriverà nelle sale di tutto il mondo a metà ottobre. Nel frattempo, malgrado l’interruzione delle riprese da marzo 2020 ad autunno, Ridley Scott è riuscito a girare un nuovo kolossal, House of Gucci, interpretato da Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino e Jeremy Irons. House of Gucci, girato in larga parte in Italia, uscirà in sala a novembre, a poco più di un mese di distanza da The Last Duel: classe 1937, il regista di Alien e Blade Runner non ha evidentemente intenzione di fermarsi e, a giudicare da The Last Duel, ha ritrovato la sua forma più classica e più energica.

Titolo: The Last Duel
Regista: Ridley Scott
Sceneggiatura: Ben Affleck, Matt Damon, Nicole Holofcener, dal romanzo di Eric Jager
Attori principali: Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck
Scenografia: Arthur Max
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Claire Simpson
Costumi: Janty Yates
Produzione: 20th Century Studios, Pearl Street Films, Scott Free Productions
Distribuzione: 20th Century Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures
Durata: 142’
Genere: epico, storico, drammatico
Uscita: 14 ottobre 2021