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Cuore Sacro

Recensione: Cuore Sacro

Ho la sensazione che Ozpetek faccia film alterni (almeno rispetto al mio gusto): Le Fate Ignoranti: bello, La Finestra di Fronte: un polpettone di successo di cui mi sfuggono le ragioni, Cuore Sacro: molto bello, Saturno Contro: qui mi sfugge non solo la ragione del successo, smarrisco anche il significato del film.

SCHEDA TECNICA

SCHEDA DVDCuore Sacro è, a mio parere, una pellicola raffinata, poetica, a tratti lenta, ma per molti versi il film più riuscito di Ozpetek proprio perché difficile, rischioso, particolare fino alle estreme conseguenze.
Questo film in definitiva tratta di religione e religiosita’, misteri della mente e persino di reincarnazione, tocca preciso e puntuale il tema morale del capitalismo immorale, si ammanta di musiche epiche che (come spesso succede, vedi colonna sonora de La Finestra di Fronte o de L’Ultimo Bacio), finiranno per confezionare tutti i servizi di cronaca drammatica da Studio Aperto a Matrix, passando per Nonsolomoda, finendo col disperdere la loro verace e primigenia forza emotiva. Ozpetek racconta la parabola di Irene, ricca rampolla d’acciaio lanciatissima nel mondo del marketing dell’azienda di famiglia. Irene ha perso la madre in circostanze non proprio chiare, così come non proprio limpida è la figura di questa genitrice che ognuno dipinge un po’ a modo suo, ma che ha lasciato un segno incredibile sulla personalita’ della figlia, consegnandola ad un destino piùgrande e più complicato di quanto nessuno potesse immaginare.
Irene è sul punto di vendere la vecchia casa di famiglia e farne un albergo, ma quello è anche il luogo dove è spirata sua madre, dopo aver passato gli ultimi anni di vita reclusa in una stanza da letto “senza specchi”, coi muri scritti di scritte illegibili, una lingua “sacra”, incomprensibile ai più. Qui Irene incontra Benny (la spettacolare Camille Dugay Comencini) una bambina terribile e simpaticissima, il soffio di vita fresca e leggera che mutera’ il cuore di Irene per sempre, consegnandole una nuova, irrinunciabile chiave di lettura del mondo.
Cosa succede a Irene?
Impazzisce o rinsavisce?
Come in Ragazze, Interrotte il film ci pone davanti a un interrogativo: il matto è chi accetta o chi rifiuta la realta’, con le sue regole i suoi inganni e le sue cattiverie?
Il matto è chi naviga lontano dalla riva, da solo, ignorando le leggi dell’integrazione, o chi stanzia sulla battigia costruendo alberghi, sfrattando gente e “imponendo nel terzo mondo il bisogno di una borsa di Prada”?
Cuore Sacro utilizza immagini fortissime, come il richiamo all’iconografia della Pieta’ michelangiolesca (quando la Bobulova asciuga e riscalda Giancarlo), o la scena (incredibilmente difficile da girare) della svestizione integrale di Irene, filmata sotto la metropolitana  Anagnina a Roma, in presenza di un reale via vai di gente ammutolita e sorpresa.
O la sequenza dei senzatetto (veri), filmati da Ozpetek alla periferia di Roma, rannidati sotto luridi ponti ma con ai piedi le Nike, simbolo di un modo nuovo di essere homeless. Impossibile non chiedersi se gli atti estremi compiuti da Irene siano figli di uno smarrimento della ragione o di una consapevolezza nuova e violenta. Forse a questo Ozpetek lascia rispondere come meglio lo spettatore crede, di sicuro il finale, immenso, potente, stupefacente e sorprendente, strappa una lacrima e un sussulto di emozione commossa a cui è difficile sottrarsi, in una carezza di fiducia e speranza che fa riflettere, ma soprattutto sognare. Le prove degli attori sono tutte sopra la media, anche se la Bobulova inizia a presentarsi come una sorta di caratterista, in parte solo con i ruoli lugubri e silenziosi, ai limiti dell’autismo , vedi La Spettatrice, Ovunque Sei o Il Siero della Vanita’, mentre chi l’ha goduta in Ecco Fatto di Muccino sa bene che Barbora è perfettamente a suo agio anche con parti più ammiccanti e solari, persino da ochetta bisex.Lisa Gastoni rende giustizia al ruolo della tremenda zia Eleonora, e non fa rimpiangere Virna Lisi, prima scelta di Ozpetek che però, a parere mio, avrebbe forse donato quel pizzico di astio caldo e umanita’in più ad un personaggio in effetti eccessivamente algido e ai limiti del robotico, quasi senza sangue. Insostituibile invece il contributo brillante (come sempre) di Erika Blanc nei panni della “zia buona – quindi matta”. Con quella voce raschiata e quel timbro “paraculo” che la contraddistinguono si conferma una stella del cinema italiano, ancora sotto utilizzata benché proprio i due più importanti registi italiani di oggi, Ozpetek e Muccino, le abbiano rimesso i riflettori addosso coinvolgendola in quasi ogni progetto.Cuore Sascro: controversa pellicola sui generis filmata nei toni del rosso cari ad Ozpetek. Per “sgusciati”.La Frase: “Ciascuno di noi possiede due cuori. Uno, il più razionale, eclissa l’altro, che però irradia una luce nascosta, un calore di cui nessuno può fare a meno. è il cuore sacro.” Gigi Angelillo, Cuore Sacro, 2005.

Nota: di Roberta Monno
Cuore Sacro

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