Doppia recensione per Tonya di Craig Gillespie.
Margot Robbie restituisce di Tonya un’interpretazione impeccabile, tanto che la vera Tonya è rimasta entusiasta del film all’anteprima americana; in questo film la bellissima attrice risulta anche bravissima, sia per l’incredibile training fisico che l’ha portata a girare molte scene in pista, sia per la grande capacità mimetica di essere credibile tanto nei panni di Tonya 15enne quanto di restituire la donna sciupata e disillusa all’età di 40 anni (quando fu intervistata da Nanete Burstein nel documentario di 30 for 30) e soprattutto è incredibile nel modo in cui sa restituire tutte le sfumature di una creatura sfacciata e rude ma al tempo stesso fragile e desiderosa di affetto: il biglietto si giustifica anche solo per la scena nel camerino, prima di quella fatidica esibizione dell’Olimpiade del ’94. A farle da degni compagni di scena, una strepitosa Allison Janney (nei panni della madre) che non a caso si è portata a casa un Oscar come miglior attrice non protagonista e Sebastian Stan che dopo tanti ruoli da belloccio o da eroe di blockbuster, riesce a dimostrare grandi capacità attoriali restituendo tutta la complessità di un personaggio controverso come Jeff.
Una storia agghiacciante
di Alessio Neroni
Margot Robbie restituisce sul grande schermo la vera storia della pattinatrice Tonya Harding, protagonista di una carriera eccezionale e di uno dei più grandi scandali dello sport mondiale. Diretto da Craig Gillespie e scritto da Steven Rogers, il film Tonya è al cinema dal 29 marzo.
“Tratto da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia con Tonya Harding e Jeff Gillooly”. È questo ciò che si legge nella prima inquadratura di Tonya, presentato al Toronto International Film Festival 2017, il film racconta la controversa storia della pattinatrice artistica su ghiaccio Tonya Harding, accusata di aver complottato insieme al marito Jeff (Sebastian Stan), un’aggressione ai danni della sua rivale Nancy Kerrigan ai Giochi olimpici invernali del 1994.
Il film è costruito sulla sceneggiatura di Steven Rogers, che non adotta una narrazione convenzionale, bensì ruota appunto intorno a due interviste straordinarie e contrastanti, che disegnano “il ritratto tragico e al tempo stesso ironico di una donna forte e di una società bisognosa di creare miti per poi distruggerli”. Lo stesso Rogers è volato a Portland per intervistare prima la Harding e poi Gillooly. Secondo lo sceneggiatore le loro versioni erano talmente contraddittorie che ha capito di aver trovato la chiave per realizzarci un film, presentando inizialmente le due facce della vicenda per lasciar poi decidere al pubblico da quale parte stare.
Dipinta dai media come una “cattiva”, la vita di Tonya Harding è stata in realtà molto più tragica e complicata di quanto non sembri e Margot Robbie, che ricordiamo accanto a Leonardo Di Caprio nel film di Scorsese The Wolf of Wall Street, in questo ruolo si è calata alla perfezione, grazie anche ai vari video presenti su Youtube, che hanno aiutato l’attrice a calarsi in modo realistico nella parte, tanto che molte delle frasi che la vera Tonya ha usato, soprattutto in determinati momenti della sua carriera, sono finite nel copione.
Il film restituisce, dunque, con grande maestria tutte le emozioni contrastanti che vivono nell’animo di Tonya (che all’epoca dei fatti non aveva ancora vent’anni), e il merito di ciò spetta soprattutto a Craig Gillespie, il quale è riuscito a cogliere tutte le sfumature di questa vicenda oltremodo ambigua. Come spiega Bryan Unkeless, uno dei produttori, infatti, «Leggendo una pagina del copione di Steven può capitarti di sentirti prima sconvolto per la violenza, poi triste e alla fine perfino divertito. Se Craig non fosse stato in grado di cogliere certe sfumature, sarebbe stato un disastro».
Straordinaria è l’interpretazione di Allison Janney, nei panni di Lavona, la discutibile madre di Tonya, che per questo ruolo ha vinto l’Oscar, il Golden Globe e l’Independent Spirit Award nella categoria Miglior attrice non protagonista. Una vera caratterizzazione del personaggio, che fa paura pensando che è stato ricalcato il reale e duro carattere di una donna nevrotica e senza scrupoli.
Il film è il risultato di un enorme lavoro di ricerca; la storia infatti abbraccia un arco temporale che va dai quattro ai quarantaquattro anni di Tonya, per cui il trucco e i costumi hanno richiesto uno sforzo produttivo non indifferente essendo un film indipendente e a basso budget.
Gli effetti speciali hanno fatto il resto, soprattutto per ricreare le scene di pattinaggio: una fra tutte quella del triplo axel (la piroetta in vola) eseguito venticinque anni fa da Tonya. Durante le riprese del film, due delle sei donne al mondo che lo avevano messo a punto “si stavano allenando per le prossime olimpiadi e non potevano rischiare un infortunio”.
Alla proiezione privata la vera Tonya si è commossa nel rivedere la sua storia sul grande schermo, apprezzando soprattutto l’interpretazione di Margot, che per questo ruolo è stata anche candidata all’Oscar. Sicuramente anche il pubblico resterà sorpreso nel seguire il percorso psicologico di una donna additata come carnefice, dotata di un talento naturale, sulla quale i media hanno buttato fango. Un film con le caratteristiche di un documentario che in due ore racconta una donna e la sua verità, unica e agghiacciante.
Titolo originale: I, TonyaNazionalità: Stati UnitiAnno: 2017Genere: Thriller, Drammatico, BiograficoDurata: 121′Regia: Craig GillespieInterpreti: Margot Robbie, Sebastian Stan, Allison Janney, Julianne Nicholson, Paul Walter, Bobby Cannavale, Caitlin Carver, Bojana Novakovic, Mckenna GraceSceneggiatura: Steven RogersProduzione: LuckyChap Entertainment, Clubhouse PicturesDistribuzione: Lucky RedFotografia: Nicolas KarakatsanisMontaggio: John Axelrad, Lee HaugenMusiche: Tatiana S. RiegelNelle sale italiane dal 29 marzo 2018