Donna, vita, libertà

Nella Giornata internazionale della donna, BIM Italia ha presentato in anteprima mondiale la pellicola in novanta cinema, dopo il passaggio ufficiale alla Mostra del cinema di Venezia del 2023 nella sezione Orizzonti, anticipando la distribuzione ufficiale nelle sale dal 4 aprile.

A Tiblisi, in Georgia, è tutto pronto per i campionati mondiali di Judo. Lo stadio è pieno, i telecronisti danno il benvenuto, le telecamere sono puntate sul tatami, il ring del judo, uno spazio che diventerà familiare per 105 minuti.

Le squadre sono arrivate e si allenano dietro le quinte, si studiano. Basta uno sguardo per capire quello che potrebbe succedere. Uno sguardo non è mai per caso. Lo sa bene Maryam (Zar Amir-Ebrahimi), ex promessa del judo iraniano dal passato sportivo oscuro e adesso allenatrice della squadra femminile, quando coglie la sua pupilla Leila (Arienne Mandi) parlare con la judoka israeliana. Leila è l’atleta di punta della squadra, determinata e pronta a tutto per raggiungere la medaglia d’oro. Sa che quello è il suo momento e se lo vuole andare a prendere sul tatami, avversaria dopo avversaria. Una dopo l’altra le fa fuori in fretta, troppo in fretta.

Anche se siamo a metà degli incontri, le cose si mettono bene per Leila, ma non per la nazione che lei rappresenta. C’è il rischio di incontrare la squadra israeliana e questo incontro “non s’ha da fare” per i Guardiani della Rivoluzione. Maryam viene richiamata all’ordine e messa alle strette. Anche se restia dovrà convincere Leila a ritirarsi, facendole fingere un infortunio, per non destare sospetti con l’organizzazione.

Parte da qui quello che è il cuore del film, la lotta di Leila per la vittoria sportiva e per la libertà, di scelta e di esistere come individuo, come donna iraniana. Inizia un vero e proprio corpo a corpo sul tatami, tra Leila e le avversarie, e fuori, negli spogliatoi, nei corridoi della palestra, tra Leila e i molti volti del regime, che proverà in ogni modo a fermarla, colpendo anche la sua famiglia, in un crescendo che toglierà il fiato, in tutti i sensi. Ne viene fuori un film intenso, dal ritmo serrato, claustrofobico, che acquista, grazie al sapiente montaggio e alla scelta del bianco e nero, toni da vero thriller.

Arienne Mandi è protagonista assoluta, con una interpretazione magnetica e come detto da Guy Nattiv, in collegamento dagli Stati Uniti durante la serata dell’otto marzo, «è da tenere d’occhio come una delle attrici più interessanti nel panorama internazionale». Il suo dramma ci arriva senza filtri, ci mette al tappeto, anche perché tutti abbiamo negli occhi le recenti manifestazioni anti regime delle donne iraniane. Al suo dramma si aggiunge quello di Maryam, che scopriamo ricattabile e meno in linea con il regime di quanto immaginassimo, portando così a una conclusione più in linea con i nostri auspici che con la realtà.

Ispirato a fatti veri (si pensi a Sadaf Khadem, boxer iraniana fuggita dal suo paese e adesso francese di adozione, o Elnaz Rekabi, arrampicatrice medaglia di bronzo ai Mondiali del 2021 che aveva gareggiato senza velo e punita dal regime), Tatami è il primo film co-diretto da un regista israeliano, Guy Nattiv, e da una regista iraniana, Zar Amir-Ebrahimi, che è appunto Maryam nel film, già vincitrice di una Palma d’Oro per Holy Spider di Ali Abbassi, altro thriller anti regime da recuperare per chi non lo avesse visto.

Titolo: Tatami – Una donna in lotta per la libertà
Regia: Guy Nattiv, Zar Amir-Ebrahimi
Sceneggiatura: Guy Nattiv, Elham Erfani
Attori: Arienne Mandi, Zar Amir Ebrahimi, Jaime Ray Newman, Ash Goldeh
Fotografia: Todd Martin
Montaggio: Yuval Orr
Musica: Dascha Dauenhauer
Distribuzione: Bim Distribuzione
Produzione: Keshet Studios, New Native Pictures
Genere: Thriller
Durata: 105 min