Le cose ultime e archetipiche

Piccola perla “nascosta” del catalogo di Netflix, La scoperta è un’interessante esplorazione in chiave fantascientifica della caducità umana e della ricerca di certezze sull’aldilà.

Uno degli ultimi titoli ad essere interpretati dal leggendario Robert Redford prima del suo ritiro nel 2019, La scoperta è un film di fantascienza crepuscolare che, pur con un tono un po’ dimesso, va in maniera esplicita e tutto sommato originale a divagare sulle cose ultime: la morte, l’aldilà, l’anima, la memoria, l’aldilà in assenza di un Dio. La scoperta è per molti versi sorprendente, sia come film di fantascienza contemporaneo – sia come prodotto di una piattaforma streaming generalista qual è Netflix – per la semplicità e la linearità con cui affronta secondo stilemi classici un tema fondamentalmente inedito, inedito perché eluso, raccontato per lo più in via di metafora.

L’incipit de La scoperta è chiaro e paradossale: un anziano fisico, Thomas Harbor, ha scoperto le prove scientifiche dell’esistenza di un aldilà. Per quanto Harbor non sia ancora stato in grado di comprendere in che cosa consista quest’aldilà, l’annuncio della sua scoperta ha suscitato un’ondata milionaria di suicidi in tutto il mondo. Tutti si sparano, si impiccano o si annegano pur di andare «dall’altra parte», noncurante delle precisazioni di Harbor che invano si affretta a definire scientificamente quest’aldilà come un mero «diverso piano di esistenza». Ritiratosi su un’isola poco abitata assieme a un gruppo di seguaci che sfiorano la dimensione settaria, Harbor viene raggiunto dal figlio maggiore Will, da tempo rancoroso dell’uomo che lui incolpa per il suicidio della madre. Will ha però incontrato, sul traghetto di andata, la fragile Isla, una giovane ragazza-madre che, sentendosi in colpa per la morte del figlio, è anche lei «pericolosamente attirata dall’aldilà». Harbor, Isla e Will, affiancati da Toby, fratello minore del terzo, e dall’inquieta Lacey, continueranno a fare esperimenti sull’aldilà fino ad arrivare a una sorprendente scoperta; un colpo di scena finale chiarirà il rapporto tra Will e Isla.

Minimalista per essere un film comunque etichettabile come fantascientifico, La scoperta si contraddistingue per essere il punto di incontro di diverse archetipicità, sufficientemente mescolate tra loro perché il film risulti originale, straniante e per certi versi sorprendente. Thomas Harbor non è che un dottor Frankenstein ribaltato, che invece di cercare di riportare in vita i morti dedica la sua esistenza – e distrugge la sua famiglia – solo per dimostrare scientificamente che con la morte non finisce tutto. La registrazione in video dell’aldilà, attorno al quale si muove tutto l’atto centrale della pellicola, mostra dei debiti con il torrenziale Fino alla fine del mondo di Wim Wenders, un altro film di fantascienza autoriale camuffata da omaggio ai B-movies degli anni cinquanta nella cui seconda parte affiorava un misterioso apparecchio capace di registrare i sogni dei protagonisti. Alcune situazioni riportano alla mente l’immaginario di Philip K. Dick, soprattutto quello dei racconti, anche se vengono poi “risolte” con maggiore semplicità. Questi echi, piccoli o grandi che siano, vengono però sviluppati in contesti inediti, in ambientazioni quasi squallide per quello che è appunto un film di fantascienza – una grande intuizione ossimorica riconducibile allo Stalker di Tarkovskij – fino a creare una storia forse non equilibrata nelle sue componenti, ma decisamente suggestiva e molto più fertile, in termini di pregnanza simbolica e visiva, di quelle che siamo abituati a trovare sulle principali piattaforme streaming.

La potenza de La scoperta sta in fondo proprio nel tono sottomesso con cui sin dalla scena prima dei titoli di testa esplicita il suo tema. E se in fondo è vero che, come disse qualcuno, siamo stati sulla Luna ma l’esplorazione della nostra mente non è che appena cominciata, una parte importante del suo carattere ipnotico e straniante La scoperta lo trae proprio dal proprio immaginare e rappresentare in modo convincente la possibilità che ci sia una parte della nostra mente, extracorporea e inconscia, ciò che atavicamente si chiamava anima, e anima immortale.

Titolo: La scoperta (The Discovery)
Regista: Charlie McDowell
Sceneggiatura: Charlie McDowell, Justin Lader
Attori principali: Robert Redford, Rooney Mara, Jason Segel, Jesse Plemons, Riley Keough
Scenografia: Chris Fagan
Fotografia: Sturla Brandth Grøvlen
Montaggio: Jennifer Lilly
Costumi: Keri Langerman
Produzione: Endgame Entertainment, Netflix, Protagonist Pictures
Distribuzione: Netflix
Durata: 102’
Genere: fantascienza, drammatico
Uscita: 31 marzo 2017