Cosa rimane di un sogno

Ignorato per due anni dalla distribuzione italiana, arriva infine in sala The Rider. Il western atipico di Chloé Zhao accarezza le corde giuste, raccontando il cuore rurale degli Stati Uniti senza abbandonarsi al pietismo o agli stereotipi. L’utilizzi di attori non professionisti nei panni di se stessi regala uno stile quasi documentaristico, ma il risultato è intenso e commovente.

Brady è un giovane e talentuoso cowboy.
Spronato dai genitori, ha dedicato la vita ai cavalli ma un terribile incidente durante un rodeo gli ha lasciato una placca di metallo in testa e niente in mano.
Di fronte alla possibilità di non poter tornare a cavalcare, Brady cerca di andare avanti. Va alla ricerca di un impiego temporaneo, si circonda degli amici di sempre e fa di tutto per tenere insieme i pezzi di una famiglia colpita da un lutto che ha lasciato una ferita non ancora rimarginata.
Ogni circostanza, però, lo riporta inesorabilmente al punto di partenza.

C’è un western che sublima il concetto di frontiera. Lo interiorizza, affrontandone sfumature personali. Il suo fulcro non è più l’avventura nei grandi spazi aperti, la caccia ai mandriani ribelli e ai confederati o l’inseguimento dei pellerossa. The Rider – il sogno di un cowboy si innesta perfettamente in questo sottogenere.
Gli sterminati orizzonti della riserva di Pine Ridge, nel profondo South Dakota e nell’ancor più profondo cuore geografico e rurale degli Stati Uniti (i due oceani sono quasi equidistanti e le megalopoli della costa e dei laghi sembrano appartenere a un universo differente), restituiscono il respiro ampio e il ritmo cadenzato che caratterizzano la vita della comunità. La giovane regista Chloé Zhao, classe 1982 e al suo secondo lungometraggio, aggiunge un’ulteriore stratificazione e decide di raccontare la storia di Brady servendosi di attori non professionisti, che spesso interpretano se stessi. Molti sono cowboy Lakota, nati e cresciuti nella riserva, che indossano cappelli piumati per onorare la discendenza Sioux anche quando la pelle bianca tradisce sangue di origine prettamente europea.
Brady, che è uno di loro, caccia a cavallo, pesca nei fiumi e addestra stalloni selvaggi. La sua vita però è finita quel giorno, calpestata nell’arena del rodeo. La sua diventa una lotta per superare un trauma, ma travalica la sola componente fisica. Il travaglio è soprattutto psicologico, perché malgrado alcuni problemi neurologici associati alla lesione cerebrale, il cowboy è ancora nel pieno delle forze e nel fiore degli anni, si sente derubato dei sogni e frustrato dal senso di inadeguatezza che gli restituisce il lavorare in un supermercato o il dover mentire riguardo ai tempi di recupero dall’infortunio.
The Rider – Il sogno di un cowboy sembra chiedersi quanto valga la pena rischiare per inseguire i propri sogni. La risposta si smarca dal facile giudizio che potrebbe essere elargito da uno spettatore esterno e non calca la mano sul dramma autoreferenziale. Se infatti è fin troppo facile cogliere l’analogia tra un animale che viene ucciso quando non può più adempiere il proprio scopo e la sofferenza del protagonista, salvato solo perché appartenente alla specie umana ma incapace di realizzare le proprie aspirazioni, è altresì vero che la pellicola esalta la forza e l’umanità di chi non vuole e non può arrendersi, di chi ha ancora qualcosa per cui valga la pena combattere.
Da sottolineare, infine, il taglio registico e fotografico: The Rider – il sogno di un cowboy si affida a riprese autentiche di vita quotidiana, accarezzando l’ibrido documentaristico (almeno per quel che riguarda lo stile), ma le filtra attraverso una lente cinematografica che permette alla realtà di integrarsi alla perfezione con la narrazione. Una scelta che, per quanto inizialmente straniante, paga sulla lunga distanza, regalando un film intenso, commovente e soprattutto non banale.

Titolo originale: The Rider
Nazionalità: Stati Uniti
Anno: 2017
Genere: Drammatico, Western
Durata:
103′
Regia
: Chloé Zhao
Interpreti: Brady Jandreau, Tim Jandreau, Lilly Jandreau, Leroy Pourier, Cat Clifford, Tanner Langdeau, James Calhoon, Lane Scott
Sceneggiatura: Chloé Zhao
Montaggio: Alex O’Flinn
Fotografia: Joshua James Richards
Produzione
: Chloé zhao, Bert Hamelinck, Sacha Ben Harroche, Mollye Asher
Distribuzione: Wanted
Colonna Sonora: Nathan Halpern

Nelle sale italiane da giorno 29 Agosto 2019