Le battute si sprecano e sarebbe fin troppo facile sfruttare la sfumatura del “voglio crederci” per ironizzare proprio sull'”incredibile” secondo film tratto dalla saga culto anni 90 The X Files.
Sarebbe troppo facile, e infatti eccomi qui, finita la visione (ma anche durante la visione) pronta a dire :“io non voglio crederci, ma neanche un po’!!!

Piu’ che altro non posso credere che insistendo nel tentativo di realizzare un film dopo il primo clamoroso flop, non si sia riusciti a cavare un ragno dal buco in termini di restituzione delle suggestioni, degli ambienti e della magia che la serie televisiva piu’ misterica di fine millennio aveva imbastito.

Il messaggio che Mulder cerca di far passare nei dieci anni di indagini e battaglie solitarie con (e spesso contro) l’FBI fu semplice ma travolgente: c’è un mondo la’ fuori che nasconde una verita’ molto piu’ complessa di quella che un sistema organizzato per omologare ci propina ogni giorno. Una verita’ stratificata, fatta di alieni si’, ma soprattutto di dietrologie governative, reincarnazioni, poteri mesmerici e parapsicologici, che sono di questo mondo molto piu’ di quanto non si cerchi di far credere.

Ecco che i casi seguiti dal duo Scully – Mulder (una sorta di rivisitazione in chiave psychic del tandem poliziotto buono / poliziotto cattivo, in questo caso declinati come: possibilista / scettico), non si riducono a ossessioni personali di un Fox Mulder invasato (e’ un po’ l’immagine restituita su grande schermo, che tradisce lo spirito sagace e indagatore dell’agente TV), e sono bensi’ fatti approcciabili in primis con la logica e soprattutto con le prove.

L’incontrovertibilita’ dell’esistenza di un “mondo” diverso da come ci insegnano a vederlo (la presenza della oscura mano di un burattinaio onniscente e’ sempre evocata dai ragionamenti e confermata dallo svolgimento delle indagini), emerge forte e lontana dalla ridicolizzazione successiva.

L’uomo fissato con gli alieni e’ appunto un dejavu di cui e’ colpevole anzitutto il film del ’98, che ha spinto sull’accelleratore della paranoia screditando e mistificando tutto “il resto”, raccontato e conservato negli archivi di X Files (bellissima e quasi epica l’immagine di chiusura dell’episodio pilota Al di la’ del tempo e dello spazio, in cui la telecamera allarga fino all’infinito la ripresa di un’immenso e spaventoso magazzino nei sotterranei del Pentagono).

Come non ricordare l’episodio della seconda stagione: “Fobie Assassine“, in cui si affrontavano argomenti “all’avanguardia” come le conseguenze dei pesticidi piu’ mortali per gli insetti, vantaggiosi per i raccolti ma misteriosamente dannosi per l’essere umano? Gli alieni erano a latere, un fil rouge che stava ad indicare la suprema verita’ negata, simbolo delle tante bugie che ogni giorno ingoiamo, ignari e vittime di “cio’ che ci fanno a nostra insaputa”, o di cio’ che il nostro cervello puo’ fare ma che nessuno vuole che si sappia. Lo spirito ribelle e intrinsecamente illuminista di X Files catturava lo spettatore e lo scuoteva nel profondo, contagiandolo a dire “Ci credo. E anch’io voglio sapere”.

E’ chiaro che il criminoso macchiettismo derivato dal primo film ha indotto gli autori (i soliti Chris Carter e Frank Spotnitz) ad abbandonare gli omini verdi nel tentativo di recuperare anche “quell’altro” aspetto della serie: il giallo, il thriller e la corsa al mistero da rischiarare.

Essendo le intenzioni maggiormente lodevoli in questo secondo capitolo cinematografico, notiamo che quel che manca e’ proprio uno stile di regia che renda frizzante e ritmato cio’ che in nuce almeno questa volta poteva esserlo.

