Sono passati 10 anni, eppure, dopo 4 film, le avventure di Manny, Diego e Sid non stancano.

Sembra ieri che la 20th Century Fox e la Blue Skies Studios presentavano il piccolo e maldestro Scrat, una sorta di scoiattolo preistorico con l’ossessione per le ghiande, intento a rincorrerne una come provvista per il gelo. Era il 2002, era il primo episodio di L’Era Glaciale, e ora, a 10 anni di distanza, esce nelle sale la 4 avventura di Manny, Diego e Sid: il tutto, ovviamente, per colpa di Scrat.
Scrat infila la ghianda nel terreno, che crolla fino a portarlo al centro della terra. L’impatto provoca la deriva dei continenti, che da blocco di ghiaccio unico assumono la conformazione attuale. Manny ormai è padre di famiglia, alle prese con le bizze adolescenziali di sua figlia Pesca, la famiglia di Sid gli lascia la vecchia nonna, prima di abbandonarlo nuovamente, e Diego resta invece tigre solitaria. Eppure, la frattura del terreno allontana i tre protagonisti, che dovranno vedersela con un nuovo pericolo: i pirati.
Non è necessario avere un occhio particolarmente raffinato per notare l’abisso che esiste tra il primo episodio e L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva. La tecnica di animazione, infatti, nel corso degli anni ha raggiunto delle vette che difficilmente saranno superate, raggiungendo, di fatto, coloro che sembravano inarrivabili: i colossi Dreamworks e Disney/Pixar. Oltre ad un utilizzo finalmente sensato della tecnologia 3d, ciò che risalta immediatamente è l’attenzione quasi maniacale per ogni dettaglio, dove le gocce d’acqua, il pelo degli animali, e i blocchi di ghiaccio sembrano essere quasi arrivati ad un livello di realtà, tanto sono belli. A livello tematico, invece, non sono evidenziabili cambiamenti sostanziali, in quanto la narrazione gira attorno all’amicizia, la famiglia, l’accoglienza, la lealtà e l’amore: nulla di nuovo, ma che viene declinato in modo tale da non risultare ripetitivo e stucchevole. Il pregio maggiore di questo film, infatti, è proprio il fatto che, a differenza di altre trilogie o quadrilogie animate, gli animatori di L’Era Glaciale sono riusciti nell’impresa di rinnovarsi, un’impresa che a molti non è riuscita: si pensi a Shrek, che dopo il secondo meraviglioso capitolo ha subito un crollo che è terminato nel tonfo di Il Gatto con gli Stivali. Inoltre, elemento non trascurabile, gli sceneggiatori hanno limitato il più possibile la presenza dei mammuth adolescenti, giusto il tempo di introdurre la tematica della diversità e dello sballo, che, se fosse durato di più sarebbe (s)caduto nel ridicolo. Certo, in questo caso le figure di Sid e di Scrat rendono quasi la vittoria assicurata, per lo meno sul pubblico dei più piccoli, ma non solo, che non potranno non esplodere in una risata di fronte alle loro trovate strampalate, arrivate al culmine con un finale che definire geniale sarebbe riduttivo. Ormai sembrerebbe tutto finito, ma chissà, un’altra ghianda potrebbe provocare qualche irreparabile cambiamento geologico.

Titolo: L’Era Glaciale 4 – Continenti alla deriva
Regista: Steve Martino, Mike Thurmeier
Genere: Animazione
Durata: 88min
Anno: 2012
Produttore: Lori Forte, John C. Donkin
Casa di produzione: Blue Skies Studios
Distribuzione: 20th Century Fox
Fotografia: Renato Falcao
Musiche: John Powell
Montaggio: James Palumbo, David Ian Salter