Alla sua seconda fatica da regista, Ben affleck conferma la sua attitudine alle storie “ecologiche”, incentrate sul protagonismo di un ambiente (una città, un quartiere), raccontate con piglio noir, e (ci) convince che sta molto meglio dietro la macchina da presa, che davanti.

Che Doug MacCray (Ben Affleck, meno bolso del solito), sia un bandito gentiluomo, lo intuiamo subito, fin dalle prime sequenze in cui, posato e placido rispetto ai forsennati compagni di merende, si appresta a rapinare una (delle tante) banche di Charlestown, quartieraccio di Boston. Doug ha un animo gentile, delinque, suo malgrado, senza procurare dolore fisico, e si vanta di non aver mai ucciso nessuno. E’ qui che sta la tesi del film di Affleck (più o meno la stessa del precedente Gone Baby Gone): è l’ambiente a condizionare il nostro agire, a direzionarlo verso il bene o verso il male, senza per questo scalfire o modificare ciò che si è nel profondo, perchè l’essenza delle persone sopravvive alla loro collocazione sociale e contestuale, ed è destinata ad emergere, in un’apoteosi di redenzione, e morale del cambiamento.

Doug si innamora della testimone di un suo crimine, e pur iniziando a tampinarla per dovere nei confronti della sua cricca, scopre di essere inesorabilmente rivolto verso la definitiva conversione, nel tentativo di abbandonare uno stile di vita ormai stantìo (le rapine, la malavita) pronto ad abbracciare una nuova esistenza. Chiaramente quando si è immersi e incastrati nei giri criminali, venirne fuori non è certo cosa semplice.

Il film si costruisce sposando la visione dei “cattivi”, di cui sappiamo tutto e con cui l’occhio della camera coincide, “versus” i buoni (la polizia) di cui non sappiamo nulla, in un interessante ribaltamento di prospettiva che capovolge la consueta dinamica di empatia, per cui tra la guardia e il ladro, lo spettatore questa volta sceglie il ladro, che è quello che è non per condizione ontologica, ma per fatalità (non c’è colpa nel nascere dalla parte sbagliata).

The Town è un prodotto classico, che miscela gli stilemi di genere (il noir insieme a un pizzico di thriller e una spruzzata di sentimento) senza perdere mai il controllo nè uscire dalle righe, dosando sapientemente le angolazioni di un racconto, a tratti personale (la storia di Doug) e a tratti corale (i suoi compagni e il quartiere intero). Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2010,  The Town riesce ad affermarsi come un buon film (grande successo al botteghino) che raccoglie eredità importanti, sapide e solide, (il cinema di Eastwood), senza fronzoli “ma anche” (bisogna ammetterlo) senza particolari esplosioni di genialità (vedi il finale riconciliante che scarica le tensioni e spegne le amarezze, non proprio una trovata anti-hollywoodiana!)

The Town: Un buon assaggio di cinema classico

Voto: 6,5

Regista: Ben Affleck
Sceneggiatura: Ben Affleck, Peter Craig, Aaron Stockard
Attori principali: Ben Affleck, Rebecca Hall, Chris Cooper, Jeremy Renner
Fotografia: Robert Elswit
Montaggio: Dylan Tichenor
Musica: David Buckley, Harry Gregson-Williams

Genere: Noir, Drammatico
Durata: 123′
Soggetto: Tratto dal romanzo di Chuck Hogan