Let’s get positive

Esiste chi sceglie di conformarsi alle regole, di non oltrepassare lo steccato del proprio orto, evitando di mettersi in discussione e chi non smette mai di cercare, di auscultare la propria coscienza a costo di affrontare l’ennesima crisi o di essere creduti folli.

Nella vita di ognuno ci sono momenti in cui bisogna decidersi a considerare se il maledetto bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, ma per chi è abituato a mettersi in discussione, in momenti come questi è facile mandare a monte tutto quanto, determinare una separazione, perdere il lavoro, la casa, perdere la testa. Il lato positivo,ultimo lavoro firmato dal regista/narratore, David O. Russell, tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Matthew Quick (edito da Salani), percorre il dualismo tra ottimismo e negativismo con un protagonista che non poteva essere più opportunamente bipolare. Pat Solano, insegnante presso un istituto scolastico di Philadelphia, trova la moglie Nikki sotto la doccia avvinghiata all’amante. Per averlo pestato a sangue, finisce in un istituto psichiatrico, perdendo tutto quanto. Trascorre otto mesi in terapia e poi, contro il parere dei medici e con una restrizione giudiziaria che gli impone di non avvicinarsi alla moglie né ai luoghi che lei potrebbe frequentare, torna a casa dai genitori, sotto la responsabilità della madre che lo va a prendere in ospedale, firmando il rilascio. Nikki non solo è stata perdonata, ma nella mente di Pat, ha assunto le sembianze dell’anima gemella, l’unica e la sola, la luce in fondo al tunnel, la ragione d’esistere, ma come nella tradizione cavalleresca dell’amor cortese (quello che più si confà all’uomo moderno) il culto della donna che ingentilisce l’animo resta perpetuamente inappagato. Nikki, infatti, è distante, se non assente, l’unico mezzo per consegnarle una lettera, in un mondo privo di Internet come ai tempi di Jane Austen, è sfruttando l’aiuto di Tiffany, una giovanissima vedova triste, malata di sesso, la quale si propone di aiutare Pat se lui, in cambio, diventa il suo partner di ballo. E galeotto fu il ballo.

Nella valutazione di Il lato positivo ammettiamo subito che, in effetti, la sinossi difficilmente sarebbe qualificata ai campionati dell’originalità. Faremo finta di non aver notato gli eccessivi spot subliminali di arcinoti brand che la pellicola inserisce nella linea dialoghi tipico dei film realizzati negli ultimi 20 anni, con una mano sul cuore e l’altra al portafoglio e nemmeno tutte le accortezze a tavolino utilizzate da una parte per rendere omaggio a tutta una serie di film, i vari Harry ti presento Sally, Pulp Fiction, Lost in Translation, Dirty Dancing, Shall We Dance e la signora di tutte le commedie romantiche Colazione da Tiffany, dall’altra per interpretare la commedia romantica in chiave virile, al fine di assicurarsi un pubblico il più ampio possibile, non solo le schiere di donne palpitanti, ma anche i loro compagni che non potranno non apprezzare l’irascibilità a fin di bene, le lezioni sullo sport, l’ennesimo confronto con Hemingway. Ciò detto, David O. Russell scrive e dirige un film di alta qualità, una commedia intelligente che non scade mai nel sentimentalismo, con due protagonisti perfettamente affiatati (che rivedremo presto in Serena di Susan Bier). Bradley Cooper, molto bravo nella caratterizzazione del personaggio, rappresenta l’uomo contemporaneo disperatamente impegnato a trovare la giusta misura, che distribuisce pugni e carezze a chi se le merita, in un mondo così imperfetto dal quale pretende ormai soltanto il lieto fine. Jennifer Lawrence è la donna ideale, sessualmente disponibile ma in maniera consapevole, fragile e allo stesso tempo tosta, beve birra dalla bottiglia, conosce lo storico del campionato di football, è sboccata e piccante senza essere volgare, turbinosamente sexy, in ogni sguardo, inclinazione del viso, movimento di bacino. La coppia di attori ha preso lezioni di ballo insieme qualche tempo prima di iniziare le riprese, riuscendo a creare un’alchimia speciale che è un valore aggiunto a scene dal sapore già ampiamente cinematografico. I dialoghi sono moderni e guizzanti. Robert De Niro ossessionato dalla scaramanzia è imperdibile e torna a essere, dopo tanto tempo, affatto ridicolo, al fianco di una straordinaria Jacki Weaver. Il ritmo è scattante, anche grazie a una trascinante colonna sonora. La confezione, nel complesso, decisamente piacevole. Il pregio, infatti, è di raccontare una storia contemporanea sull’urgenza di arrendersi inermi all’amore, senza ritegno né paura, seguendo il percorso indicato dal nostro cuore, in un contesto di basso profilo, nel quale rientra la crisi, la disoccupazione, il senso di fallimento, l’impresa di mantenere unita una famiglia. Non è una visione neorealista, ma nemmeno ne ha l’intenzione, se mai al contrario, si rivolge ai coetanei dei protagonisti con l’intenzione di distrarli, incitandoli a non mollare, a non smetter mai di sognare, anche trovandosi di fronte a una generazione derubata dei sogni, affaticata ancora prima di mettersi a correre, periodicamente senza lavoro, senza una casa propria, composta di giovani che spremono le relazioni finché riescono a cavarne benessere, poi le sostituiscono, ai quali non rimane che l’amore e la necessità di guardare sempre e solo il lato positivo delle cose. E tutto ciò è di grande sollievo.

Voto: 7
Titolo: Il lato positivo (Silver Linings Playbook)
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: David O. Russell
Attori: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Jackie Weaver, Anupam Kehr, Chris Tucker, Julia Stiles, Shea Whigham
Fotografia: Masanobu Takayanagi
Scenografia: Judy Becker
Costumi: Mark Bridges
Musiche: Danny Elfman
Music Supervisor: Sue Jacobs
Coreografie: Mandy Moore
Montaggio: Jay Cassidy
Produttore: Donna Gigliotti, Bruce Cohen, Jonathan Gordon
Produttori esecutivi: Bradley Cooper, George Parra, Bob Weinstein, Harvey Weinstein
Produzione: The Weinstein Company, Mirage Enterpreises
Distribuzione: Eagle Pictures
Paese: USA 2012
Genere: Commedia romantica
Durata: 117’
Uscita in sala: giovedì 7 marzo 2013