Gli ultimi anni di vita di un grande artista

Mike Leigh ci regala un ritratto insolito e “sublime” del grande pittore William Turner,  raccontandoci i suoi amori – in primis quello per la pittura – ma soprattutto le sue inquietudini.

La storia dell’arte studiata a scuola ci ha fatto accostare il termine “sublime” con quello di “terrore”.
In Turner di Mike Leigh la parola “sublime” viene pronunciata da William Turner solo in due occasioni : nella prima il pittore inglese sta dando prova della sua bravura pavoneggiandosi e sbeffeggiando Constable, nella seconda è terribilmente ubriaco.
Il William Turner ritratto da Mike Leigh è molto vicino all’idea di “sublime” romantico. Non tanto perchè orrorifico o portatore di terrore, quanto per la sua inquietudine e complessità interiore.
Un’inquietudine che sembra dominare i suoi ultimi venticinque anni di vita, raccontati in questo film con una particolare cura e devota attenzione a non trascurare i dettagli, ma anche a lasciare nascosti certi misteri della vita (e, visto il personaggio, della natura) che l’umanità non ha ancora spiegato.
Degli ultimi anni di Turner è raccontato tutto: l’intimo rapporto col padre, dalla cui morte il pittore non si riprenderà mai definitivamente; l’ignobile trattamento nei confronti della donna con cui mise al mondo due figlie, quasi non riconosciute come tali; il sesso come sfogo e come ingordigia; l’ossessione del voler creare qualcosa sempre, pochi attimi dopo averlo vissuto; la relazione anonima e quotidiana con Sophie Caroline Booth.
E il tutto, quasi come un miracolo della natura, è molto lento, privo di un ritmo incalzante, fermo, sottolineato da una fotografia di kubrickiana memoria (a cura di Dick Pope, candidato all’Oscar) e da colpi di grancassa potenti.
Infatti il paesaggio è il co-protagonista del film: Turner succhia da esso tutto il colore, il suo è un bisogno continuo di rappresentare, un’ossessione senza limiti, a volte quasi ridicola e gratuita.

Indubbiamente per Timothy Spall (che molti possono ricordare nei panni di Winston Churchill ne Il discorso del re) si tratta del ruolo della vita. In Italia lo chiameremmo “caratterista”, per quanto limitativa sia questa definizione. La sua bravura nell’interpretare un personaggio così profondamente segnato dalla vita e dall’arte, volutamente antipatico, sicuramente ironico, è fuori discussione e sorprende il fatto di non vederlo candidato come Miglior attore protagonista agli Oscar 2015.
Con questo film si aggiudica sicuramente un maggior grado di visibilità e una più ampia considerazione: è riuscito a dare vita a uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, il “pittore della luce”, e a coglierne la sua supponenza ma anche la sua fragilità.

Titolo originale: Mr. Turner
Regista: Mike Leigh
Attori principali: Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville
Genere: Biografico
Durata: 149′