Il suono del talento

Riparte su Sky il consueto appuntamento del giovedì sera con X Factor 7, nuova stagione e solita ricetta: quattro giudici (con l’attesissima new entry di Mika), orecchie tese all’ascolto e una folla di talenti (compresi o meno) da portare sulle stelle o nelle stalle.

L’impatto di X Factor dal piccolo schermo stavolta è più spettacolare che mai: un Cattelan invasato incita le folle milanesi mentre i tre giudici italiani calcano il red carpet e il quarto, la star internazionale, arriva addirittura in elicottero. C’è un’atmosfera da fine del mondo, o anzi da inizio di un mondo nuovo, quello sognato da chi è stanco di ascoltare solo musica mediocre, voci insipide, pop da teenager. Un mondo che non esiste, e che a giudicare dal livello medio di questo primo appuntamento canoro, non esisterà ancora per molto tempo.
Al di là, infatti, della clamorosa spettacolarizzazione di questo esordio (emulazione ostentata ma anche ben riuscita dei multimilionari show americani) il pubblico italiano si trova nuovamente a fare i conti con un universo di talenti (più presunti che tali) non molto distante da quello sinora conosciuto. Ma se è vero, come è vero, che uno su mille ce la fa, non si può certo negare che – in questa misura – ci siano stati rari e talvolta sublimi momenti di stupore. Cominciamo allora da quelli e da chi ce li ha regalati.
Valentina Tioli, ventenne modenese, si presenta sul palco con candore e introversione invidiabili, che ricordano la Chiara Galiazzo dei provini di XF6. Ma dietro l’abito pudico e accollato che la cinge, sdrammatizzato solo dagli anfibi che calza, la ragazza nasconde una grinta insospettabile che fa impallidire. Interpretando My kind of love di Emeli Sandé mostra un controllo vocale notevole, glissando dal soul all’hip hop con assoluta nonchalance. Il timbro vocale, che non ha in sé alcunché di originale e a tratti arriva monodimensionale e tipico, non sembra un problema per i giudici, che estasiati la ricoprono di complimenti (Morgan «vede la luce della musica», Simona dichiara che ha l’x factor, Mika le riconosce «un’energia veramente carina» ed Elio, come sempre imperturbabile e quasi disinteressato, le dedica un «bellissimo, brava» che è il massimo della loquacità da lui mai raggiunta).
Elena Giardina, 17 anni, di Bologna, arriva accompagnata dalla mamma, cantante nelle balere e sua mentore e vocal coach sul palco e nella vita. Con lei Elena ha fatto la gavetta, ma sapere che fa divertire gli anziani non è necessariamente un pregio a X Factor, che cerca la popstar da un milione di copie. Parte la musica ed è un attimo a ricredersi: No more tears (Enough is enough) di Barbra Streisand e Donna Summer rinasce dalle sue labbra come un grido ferino e le guadagna la standing ovation del pubblico, a conferma che le giovanissime voci femminili sono la più grande fonte di meraviglia del programma. I giudici le riconoscono all’unisono una splendida magia, un controllo straordinario della voce e una presenza scenica più che matura.
Ma il meglio deve ancora arrivare, e arriva – a parere di chi scrive – con Michele Bravi, diciottenne di Città di Castello, che si cimenta in una Father and son di Cat Stevens che mette i brividi. Il ragazzo ha l’immensa fortuna di un timbro vocale straordinario, particolarissimo, che fa il grosso del lavoro e gli permette di godersi l’interpretazione del brano, con modalità totalmente introspettiva, da cui non trapela alcuno sforzo fisico né paturnia intellettiva. Michele non può non essere definito un talento naturale. I giudici lo accolgono come una splendida sorpresa, e Morgan gli dedica forse il miglior complimento da lui mai pronunciato («hai abitato la canzone») che rende pienamente l’idea.
Dopo Michele è la ventiduenne Roberta a dare una splendida prova di sé: superato l’iniziale imbarazzo per il suo cognome impegnativo (persino Mika confessa che, con quel poco d’italiano che conosce, il significato di “Pompa” lo capisce pure lui) è il momento di perdersi nella sua interpretazione di Cornflake Girl di Tori Amos: energia, personalità e una vocalità precisa e spessa è il mix vincente che Roberta porta sul palco, con la diretta conseguenza di una nuova standing ovation e il meritato passaggio del turno.
Ultimo personaggio a distinguersi è il ventisettenne emiliano Fabio Santini, che convince facilmente con una Che coss’è l’amor di Vinicio Capossela fortemente personalizzata, rivelando inattese doti interpretative.
Per il resto, la serata è stata una carrellata di esibizioni al massimo piacevoli, condita da alcune inspiegabili scelte (la ventenne orientale Ying, dopo aver deturpato l’indimenticabile The way we were di Barbra Streisand, passa il turno con i Si dei giudici maschi, divertiti come non mai dall’esotismo della ragazza e dimentichi della presunta serietà del loro ruolo) e dalle annose questioni morali che inevitabilmente sorgono nei conflitti tra i giudici (vedasi la spinosa tematica dell’umiltà, che era tanto cara a Lady Tata e che ora è appannaggio della bacchettona Ventura, tanto dedita alla causa “pro-umili” da ignorare il muscolo guizzante del romano Manuel Cardella tacciato di crederci troppo, e che però si porta a casa, oltre ai giudizi facili ed eccessivi di lei, anche i tre Si degli altri giudici).
Nell’insieme, la giuria appare ancora misurata e mansueta: Elio, come sempre afasico, si colloca nella sfera anaffettiva e discreta che gli è congeniale, controbilanciato da un Morgan in stato di grazia che veste un atteggiamento rinnovatamente filantropico (arriva a difendere la biondissima Sharon e la sua disgraziata interpretazione di Calling you dalle aggressioni verbali dei colleghi, chiudendo con un laconico «sapete tutto voi»), mentre Simona Ventura, capello aerodinamico da amazzone postmoderna, è agguerritissima e prende molto sul serio il suo ruolo di competente in materia musicale/televisiva. Chiude il cerchio Mika, che si spoglia del suo candore solo per ridere a quattro ganasce di un gioco di parole nato dall’errata pronuncia di un verso delle Spice Girls (I really really want diventa I willy willy want e lui non si trattiene): la sua presenza è composta e competente, il suo italiano sorprendentemente nutrito e gli interventi ponderati. Piacevole anche il breve supporto del quinto giudice a sorpresa, Fedez, intervenuto solo come competente in materia per commentare le poche esibizioni rap.
In attesa di scoprire quali novità riserveranno le prossime audizioni, X Factor si conferma il talent televisivo garante di ascolti record e capace di catalizzare l’attenzione fedele del telespettatore disperatamente in cerca, anche lui, del «suono del talento».

Lo spettacolo è andato in onda:
Sky 1HD
giovedì 26 settembre, ore 21.10

X Factor 7
Audizioni
con Alessandro Cattelan, Elio, Simona Ventura, Mika, Morgan