Recentemente è stato trasmesso in tivu il film Divorzio all’italiana del 1964 (reperibile in dvd) e che ha contribuito a consacrare la Loren come star in assoluta e rampante ascesa dopo l’Oscar ricevuto nella Ciociara (1960) pochi anni prima.

  • Scheda Tecnica

Per la cronaca, questo film segnò un punto di non ritorno di Sofia perché un’interpretazione come quella la portò lontano, negli Usa, dove si sarebbe definitivamente radicata nello star system.

Matrimonio all’italiana con la regia di Vittorio De Sica è una rivisitazione dell’opera teatrale Filomena Marturano di Eduardo De Filippo, opera che il Maestro prediligeva fare recitare a sua sorella Titina e a cui dedica, definitivamente, questo pezzo fatto di carne, sangue, pelle e lacrime italiane oltre che napulitane.

Matrimonio all’italiana è uno spaccato della storia sociale dell’Italia di quegli anni, appena uscita dalla guerra, direbbe Giancarlo Fusco: Quando l’Italia tollerava, quell’Italia che avrebbe tollerato di certo fino al 1956 (alla chiusura delle case chiuse della legge Merlin) ed è in un bordello che si incontrano Sofia Loren e Marcello Mastroianni perdigiorno della Napoli-bene.

Sembra che S. Loren (ma quando è più bella? da giovane quando incontra Marcello, da adulta quando gli si dedica o quando matura lo sposa? ) meravigliosa quando cammina fra le masserizie della guerra nel quartiere di Toledo, come le speranze autoriflettenti dell’Italia per la fine di un’epoca, un’opera la cui vita si deve a S. Loren, che caldeggiò con fervore al marito Carlo Ponti per fare la versione cinematografica di Filomena Marturano , forse con tante adiacenze e biografiche in comune, la vita da orfana, un papà che non la voleva e che l’avrebbe riconosciuta con interesse solo quando era Sofia , la fame, la miseria, le umiliazioni subite da chi voleva fare del cinema in quegli anni, sulla scia d’ombra della produzione americana di cinecittà (ricordiamo la primissima comparsata di Sofia sul set di Ben Hur a lanciare manciate di petali di rosa sulla biga).

Sofia, fa la parte di una madre coraggio, una donna di vita che non ammazza i tre figli degli uomini distratti che la fanno diventare mamma e che con i suoi guadagni li mantiene in un’onorata vita professionale. Si spiegherà con i tre ragazzi sconosciuti fra loro , ma suoi amati figli dicendo che a sedici anni c’erano tante forchette e un piatto solo sulla tavola, che suo padre dopo averla guardata le avrebbe detto che non mangiava più come una bambina. Ecco la lama che divide il film e il cuore, la doverosa scelta di un lavoro , la miseria, la strada, la casa chiusa.

Sotto i fischi di un bombardamento Sofia e Marcello s’incontrano e nasce una storia , dove Domenico Soriano non prende decisioni matrimoniali pur appropriandosi del lavoro e della vita stessa di Filomena Marturano e dove maschilisticamente continua a flirtare, fino a quando cinquantenne, decide di sposarsi con la cassiera ventenne (Marilù Tolo) e liquidare tutte le attività per vivere altrove. Filomena dunque si finge in punto di morte per farsi sposare da don Dummi (Mastroianni) per onore dei figli, che avessero un nome, uno status onorato sulle loro carte quando si presentavano a chiedere un lavoro e che non fossero discriminati (anche questo succedeva nell’Italia di qualche tempo fa , infatti l’adulterio era punito col carcere e il divorzio un’infamia di cui non si potava parlare, c’è un prima e un dopo il ’68 dei diritti) dal cognome marchiante dell’esposto. La mia giustizia, Dummì, fa ridere, la tua fa piàgne. Dice Sofia a Marcello quando lui non accetta quel ridicolo matrimonio in punto di morte per la ricerca dei diritti dei figli.

A questo punto Filomena rivela a Domenico che gli ha rubato per mantenere i figli e che uno dei tre è suo. Improvvisamente l’aggressività di Domenico Soriano Mastroianni, eterno dandy decade, ma qual è suo figlio? Sente l’età, il peso, l’affanno del tempo, ma anche di una vita che non è stata dissipata. Perché non me l’hai detto ? E Sofia gli risponde che gliel’avrebbe fatto ammazzare in grembo se l’avesse saputo. Marcello è straordinario a stare in secondo piano dalla leonessa Loren, ma la incalza ad un passo drammatico potentissimo: la vita, i figli, la società , la volontà di lottare dell’Italia lo splendore dello sguardo indomito di Sofia.

Quando Mastroianni e Sofia convolano a nozze finalmente in accordo, con i tre figli al seguito, si vede il più piccolo dei tre che guarda Don Domenico Soriano e gli dice, in chiusura di film solo due parole, ciao papà. In questo finale dove SofiaFilumena finalmente riesce a piangere (gli oppressi non se lo possono permettere, devono lottare sodo) si percepisce lo sguardo di MarcelloDon Domenico, che metabolizza la dolcezza del concetto di padre.

E davvero tutti i, mamma o papà che siano sentono che sono i sentimenti e la loro forza che rende davvero tali i genitori.