Compagni di bischerate

L’ultima pellicola di Carlo Verdone è un film fiacco, pedante e poco incisivo.

Il dottor Umberto Gastaldi è un rinomato e richiesto chirurgo che si avvale della collaborazione dei fidati colleghi Lucia Santilli, Corrado Pezzella e Amedeo Lasalandra.

Proprio quest’ultimo, oltre a essere l’anestesista, è anche la vittima sacrificale degli scherzi – talvolta anche molto pesanti – degli altri tre colleghi. Tutto cambia però quando Umberto scopre che Amedeo ha un male incurabile.

Decide allora di organizzare con Santilli e Pezzella una vacanza in Puglia per poter assistere Amedeo, senza però rivelargli il vero motivo della vacanza. Parafrasando l’iconica frase che esclama Gandalf una volta resosi conto del tradimento dell’amico e mentore Saruman ne Il Signore degli Anelli, potremmo esclamare: «Da quando Carlo il saggio ha abbandonato la sagace ironia che lo ha sempre contraddistinto per le battutine grette e volgarotte?».

Questo infatti è il primo pensiero che assale allo scorrere dei titoli di coda dell’ultima fatica del regista romano che, più che di Verdone sembra essere un film di Giovanni Veronesi, qui annoverato tra gli sceneggiatori. Se infatti questo film pesca, almeno nelle intenzioni, dai maestri della commedia all’italiana – Risi e Monicelli – il risultato finale è quanto di più buonista e all’acqua di rose possibile, ben lontano quindi dalla crudeltà che contraddistingueva pellicole come Il sorpasso, I Mostri e Amici Miei.

Veronesi quindi fallisce sotto molti punti di vista, il primo dei quali è come commedia all’italiana. La pellicola non mette a nudo l’ipocrisia dei protagonisti – ah come sono lontani i tempi di Compagni di Scuola – né illude gli spettatori e i protagonisti con un finale sulla carta a lieto fine ma in realtà amaro – Perfetti Sconosciuti. Siamo più che altro dalle parti di Piccole Bugie tra Amici – già di per sé imperfetta – però senza conflitto.

Il secondo errore è la scelta dei comprimari. Premesso che Tortora, Papaleo e Anna Foglietta siano degli ottimi interpreti, la loro alchimia con Verdone non è minimamente paragonabile, non solo con nessuno degli interpreti del già citato Compagni di Scuola, ma neanche con i Favino e con Giallini de Posti in Piedi in Paradiso. La terza lacuna è della commedia pura che, semplicemente non fa ridere, manca della sagacia tipica verdoniana.

Le uniche risate sono strappate da gag scurrili alla Vanzina e alla Brizzi e da qualche smorfia di Verdone. Tuttavia, l’aspetto peggiore – a parte il colpo di scena prevedibile già dopo cinque minuti dall’inizio della pellicola – è la pedanteria e il moralismo di cui è permeato Si vive una volta sola, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra Verdone e la figlia. È estremamente doloroso doverlo ammettere, ma Verdone non sembra aver più nulla da dire a livello cinematografico e si tra trasformando lentamente nell’odioso suocero interpretato da Gianni Musy in Compagni di Scuola.

Titolo: Si vive una volta sola
Produzione: Italia
Anno: 2020
Regista: Carlo Verdone
Sceneggiatura: Carlo Verdone, Psquale Plastino, Giovanni Veronesi
Produzione: Filmauro
Attori: Carlo Verdone, Rocco Papaleo, Max Tortora, Anna Foglietta
Musiche: Michele Braga, Tommy Caputo
Genere: Commedia
Durata: 105 minuti