Nella filmografia dei fratelli Cohen, Non é un paese per vecchi ( tradotto letteralmente ma che forse perde l’ambivalenza del titolo originale No country for old men) rappresenta un’inversione di marcia dopo le stanche commedie che hanno segnato gli ultimi anni della loro carriera.

Il film che ha trionfato all’ultima edizione degli Oscar con ben quattro statuette (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura) è comunque un tipico prodotto delle menti geniali del duo di registi che come sempre sono anche produttori e autori della sceneggiatura.

Con il loro ormai usuale umorismo nero ci raccontano l’ennesima parabola morale, una sorta di dramma a tesi i cui toni però non scadono mai nelle sabbie mobili del moralismo, pericolo sempre in agguato quando si vuole proporre una personale visione della realtà.

La vicenda narra di un veterano della guerra del Vietnam di nome Lewelyn Moss (Josh Brolin) che durante una battutta di caccia si trova sulla scena di uno scambio di droga finito male.

Come è facile immaginare si approprierà del malloppo ma attirerà le attenzioni di molti,tra cui uno spietatissimo assassino di nome Chigurth (un Bardem con un inquietante pettinatura a caschetto) e uno sceriffo di contea) e uno sceriffo di contea (Tommy Lee Jones) che tenterà disperatamente di aiutare il veterano. Per la quasi totalità del film i fratelli Cohen mettono in scena la fuga di Lewelyn da Chigurth, alternando il racconto tra sequenze di contemplazione di un paesaggio che potremmo definire di frontiera (ampi spazi, deserto a perdita d’occhio) e scene di confronto tra i due personaggi principali.

Con indubbia capacità di immedesimazione i registi americani ci inducono a credere che alla fine sia Lewelyn a spuntarla, ovvero che il film sia l’ennesima riproposizione dello schema di confronto protagonista-antagonista con relativo lieto fine tipico del cinema classico americano.

E invece é proprio attraverso le convenzioni del genere che i fratelli Cohen cambiano le carte in tavola:a sopravvivere sarà Chigurth, il personaggio su cui realmente si innesta la riflessione del film, un tipo di uomo nuovo,assolutamente privo di coscienza che uccide senza battere ciglio per perseguire il suo scopo.

Il personaggio incarnato da un Bardem in stato di grazia serve a ribadire che non c’e alcun Dio a muovere le cose umane e che la morale è una scelta assolutamente personale e per questo forse ancora più coraggiosa. Coraggiosa sì ma spesso perdente.

Il pessimismo degli autori é incarnato nel volto marmoreo di Tommy Lee Jones, un personaggio dolorosamente consapevole della perdita irreversibile del suo tempo, impotente al cospetto di un mondo caratterizzato da una progressiva e inesorabile disumanizzazione.