La poesia della vita

Beatrice Baldacci dirige Irene Vetere e Lorenzo Aloi, ne La Tana. Prodotto da Lumen Films e presentato nel 2021 alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, il film sonda l’animo umano, sorprendendo. Dal 28 aprile nelle sale di tutta Italia.

La tana è un rifugio, sicuro, lontano da sguardi. La tana è protezione, covo dove nascondere e nascondersi, in cui non entra luce, se non attraverso spiragli. La Tana, titolo di questa opera prima di Beatrice Balducci, è l’essenza di tutto il film, la sua metafora.
L’esordiente regista, che nel 2019 ha vinto il Premio Zavattini con il cortometraggio Supereroi senza Superpoteri, ne La Tana mette a nudo non solo corpi, ma l’anima stessa dei protagonisti. Esorcizza la sofferenza e il dolore affidandoli ai personaggi, scritti insieme a Edoardo Puma, che ha donato lucidità dove il trasporto emotivo della regia era più forte.
Al centro della storia ci sono Lia (Irene Vetere), una ragazza introversa ma disinibita, e Giulio (Lorenzo Aloi), un ragazzo che insieme ai genitori (Elisa Di Eusanio e Paolo Ricci) ha deciso di trascorrere l’estate dei suoi diciotto anni in campagna, lavorando nei campi per aiutare la famiglia.
L’incontro tra i due giovani avviene proprio tra la natura ed è un crescendo di sensazioni, ma anche di mistero, scoperta dei corpi e poi delle menti. La ragazza vive nel casale, da molto tempo disabitato, di fronte a quello di Giulio e ogni loro appuntamento si trasforma in una sfida, in un gioco pericoloso. A tutto ciò Giulio non riesce quasi mai a sottrarsi e lo strano comportamento di Lia lo coinvolgerà a tal punto da arrivare a varcare la porta di quel casale, all’interno del quale Lia nasconde un segreto.
Suspense e dramma psicologico si fondono trascinando lo spettatore, attraverso prima il punto di vista di Giulio e poi attraverso quello di Lia, in un contesto bucolico fatto di silenzi e suoni, che si riproducono insieme al tormentato passato di lei. 
La fotografia di Giorgio Giannoccaro cattura i fiori (su tutti la bella di notte in assonanza con Lia) e la natura tutta, diventando essa stessa co-protagonista di questa storia d’amicizia, d’amore, ma soprattutto di vita. Non c’è una precisa localizzazione spaziale-temporale, trattandosi di una storia universale, senza riferimenti: si mescolano però un passato e un presente, documentati per lo più da alcuni oggetti coperti di polvere. 
Interessante inoltre il formato 1.375:1, Academy Ratio, utilizzato da Balducci, che pone l’accento sulle emozioni dei personaggi, come se ci fosse una lente d’ingrandimento a focalizzarle.
Bravissimi Irene Vetere e Lorenzo Aloi, calati perfettamente in questi personaggi sospesi nel tempo. A Hélène Nardini va un plauso particolare, poiché, senza svelare troppo del proprio personaggio, riesce a trasmetterne le bellissime emozioni, pur avendo la sua Laura dei limiti fisici e mentali importanti, che l’attrice ha affrontato in modo intenso e impeccabile.
Le musiche di Valentino Orciulo, in modo mai invadente, bensì delicato, irrompono tra i tanti silenzi necessari del film, che s’arricchisce di una tensione particolare fino all’ultima sequenza.
Chiunque dal 28 aprile troverà rifugio al cinema, quindi ne La Tana, riscoprirà indubbiamente delle sensazioni vissute, che in qualche modo gli appartengono, sintetizzate attraverso uno stile artistico ricercato, che abbraccia le riflessioni alla pura poesia dell’immagine.

Titolo: La Tana
Regia: Beatrice Baldacci
Soggetto e sceneggiatura: Edoardo Puma, Beatrice Baldacci
Attori principali: Irene Vetere, Lorenzo Aloi, Hélène Nardini, Elisa Di Eusanio, Paolo Ricci, Federico Rosati
Musiche: Valentino Orciulo
Fotografia: Giorgio Giannoccaro
Montaggio: Isabella Guglielmi
Scenografie: Raffaele Lucci
Presa diretta: Francesco Murano
Supervisionesuono e mix: Alessandro Bianchi
Produzione: Lumen Films in collaborazione con Rai Cinema e NABA Nuova Accademia di Belle Arti
Distribuzione: P.F.A. Films
Durata: 88’
Genere: drammatico
Uscita: 28 aprile 2022