Quando sei nato non puoi più nasconderti

Esce il nuovo docu-film di Luigi D’Alife dedicato a quei monti che, come il mare, paiono dividere e, al contrario, possono unire sponde, comunità, culture.

Negli ultimi anni il Mare Nostrum è diventato, a seconda della fazione politica, disseminato di migranti – pastura per i pesci; o solcato da criminali che sfrutterebbero quegli stessi migranti vendendo loro passaggi su gommoni e tinozze pericolose per regalare a chi non ha più sogni, almeno una possibilità di vita (come raccontato nel film a cui abbiamo “rubato” il titolo, diretto nel 2005 da Marco Tullio Giordana).

The Milky Way racconta, però, un’altra storia (nonostante il sottotitolo rimandi al libro di Margaret Mazzantini e all’omonimo film di Sergio Castellitto), e un’altra rotta rispetto a quella del Mediterraneo. Ovvero, la Via Lattea, ossia la meta turistica per sciatori europei benestanti e/o il passaggio impervio per i migranti che, dall’Italia, vogliano tentare fortuna in Francia. Una valle e un insieme di valichi ben noti anche agli italiani che, nel Secondo dopoguerra, tentavano di varcarli per cercare lavoro Oltralpe o nelle miniere del Belgio (come raccontava, ad esempio, il film di Pietro Germi, Il cammino della speranza).

Non a caso, quindi, questo docu-film si apre con un disegno animato in bianco e nero che narra il tentativo di alcuni uomini e donne calabresi di attraversare quelle stesse montagne negli anni 50 (tra gli spunti registici più pregnanti a livello contenutistico ed estetico). E del resto, l’uso dell’animazione per raccontare non più favole edulcorate bensì realtà scomode e brutali è tra le innovazioni cinematografiche più convincenti degli ultimi anni, da Persepolis a Valzer con Bashir (quest’ultimo sul massacro dei profughi palestinesi a Sabra e Shatila).

Il documentario vero e proprio si compone di più registri e piani di racconto.
Molto originali le interviste alla comunità occitana, al di qua e al di là delle Alpi, che si riconosce in un’unica matrice culturale e linguistica e che rivendica la labilità dei confini quale prodotto di politiche che non prendono in considerazione i bisogni umani. Non a caso, sia gli italiani che i francesi occitani dimostrano grande solidarietà nei confronti dei migranti. Questo il primo piano, insieme antropologico e di indagine sociale. Il secondo è frammentato in alcuni dialoghi e/o interviste a migranti africani che hanno tentato di varcare il confine italo-francese e ad alcuni turisti – duramente impegnati sulle piste da sci. Fin qui, nonostante un certo sapore di collage più che di racconto, il lavoro di D’Alife convince e interessa, offrendo una visione del mondo umana ma, al contempo, consapevole delle contraddizioni apparenti o celate dietro a convenzioni ed egoismi.

Il terzo piano del reportage (perché, più che a un docu-film, a questo punto viene da pensare a un lavoro di indagine giornalistica, mancando soprattutto un protagonista nel quale riconoscersi) prosegue con la registrazione delle operazioni della gendarmerie – con annessi eventuali arresti – e la forma del real crime, che cozza stilisticamente e contenutisticamente con le precedenti interviste alla popolazione locale e, in un certo senso, suggerisce (forse inconsapevolmente) un livello di finzione, allontanando lo spettatore dalle vicende narrate. Il finale – a cui si plaude convinti – vira sulla fiabesca possibilità per i migranti di sciare verso la libertà, come i benestanti turisti europei (e altrettanto ben equipaggiati), rimandando a un registro surreale od onirico che, però, la regia e la fotografia non riescono a rendere, depotenziando il valido lavoro di ricerca fatto sul campo.

“Nessuno si salva da solo” è sottotitolo perfetto soprattutto per la corposa prima parte in cui emergono il volto e il cuore di una comunità che rivendica per le Alpi non un ruolo di barriera invalicabile contro le orde barbariche, bensì di ponte fra culture, saperi, bisogni e desideri – tutti umani.

Titolo originale: The Milky Way
Paese: Italia
Produzione: Smk Videofactory
Anno di produzione: 2019
Regia: Luigi D’Alife
Tipologia: documentario
Distributore: OPENDDB
Data di uscita: 06/02/2020
Formato di proiezione: DCP, colore
Ufficio Stampa: Arianna Monteverdi, Andrea Paco Mariani, Calogero Greco
Genere: etnologico/sociale
Durata: 84