La ferite di un supereroe

Continua il filone degli X-Men con un grande Hugh Jackman nei panni di un Wolverine sofferente e tormentato.

È un personaggio sofferente quello che Hugh Jackman interpreta nell’ultimo episodio del filone cinematografico dedicato agli X-Men – Wolverine: l’immortale. Dopo essere tornati alle origini del gruppo dei mutanti con X-Men: l’inizio e di Wolverine in particolare con X-Men – le origini: Wolverine, si compie un salto nel futuro, andando oltre a X-Men: conflitto finale e focalizzando l’attenzione sui timori e la angosce del mutante con gli artigli – sicuramente il personaggio più amato del gruppo.

Logan è un uomo tormentato dal passato: con capelli lunghi e barba incolta si sveglia di notte colto dagli incubi di due fatti drammatici della sua vita – la morte della moglie e l’esplosione della bomba atomica di Nagasaki durante la quale ha salvato la vita di Yashida (Hal Yamanouchi), un soldato giapponese terrorizzato dalla paura di morire. Decenni dopo è proprio quest’ultimo – ormai vecchio e in punto di morte – a richiamare Logan per ringraziarlo un ultima volta di quell’eroico atto del 1945. Ma il vero motivo del richiamo è un altro: Yashida – adesso magnate dell’industria tecnologica – ha ancora la stessa paura della morte di anni prima e ha escogitato un piano per sfuggirvi. Ma per questo ha bisogno di Logan: con l’aiuto della seducente oncologa il giapponese intende trasferire su di sé l’immortalità del mutante. Nel momento più complicato, Logan tornerà ad essere Wolverine.

I personaggi Marvel sono da sempre stati definiti come “i supereroi coi superproblemi”. In questo caso i problemi del protagonista sono “ultraproblemi”, addirittura drammi esistenziali. Incubi notturni e flashback di momenti di sofferenza e rammarico fanno emergere un personaggio molto lontano dall’immagine classica del supereroe: forte, invincibile, sicuro di sé. Il piano di cui è vittima, tra l’altro, lo umanizza, sottraendogli la capacità di rigenerare istantaneamente il proprio fisico e di guarire le ferite: lo vediamo, infatti, affaticato, sanguinante e zoppicante.

La pellicola oscilla, così, continuamente tra azione e intimismo, alternando scene adrenaliniche (come il combattimento a tutta velocità sul tetto di un treno in corsa) a momenti più pacati, riflessivi, crepuscolari o romantici. La sensazione, tuttavia, è quella di un mancato approfondimento di entrambi gli aspetti.

La realizzazione tecnica è ottima: l’ambientazione giapponese è ben riuscita; la scenografia curata; grossa attenzione è dedicata alle luci – con la visualizzazione di ombre cinesi e l’accostamento tra luce e buio – e ai colori – con lo sfruttamento di significative tonalità cromatiche, come l’azzurro per alcune scene notturne e il verde dell’abito dell’attraente e misteriosa oncologa. Non aggiunge nulla al film, invece, il 3D, a dimostrazione di un continuo cattivo sfruttamento della tecnica.

Sebbene più intimista e meno divertente, Wolverine: l’immortale può essere definito un film d’azione/d’avventura che ben si presta a una visione spensierata e leggera. Tuttavia si può scovare nella pellicola un tema estremamente interessante capace di attirare profonde riflessioni: quello dell’immortalità, della paura di morire e del desiderio dell’eterna giovinezza.

Il punto di forza, comunque, di questo film senz’altro buono ma non esaltante è ancora e sempre Hugh Jackman. L’attore si è ormai cucito addosso a perfezione il personaggio di Wolverine e ne mantiene le caratteristiche: presenza fisica, atteggiamento perennemente burbero e imbronciato, battute umoristico-sarcastiche taglienti come lame (anzi, artigli) e capaci di strappare allo spettatore risate piene di gusto.

Il supereroe è ferito, nell’animo e nel corpo. L’attore è in forma più che mai.

 

Titolo: Wolverine: l’immortale
Regista: James Mangold
Sceneggiatura: Cristopher McQuarrie, Mark Bomback, Scott Frank
Attori principali: Hugh Jackman, Tao Okamoto, Hal Yamanouchi, Rila Fukushima, Svetlana, Khodchenkova
Fotografia: Ross Emery
Montaggio: Michael McCusker
Musiche: Marco Feltrami
Scenografie: Francois Audouy
Costumi: Isis Mussenden
Produzione: Hugh Jackman, Hutch Parker, Lauren Shuler Donner, Joseph M. Caracciolo jr.
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: Azione / Avventura
Durata: 126 minuti
Uscita nelle sale italiane: 25 luglio 2013