Viaggio al centro della natura umana

La 32esima edizione del Torino Film Festival si è chiusa portando nelle sale torinesi un film di inebriante bellezza: Wild, l’ultimo capolavoro di Jean-Marc Valée.

Ci aveva lasciati con Dallas Buyers Club, dandoci uno slancio a rivalutare l’importanza di conservare sempre la voglia di vivere, lo ritroveremo dalla prossima primavera nelle sale cinematografiche italiane con Wild, un altro indiscusso capolavoro cinematografico firmato Valée.

Tratto dall’omonimo romanzo di Cheryl Strayed, scrittrice statunitense che nel 1985 affrontò a piedi un viaggio di 1600 km lungo la Pacific Crest Trail per superare una profonda crisi di valori e di fede verso la vita, Wild ci ripropone uno spaccato profondo e sincero dell’emozioni provate lungo questo viaggio duro e faticoso.

È il viaggio di una donna sulla trentina che ha smarrito la strada a seguito della morte prematura di sua madre, (la solare attrice Laura Dern), un divorzio non troppo voluto e l’allontanamento dal fratello minore. Non si tratta certo di un racconto riguardo la sorte beffarda e malevola di una giovane fanciulla, si parla invece di chi ha attraversato «un vita violenta», in cui amori adulteri, droga e sesso non erano altro che lo sfondo del vivere quotidiano e ha deciso di smettere, ripartendo dalle basi. Come riscoprendo la bellezza del camminare, ad esempio. Con un grosso zaino in spalla, certamente inadeguato al cammino, ma perfettamente in grado di simboleggiare il carico di vita che si porta dietro, Cheryl, qui interpretata da un’impeccabile Reese Whiterspoon, si avvia per un deserto di allucinante chiarezza, dove ad attenderla non c’è nient’altro se non la secchezza della terra arsa, che ben si adatta a rappresentare l’aridità di quell’anima battuta dal vento degli eventi, pungente e contrario. Non basterà la pioggia, non basterà la neve, non serviva neppure la paura a fermarla: Cheryl prosegue nel suo cammino illustrandoci la nobile arte del riparare le ferite e, allo stesso tempo, la forza del coraggio di affrontare la sfida verso una rinascita.

Se la trama riesce a filtrare così bene il filo logico della narrazione è anche grazie alla splendida fotografia offerta da Yves Bélanger, che è riuscito a immortalare l’immagine della sfida costante tra uomo e natura, mettendo continuamente in evidenza lo scontro tra la finitezza dell’uno e la grandezza smisurata dell’altro.

Toccherà ricredersi a chi è già convinto di vedere una versione tutta al femminile del noto Into the wild di Sean Penn. Questa pellicola, invece, è la giusta risposta per coloro che credono in modo ingenuo e superficiale, che i cammini possibili possano essere uno e uno soltanto, come anche i motivi per mettersi in cammino.

Quel che ci comunica con forza Valée è un messaggio quasi antitetico, ma non per questo in contrasto con quello veicolato dal registra francese: non una ricerca di purezza e di spiritualità estrema, ma un ritorno alla terra, un elogio alla vita nella sua matrice corporea e terrestre più che mai.

Titolo originale: Wild
Regia: Jean-Marc Vallée
Soggetto dall’omonimo romanzo di Cheryl Strayed
Sceneggiatura: Nick Hornby
Fotografia: Yves Bélanger
Montaggio: John Mac McMurphy, Martin Pensa
Scenografia:John Paino
Costumi: Melissa Bruning
Musica: Susa Jacobs
Suono: Andy Nelson, Ai-Ling Lee
Interpreti: Reese Witherspoon, Laura Dern, Thomas Sadoski, Michiel Huisman, Gaby Hoffmann, Kevin Rankin, W. Earl Brown, Mo McRae, Keene McRae
Produttori: Reese Witherspoon, Bruna Papandrea, Bill Pohalnd
Produzione: Pacific Standard Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 115’
Paese: Usa
Data di uscita: 5 marzo 2015