Delinquenza senile in un microcosmo avvilente e ironico

Commedia sociale frizzante e simpatica, Paulette in realtà nasconde un universo desolante e solitario.

Paulette è vedova e vive con una magra pensione. Tuttavia si riscopre particolarmente talentuosa nel business della cannabis.

Il regista Enrico costruisce una commedia. Paulette lo è chiaramente. La protagonista è un’anziana signora razzista e odiosa. Dopo esser rimasta vedova e aver perso la sua pasticceria, lotta per un ortaggio ai bordi del mercato e percepisce la pensione minima. Insomma vive in miseria. E dove sarebbero gli stilemi classici della commedia? Nel momento in cui si affaccia alla piccola (e grande) delinquenza, dedita allo spaccio di cannabis, vengono esibiti caratteri e situazioni al limite del demenziale. Tuttavia non bisogna dimenticarsi le prime sequenze della pellicola: il regista effettua un confronto interessante tra le immagini della giovinezza di Paulette, riprese da una videocamera amatoriale (felice dopo il suo matrimonio, intenta a sfornare pasticcini e biscotti con il marito e a crescere la figlia Agnes), e il brutale stacco ai giorni nostri, nei quali Paulette è un’anziana guardinga e diffidente, che confessa i suoi peccati a un prete nero, maledicendo cinesi e nordafricani. Apparentemente la delineazione del personaggio e le sue azioni fanno sorridere, ma il tiratissimo sorriso rivela una realtà (precaria e solitaria) sconsolante. Ed è qui che il regista Enrico insinua il coltello nella piaga, senza patetismi, ma sciorinando una successiva costruzione ironica e sarcastica. Difatti il regista (e sceneggiatore) per lo più cerca la risata e si lascia andare a qualche momento para-demenziale, facendo effettuare alla sua protagonista anche un percorso di redenzione, innaffiato di buoni sentimenti.

Anche se Paulette scivola nel demenziale sottile, non si raggiunge mai la risata bassa e sterile. E sicuramente grande merito va al cast over-70. Difatti Bernadette Lafont (Paulette), Carmen Maura (Maria), Dominique Lavanant (Lucienne) e Françoise Bertin (Renee, soprannominata Alzaheimer) tengono il livello comico della pellicola estremamente alto. Senza dimenticare l’attempato Walter (André Penvern), il single gigolò, che fa gola a tutte (eccetto Paulette), ma che risulta principalmente goffo.

Dopo aver rapito oltre un milione di spettatori in Francia, la pellicola diretta da Enrico sbarca in Italia. E (pressbook alla mano) ha scomodato paragoni illustri. Difatti la stessa protagonista ha dichiarato che il film le ha ricordato le commedie italiane anni Cinquanta, altri invece hanno evocato un universo simile a quello di Ken Loach. Sicuramente Paulette non è un prodotto stupido, scalda il cuore e sfrutta il linguaggio comico in modo intelligente. Però effettuare tali paragoni risulta particolarmente incomprensibile.

Titolooriginale: Paulette
Regista: Jérome Enrico
Sceneggiatura: Jérome Enrico, Bianca Olsen, Laurie Aubanel, Cyril Rambour
Attori principali: Bernadette Lafont, Carmen Maura, Dominique Lavanant, Françoise Bertin, André Penvern, Ismael Dramé, Jean-Baptiste Anoumon, Axelle Laffont, Paco Boublard
Fotografia: Bruno Privat
Montaggio: Antoine Vareille
Musiche: Michel Ochowiak
Prodotto da Légende Films, Gaumont, France 2 Cinéma
Distribuzione: Moviemax
Genere: Commedia
Durata: 87’