Quando il terrore viene dagli abissi, la nostra mente non può che tornare al 1975, anno in cui Steven Spielberg diresse Lo squalo (3 Oscar, tra cui quello alla colonna sonora di John Williams), film in cui uno sceriffo ed un biologo marino tentavano di fermare uno squalo che mieteva le sue vittime tra i bagnanti del New England.

Fu un successo planetario ed un prototipo tra i più imitati nel tempo. Oggi Alexandre Aja, giovane ed apprezzato autore di genere horror-splatter (tra le sue pellicole Alta tensione ed il remake Le colline hanno gli occhi), ripercorre l’esperienza (elettrizzante?) di spaventare e fare spettacolo al tempo stesso con il suo Piranha 3D.

Il film riprende un filone tipico degli anni ‘70/’80, mirando a riproporre quella sensazione un po’ perversa di ‘divertimento-terrore‘ dovuta alla trasformazione di situazioni normali – quale potrebbe essere una vacanza – in veri e propri incubi. La dimensione del terrore risulta inoltre rafforzata dal 3D, che ‘permette‘ ai voraci pesci del titolo di uscire dallo schermo per ‘sommergerci e morderci‘, lasciando brandelli di corpi e sangue ovunque.

Ambientato in Arizona, sul Lago Victoria, il film si apre con un cameo di Richard Dreyfuss nella parte di un vecchio pescatore (i vestiti e la canzone ricordano proprio il biologo Matt Hooper interpretato nella pellicola di Spielberg, come in un ideale passaggio di testimone ben augurante), la cui barca viene risucchiata a causa di un’attività sismica: dal fondo del lago fuoriescono una miriade di improbabili creature preistoriche, scomparse più di 2 milioni di anni fa, ed ovviamente carnivore! Ma in quelle acque gli studenti sono soliti passare il loro ‘spring break‘ (una settimana di bagordi primaverili tra bagni, sbronze e sesso) ed è intuibile come andrà a finire. Tra i personaggi, accanto agli ignari bagnanti, abbiamo un biologo marino e lo sceriffo del luogo, che – riprendendo R. Moore-Bond nella scena dei coccodrilli in Vivi e lascia morire – salta su detriti galleggianti tra le acque infestate dai piranha per raggiungere un motoscafo .

Ora, al di là della prevedibilità di alcune scene e di eventi finalizzati a suscitare nello spettatore orrore e paura, le perfette creature preistoriche create al computer hanno la forza di rendere verosimile ciò che risulta essere una magnifica rappresentazione del fantastico. Tuttavia, potenziando l’effetto horror con il 3D, non si potenzia allo stesso tempo l’interesse verso una tematica alquanto obsoleta; anzi, paradossalmente, si perde quella che un tempo era la vera tensione creata ad arte dai vecchi maestri del terrore, quando uno scricchiolio, un ombra o le fauci spalancate di uno squalo meccanico, avevano il potere di farci sobbalzare sulla sedia, perché la paura non si poggiava solo sulla assoluta certezza che qualcosa di sanguinolento ed atroce stava per accadere, ma anche sulla speranza che il nostro “eroe” ce la potesse fare, con un interesse rivolto più alla storia ed ai personaggi, che agli effetti speciali, considerati solo strumento e non protagonisti assoluti.

Titolo Originale: Piranha 3D
Regista: Alexandre Aja
Sceneggiatura: Peter Goldfinger e Josh Stolberg
Fotografia: John R. Leonetti
Montaggio: Baxter
Musiche:Michael Wandmacher
Genere: Horror, Splatter
Durata: 88’
Attori principali: Elisabeth Shue, Adam Scott, Jerry O’Connell, Jessica Szohr, Ving Rhames, Steven R. McQueen