Passata la sbornia post The Avengers, ecco che la Marvel ci permette di rituffarci immediatamente in uno dei suoi film di punta, che nel progetto Vendicatori è senz’altro di spicco: Iron Man.

Certo, i primi partivano con gli AC/DC, ora si parte con gli Eiffel 65. Ma attenzione, sembra una caduta di stile, e invece è solo la prima trovata geniale.
Tony Stark (Robert Downey Jr.) è ancora scosso dopo l’esperienza avuta con gli Avengers, per la quale ha quasi rischiato di morire. Inoltre, la pace nel mondo sembra non durare mai abbastanza e ora il pericolo più grande è Il Mandarino, un terrorista che spaventa la popolazione mondiale con attacchi a sorpresa, atti ad ottenere il governo della Terra…
Il problema delle trilogie, soprattutto quelle dei supereroi, è sempre stato il terzo film. Inutile negarlo, Spiderman 3 era una sorta di insulto ai primi due splendidi capolavori, come del resto lo era X-Men 3. Solo Christopher Nolan si è salvato, con The Dark Knight Rises, e l’attesa per Iron Man 3 era altissima. Shane Black, che con Downey Jr. aveva già lavorato in Kiss Kiss Bang Bang, non ha tradito le attese, compiendo un’operazione furba e rimanendo a livello dei capitoli precedenti, superando anche il secondo. Innanzitutto l’idea di far riprendere le avventure di Iron Man dalla battaglia con Locki è geniale, perché permette alla narrazione di prendere un respiro più ampio e di inoltrarsi meglio nella psiche di Stark, molto più presente nel film di quanto non lo fosse nei precedenti, in crisi con se stesso, un’operazione che Black ha fatto ispirandosi senz’altro a Nolan, che nell’ultimo Batman aveva lasciato al Cavaliere Oscuro un ruolo marginale, rispetto a Bruce Wayne. Questo non significa che il tono sia lo stesso, anzi, se Iron Man ha avuto successo è stato proprio grazie all’atmosfera leggera da blockbuster (di qualità, ma pur sempre blockbuster) che si respirava, con trovate esilaranti e geniali, espresse alla perfezione da un Robert Downey Jr. che sembra sempre più a suo agio con la tuta rossa e oro addosso, arrogante e supponente come sempre, con il suo carico di ironia sempre pronto ad esplodere. Croce e delizia, perché se è vero che si ride molto, a tratti il film scade in alcune situazioni grottesche e in sequenze che francamente potevano essere tagliate, ma che non stonano comunque in questi 130 minuti che corrono alla velocità della luce, merito di una sceneggiatura ben congeniata e di un perfetto equilibrio tra dialogo e azione, in cui a vincere è la commistione di generi. La perplessità maggiore riguarda il ruolo del Mandarino, interpretato da un Ben Kingsley geniale, ma che prende una piega inattesa, inizialmente deludente, cocente, ma che d’improvviso permette al film di prendere una piega politica interessante, con ragionamenti non scontati per un film sui supereroi. Insomma, Iron Man 3 è meno superficiale di ciò che sembra, diverte e intrattiene, lungi dall’essere un capolavoro resta comunque di gran lunga migliore del secondo capitolo, capace di fare autoironia sulla trasformazione di War Machine (Don Cheadle) in Iron Patriot, che acquisisce comunque un suo significato nell’economia del film più patriottico di tutta la trilogia. Si potrebbe anche obiettare che Shane Black abbia messo troppa carne al fuoco, esagerando con le sue scelte: è Iron Man, se non fosse così, certo che si rimarrebbe delusi. Peccato solo che mancassero gli AC/DC. E se doveste sentire la mancanza di Iron Man, nessun problema: The Avengers 2 non tarderà!
 

Titolo: Iron Man 3
Regista: Shane Black
Attori principali: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Guy Pearce, Jon Favreau, Don Cheadle, Rebecca Hall, Ben Kingsley, Eric Savin
Genere: Azione, supereroi
Durata: 130min
Anno: 2013
Produttore: Kevin Feige
Produttore esecutivo: Jon Favreau, Louis D’Esposito, Charles Newirth, Victoria Alonso, Stephen Broussard, Alan Fine, Stan Lee, Dan Mintz
Casa di produzione: Marvel Studios
Distribuzione: Paramount Pictures
Fotografia: John Toll
Musiche: Bryan Tyler
Montaggio: Jeffrey Ford, A.C.E.