Sceneggiatura scarna per una donna letale

Action movie che si colloca prima, durante e immediatamente dopo la caduta del Muro, Atomica bionda, pur facendosi apprezzare per l’ambientazione (Berlino è vista come un “selvaggio” Far West) e la fotografia acida, denota un ritmo eccessivamente rallentato e qualche carenza narrativa, caratteristiche che vengono sopperite da un finale diretto e chiarificatore.

1989. Lorraine Broughton, agente dell’MI6 britannico, viene interrogata dal suo superiore sulla missione che ha appena concluso a Berlino. Un agente sotto copertura era stato assassinato e derubato e il suo compito era quello di recuperare la lista che gli avevano sottratto.

Contraddistinto da un personaggio principale duro a morire, Atomica bionda fa suo lo spirito degli anni Ottanta (colori fluo, fotografia acida, colonna sonora trascinante) e quello di una Guerra Fredda che si avvia alla conclusione. È su questo palcoscenico che si muovono le pedine di un film spionistico votato all’intrattenimento, nel quale l’avvenenza di Charlize Theron riempie lo schermo (a volte) e cerca di sopperire a qualche mancanza. Purtroppo non sempre basta la presenza dell’attrice australiana e, di conseguenza, la pellicola perde qualche colpo, anche a causa di un ritmo troppo compassato, che fa leva (ostinatamente) su una bellissima colonna sonora, utile strumento per rendere l’esile sceneggiatura un canovaccio più corposo.

Film tratto da una graphic novel di Anthony Johnston, Atomica bionda ostenta combattimenti corpo a corpo, una macchina da presa immersiva e diverse sequenze raffinate. Una bella presentazione per un prodotto in cui la protagonista è un osso duro difficile da decifrare e da sconfiggere; una sorta di John Wick al femminile, che non sa cos’è la pietà e che ha faccia tosta da vendere. Tuttavia se il film dedicato al sicario, impersonato da Keanu Reeves, colpiva per la sua efferata semplicità, la pellicola con Charlize Theron e James McAvoy (un agente segreto che sguazza a meraviglia nella selvaggia Berlino) annoia sulla distanza e colpisce il segno solo con un finale altamente schietto e chiarificatore. Una matassa spionistica, in cui tutti controllano qualcun altro per conto di un ente segreto sempre differente, che purtroppo perde d’interesse con il passare dei minuti. Anche se il colpo di scena c’è e non lascia scampo allo spettatore.

Il regista Leitch fotografa un mondo popolato da spie che devono chiudere i conti perché Berlino (teatro di una Guerra Fredda in cui è impossibile fidarsi di qualcuno) entra in una fase di inevitabile cambiamento. E il film restituisce chiaramente questa sensazione d’ineluttabile fine di un “mondo” diviso in due grandi fazioni, pronto a rinascere per abbracciare nuovi conflitti e nuove alleanze. Un sicuro pregio per un film che non convince pienamente e che suscita qualche perplessità di troppo.

Titolo originale: Atomic Blonde
Regia: David Leitch
Sceneggiatura: Kurt Johnstad
Attori principali: Charlize Theron, James McAvoy, Sofia Boutella, John Goodman, Toby Jones, Eddie Marsan
Fotografia: Jonathan Sela
Montaggio: Elisabet Ronaldsdottir
Musica: Tyler Bates
Prodotto da 87Eleven, Closed on Mondays Entertainment, Denver and Delilah Productions
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 115′
Genere: Azione