Metaverso, metacinecomic

Recensione di Spider-Man: No Way Home, il nuovo blockbuster di Casa Marvel. Un’efficace commistione di generi, di nostalgie e di diverse ere del cinema dei supereroi.

Fra i titoli più attesi e hyped della storia del cinema degli ultimi anni, Spider-Man: No Way Home è il più recente tassello aggiuntosi al Marvel Cinematic Universe e sicuramente resterà nell’immaginario collettivo come uno dei suoi capitoli più iconici. Diretto da Jon Watts, a cui si dovevano già i due precedenti Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home, e forte di un ricchissimo cast corale capeggiato da due giovani star in ascesa del calibro di Tom Holland e Zendaya, come ha rimarcato un regista decisamente auterish come Paul Thomas Anderson, No Way Home si avvia ad essere «il film che riporterà in sala gli spettatori dopo la pandemia». Il motivo è presto detto, ma seguiranno spoiler.

Al termine del precedente Spider-Man: Far From Home, il villain Mysterio rivelava al mondo intero la vera identità dell’Uomo Ragno: sotto la maschera, è l’adolescente Peter Parker, all’ultimo anno di high school. No Way Home prende le mosse da questa rivelazione, per mostrare quanto cambia la vita di Peter e dei suoi amici più stretti da quel momento in avanti: finiranno addirittura per essere respinti al MIT a causa delle controversie che ruotano attorno alla figura dell’Uomo Ragno. Cercando di risolvere la situazione, Peter si rivolge al Doctor Strange per fare un incantesimo che cancelli a (quasi) tutti la memoria della rivelazione di Mysterio; ma durante l’enunciazione della formula magica qualcosa va storto, e da altri universi paralleli iniziano ad arrivare, secondo le parole di Strange, «tutti coloro che sanno che Peter Parker è Spider-Man».

Anticipato già da Avengers: Endgame nonché dalla serie televisiva WandaVision, con No Way Home entra definitivamente a far parte dell’immaginario cinematografico della Marvel il concetto di Multiverso, che aprirà numerose potenzialità narrative nei film e negli anni a venire. E soprattutto, No Way Home porta ad implicazioni metacinematografiche non da poco, dal momento che, a causa dell’incantesimo sbagliato, si affacciano nel mondo di Peter sia i villain dei precedenti film di Spider-Man, sia i precedenti interpreti dello stesso personaggio: vale a dire, Tobey Maguire, protagonista della classica trilogia di Sam Raimi uscita tra il 2002 e il 2007, e Andrew Garfield, su cui era costruito invece un progetto di reboot non andato a buon fine, che aveva portato nondimeno a due film tra il 2012 e il 2014.

Metacinematograficamente parlando, non è cosa da poco che una saga, in questo caso la trilogia di Spider-Man di Jon Watts, si allarghi ad assumere nella propria narrazione i protagonisti di precedenti rivisitazioni del personaggio: ma No Way Home sembra avviarsi sulla strada di una nuova tendenza nel ramo dei cinecomics, se è stato annunciato che in The Flash Michael Keaton riprenderà i panni di Batman oltre trent’anni dopo il cult movie di Tim Burton del 1989.

Al di là del twist point dei tre Spider-Man, su cui i fan avevano lungamente speculato, non c’è molto altro da dire su No Way Home. È il classico, ottimo film della Marvel, con una regia di servizio, una fotografia funzionale a cura del premio Oscar Mauro Fiore, il solito senso dell’umorismo ricco di easter egg e una piacevole dimensione nerd su cui gli sceneggiatori non perdono mai il controllo. Il lieto fine è obbligato, i messaggi positivi sono obbligati, il sacrificio è altrettanto obbligato, ma, al di là di queste semplificazioni, il film resta una straordinaria esperienza cinematografica. Nella vexata quaestio su quale sia lo specifico cinematografico, spesso i blockbuster restano del tutto esclusi: No Way Home invece sfrutta appieno tutte le potenzialità che il grande schermo ha, sia dal punto di vista del visivo sia da quello del sonoro. Al tempo stesso, combina il genere del cinecomic a quello di un teen drama con tutti i crismi. Ed è nella concretezza con cui si racconta la quotidianità da studenti di Peter, MJ e dei suoi amici che No Way Home rivela ulteriori implicazioni tematiche: in fondo, essere supereroe è per Peter semplicemente uno dei tanti elementi alla base del suo processo di crescita e di individuazione.

Titolo: Spider-Man: No Way Home
Regista: Jon Watts
Sceneggiatura: Chris McKenna, Erik SommersAttori principali: Tom Holland, Zendaya, Willem Defoe, Alfred Molina, Marisa Tomei
Scenografia: Rosemary Brandenburg, Emmanuelle Hoessly
Fotografia: Mauro Fiore
Montaggio: Jeffrey Ford, Leigh Folsom Boyd
Costumi: Sanja Milkovic Hays
Produzione: Marvel Studios, Columbia Picutres, Pascal Pictures
Distribuzione: Warner Bros Entertainment Italia
Durata: 150’
Genere: supereroi, azione
Uscita: 15 dicembre 2021