L’incontro che cambiò due vite

La rievocazione del primo appuntamento di Barack Obama e Michelle Robinson ha il giusto bilanciamento di realtà e finzione e colpisce con la sua semplicità. Malgrado l’incombere della retorica, rimane asciutto a sufficienza da trasmettere un messaggio di amore e tenerezza. 

Michelle lavora come associata in uno studio legale. Le viene assegnato, nell’ambito di un programma di tutoraggio, il giovane Barack, studente brillante e promettente. Barack la trova da subito attraente e infine, dopo un mese, riesce a strapparle un incontro fuori dall’orario di lavoro con la scusa di un dibattito in una cooperativa gestita da fratelli nella periferia di Chicago. Tra i due si instaurano così le prime basi del rapporto profondo e paritario che, anni dopo, li avrebbe portati a sposarsi e a diventare la prima coppia di origine afroamericana ad abitare alla Casa Bianca.

È bizzarro ammettere come uno dei motivi per i quali Ti amo Presidente rischiava di impantanarsi nella palude della propaganda affondi le proprie radici nel meta-cinema. L’importanza storica della persona di Barack Obama e di sua moglie Michelle Robinson infatti rischiava di far passare il convincimento che la pellicola potesse essere solo un’operazione di marketing e d’ispirazione voyeuristica nei confronti di quello che fino a poche settimane prima dell’uscita nelle sale (italiane) erano l’uomo politico più influente del mondo.
Sebbene siano presenti sia riferimenti che palesi strizzatine d’occhio a quello che sarebbe avvenuto in futuro (il magnetismo da oratore di Barack, lo slogan trascinante ormai abusato del “Yes, we can“), il cuore del film è altrove.
Un cuore delicato, intimo, persino timido che, al netto delle sovrastrutture, vuole raccontare come nasce una storia d’amore. Con i suoi silenzi, con i suoi imbarazzi e i suoi ardimentosi azzardi, con il piacere della scoperta dell’altro.
Con sullo sfondo gli strascichi di una questione razziale ancora irrisolta (lo sarà mai davvero, pur nei contemporanei Stati Uniti?) e gli affondi indiretti su uguaglianza sociale e aspirazioni negate se non a costo di indicibili sforzi e sacrifici, la narrazione si sviluppa focalizzandosi sulle piccole cose. Dettagli che rendono indimenticabile un primo appuntamento a qualunque età, dribblando il sensazionalismo a favore di un intimo ritratto di due personalità che sono prima di tutto un uomo e una donna come milioni di altri.
Con la sua direzione sobria e delle prove attoriali controllate e convincenti, Ti amo Presidente elude lo spauracchio della boriosa autoreferenzialità e della tronfia retorica a stelle e strisce a favore di una commedia romantica intelligente e ben scritta.
Non è un capolavoro né un film indimenticabile, ma scalda l’animo per i suoi novanta minuti di durata e riporta alla mente un cinema che si prendeva i suoi tempi per raccontare una storia.
Magari semplice. Sicuramente lineare. Almeno emozionante.

Titolo originale: Southside With You
Nazionalità: Stati Uniti d’America
Anno: 2016
Genere: Romantico
Durata: 84′
Regia
: Richard Tanne
Interpreti: Parker Sawyers, Tika Sumpter, Vanessa Bell Calloway, Phil Ed Van Lear, Taylar Fondren, Deanna Reed-Forster
Sceneggiatura: Richard Tanne
Produzione: Robert Teitel, Tika Sumpter, Richard Tanne, Miramax And Roadside Attractions
Distribuzione: Microcinema Distribuzione
Fotografia: Patrick Scola
Musiche:
Stephen James Taylor
Montaggio
: Evan Schiff

Nelle sale italiane da giorno 17 Novembre 2016