The X Files I Want To Believe appanna tutto quello che si puo’ appannare, e pur non macchiandosi della colpa della ridicolizzazione, nemmeno si avvicina ai fasti della serie.
A partire dagli attori.
Duchovny e’ il fantasma di se stesso e la Anderson non ha trattenuto niente del personaggio di Scully. Entrambi poi, si muovono nella loro relazione in modo goffo e impacciato, mente i riferimenti al loro amore suonano ridicoli e ai limiti dell’incesto (fa un po’ ribrezzo vederli a letto come una vecchia coppia alla Sandra e Raimondo!)

Il che suona poi come una vera e propria resa da parte degli sceneggiatori nei confronti del pubblico piu’ gretto, che abbisogna di veder finire a letto un uomo e una donna che hanno lavorato insieme, per godere del trionfo della truce carne (o del romanticismo piu’ banale) ad ogni costo.
Ma cosa c’e’ di piu’ romantico di due colleghi che, pur stimandosi e avendone passate tante, non scadono nella “conoscenza biblica”, mantenendo alta e pura le tensione fisica?

Punti di vista a parte i riferimenti alla vita privata e al passato dei due protagonisti (e della serie Tv) sono scritti male e presentati in modo didascalico, quasi a dire ai fan della fiction : “Toh, prendetevi queste briciole di ricordi e poi non dite che non manteniamo i riferimenti”.
Tutto in modo troppo sciatto e non sorvegliato. Tutto in modo gratuito.

La storia raccontata parla di trapianti di organi e staminali come nuovi confini della scienza frankenstainiana (le staminali come gli insetticidi OGM degli anni ’90? Pericolo eugenetica alle porte?), e lo fa in modo lento, registicamente insufficiente, privo di colpi di scena e di nessi logici coerenti.

C’e’ persino un sensitivo da due soldi che piange lacrime di sangue e ha un legame biografico con uno dei colpevoli. Il tutto somigliando piu’a Beautiful che a X Files.
Per non parlare del messaggio – mantra della serie, del tutto stravolto e modificato a vantaggio di Ratzinger.

Il voglio crederci che campaggiava nello studio di Mulder, e occhieggiava da un poster che gli faceva compagnia durante le sue solitarie elucubrazioni, si e’ trasformato in una preghiera mariana dai contorni cattolici.
Da atto di fede nei confronti dell’esistenza degli alieni (simbolo di una verita’ occultata), si trasforma in atto di fede in un Dio che invita a non arrendersi e a credere in lui come divina provvidenza, e suggerisce salti nel buio aggrappati alla certezza della SUA esistenza.

Ma cosa c’entra tutto questo con la serie che abbiamo amato e seguito (e che ci ha persino insegnato qualcosa) ?
Cosa ci fanno Scully e Mulder a letto insieme, che alla fine del film si abbracciano e pregano ?
Persino il celeberrimo motivetto di Mark Snow, rinnovato e riarrangiato, cambia sapore e disperde la primitiva e geniale atmosfera.

Il mio giudizio sulle pellicole tratte da serie cult e’ sempre quello (fino a prova contraria, of course): e’ meglio lasciare il mondo come sta, visto che realizzare questi film (Sex And The City) sortisce il duplice, disastroso effetto di scontentare i fans e annoiare a morte chi nemmeno conosce la pietra di paragone, e di certo, una volta uscito dal cinema, non morira’ dalla voglia di correre a vedersi le “puntate precedenti”.
Il puro esercizio economico di “spremitura a freddo” del limone gia’ ampiamente prosciugato, arriva forte e chiaro.
E non piace a nessuno.

The X Files I Want To Believe: dopo aver fatto ridere con gli alieni Chris Carter si fa beffe del suo stesso motto. Voglio credere in CHI??

La Frase: “È questa tua testardaggine che mi ha fatto innamorare.” Gillian Anderson, The X Files I Want To Believe, 2008.

VOTO: 4

APPROFONDIMENTI SU The X Files I Want To Believe:

Mulder e Scully Finalmente Amanti

Anticipazioni