Lady Georgiana Spencer è una giovane aristocratica, ingenuamente inconsapevole del suo alto potere seduttivo e della sua innata classe.

Dalla prima scena, che la vede immersa in un verde prato collineggiante, intenta a giocare spensieratamente con coetanei del suo stesso rango, non si può non restare rapititi dal suo fascino e dalla sua eleganza, che la contraddisguono, facendola emergere dal nutrito gruppetto di amiche imbellettate ad arte.

Intanto, da dietro le vetrate del sontuoso salone della tenuta di campagna, la madre, Lady Georgiana Spencer, sta concludendo con successo il matrimonio tra la figlia diciassettenne e William Cavendish, duca del Devonshire, ottimo partito per garantire una solida copertura finanziaria alla casata Spencer, ma uomo in età ben matura e, soprattutto, avidamente preso da sé stesso ed interessato solo ad avere al più presto un erede maschio, per non lasciar estinguere la discendenza.

E fa presto la sprovveduta Georgiana a rendersi violentemente conto del reale carattere del consorte: circondata da agi e comodità nello sfarzoso possedimento londinese del Duca, ella capisce entro breve quanta distanza e mancanza di amore e trasporto intercorrino tra lei e il Duca, suo marito, il quale non tenta nemmeno di nascondere come, alla compagnia della moglie, preferisca nettamente l’intrattenersi con le cameriere o il giocare con l’inseparabile coppia di labrador pezzati.

Consigliata in questa direzione dalla madre, prudentemente(ed egoisticamente) interessata a mantenere l’unione matrimoniale ad ogni costo, pena debiti ed umiliazione per gli Spencer tutti, Georgiana inghiottisce non senza fatica l’amaro boccone e, nonostante i ripetuti tradimenti e le umiliazioni e meschinità cui il Duca brutalmente e sempre più assiduamente la sottopone, si ricava ben presto un posto di spicco nella società.

Irreprensibile padrona di casa, intrattiene i Whig, partito d’appartenenza del marito, colpendo al cuore il giovane rappresentante del gruppo, Charles Fox.

Georgiana, per la prima volta nella sua vita, si sente trattare alla pari da un uomo, rispettata ed amata per la sua persona, incoraggiata a partecipare, con la sua intelligenza ed arguzia, alla vita politica, valutata per il suo pensiero e non più solo trattata come un arido burattino privo di sentimenti. Ecco che così la giovane donna, con gesta rivoluzionarie, se si pensa alla figura della donna a fine Settecento e a come fosse lontana ed inimmaginabile concepire il suffragio universale, esce allo scoperto difendendo le proprie idee senza vergogna.

Galeotto l’incontro con l’affascinante Conte Grey, protetto del medesimo Fox, con il quale la bella Imperatrice della Moda, così ribattezzata grazie alle sue mises e parrucche ricercate e vistose che dettano prepotentemente vere tendenze, inizia un’appassionata ed intensa relazione clandestina.

Certo il livore che Georgiana cova non riesce però ad essere attenuato neanche da questo grande amore: come rimanere indifferenti di fronte ad un marito che, strappandole letteralmente la sua sola amica e confidente, Miss Bess, e facendone la sua amante ufficiale, arriva ad imporre una forzata ed umiliante convivenza a tre nel palazzo di Londra, ridicolizzando ancora di più la giovane moglie, che già in passato aveva accettato senza fiatare di crescere come sua una figlia illegittima del marito?!

Racconto di una tragedia frustrata, la pellicola dell’inglese Saul Dibb, nelle nostre sale dalla Vigilia, non può non riportare alla mente la storia altrettanto infelice di un’altra donna Spencer: l’immortale Diana, da sempre sofferente per l’indifferenza del marito Charles. È evidente che la duchessa fu per la sua epoca ciò che Lady D. è sarà poi nella seconda metà del secolo scorso: un’icona di bellezza e allure, madre devota, attivista politica impegnata in prima persona e del popolo intero. “Una diva, una celebrità ma anche una figura immensamente tragica”, queste le testuali parole della Foreman, autrice del libro da cui Dibb si è lasciato ispirare per il suo film, nonché partecipante attiva alla preparazione e montaggio di tutte le scene.

Lady Diana non fu dunque la sola Spencer a conquistare il cuore di una nazione ma non quello del suo uomo; prima di lei, nel lontano 1774 lo stesso triste fato toccò all’ava Lady Georgiana Spencer.

Sceneggiature e paesaggi perfetti, l’accurato studio e meticolosa ricerca storica a monte dell’intero progetto, gli strabilianti costumi studiati ad arte(indiscusso merito del costumista Michael ‘o Connor, premiato dallo stesso Satellite Award) non riescono però a nascondere la mancanza di carattere che caratterizza il film.

Nonostante indiscutibili momenti distintivi, questi non sono in grado di sopperire ad un lungometraggio che, dispiace dirlo, vive per gran parte della sua durata di elementi piuttosto asettici e, pur con l’impeccabile interpretazione degli attori (non fosse stato per merito di Finnies il Duca sarebbe stato uno dei personaggi più piatti della storia del cinema), il lavoro si limita ad essere ‘uno dei tanti’ e pago di questa condizione lascia al pubblico l’interrogativo su quanto e come film di questo tipo abbiano oggigiorno ragione di esistere.

Distante anni luce dall’irriverente, moderna e quasi psichedelica rilettura che Sofia Coppola osò proporre due anni fa intorno alla figura di Maria Antonietta, il film di Dibb è sostanzialmente esangue, piuttosto debole.
Indubitabilmente molto ben fatto e preciso sia da un punto di vista tecnico che narrativo, ma poi sostanzialmente simile – per personaggi, temi, ambientazioni – a tanti altri film in costume visti in precedenza.

Affascina sì da un punto di vista prettamente estetico ma non coinvolge emozionalmente, nn riesce a catturare sensi ed emozioni degli spettatori.

L’intero dramma soffre dunque della congenita patologia insita n gran parte dell’atuale produzione di film in costume, e cioè una totale assenza di originalità e di un qualche segno distintivo(rare le eccezioni da questo punto di vista). Dunque una mancanza di personalità a favore di inquadrature sì piacevoli quanto impersonali, interminabili piani sequenza che lasciano un poco il tempo che trovano e temperature praticamente identiche a quelle di un qualunque film in costume.

Presentato come uno dei titoli più attesi della terza edizione del Festival di Roma, purtroppo non si è potuto giovare della presenza della bella Keira Knightley e dell’affascinante Ralph Fiennes .

Accolta senza particolari entusiasmi da parte di critica e pubblico del Festival internazionale del Film di Roma e bocciata senza mezzi termini al Festival di Toronto, la pellicola diretta da Saul Dibb, alle prese con il suo secondo lavoro, è in arrivo sui nostri schermi il giorno della vigilia di Natale.