Aladeen, l’innocuo tiranno

Sbarca nuovamente sul suolo americano l’estremo travestitismo di Sacha Baron Cohen e, rispetto a Borat e Brüno, il livello di comicità si alza.

Haffaz Aladeen è il dispotico dittatore, ma profondamente idiota, dell’immaginario stato di Wadiya. Personaggio ostile e incarnazione antidemocratica, Aladeen è invitato dalle Nazioni Unite a dimettersi e instaurare un governo civile. Però l’inconveniente è perennemente dietro l’angolo. Difatti arrivato a Manhattan viene sostituito da un sosia, che comandato come una marionetta, stravolgerà il suo Impero. Nel mentre Aladeen sarà costretto a vagare per New York, luogo nel quale scoprirà i valori della democrazia.

Pellicola Baron Cohen-centrica, Il dittatore è la rappresentazione dello spauracchio statunitense, incarna tutti gli elementi peculiari di una dittatura militare e l’ispirazione a Saddam Hussein (per l’atteggiamento), Ahmadinejad (per l’antisemitismo) e Bin Laden (per la barba) è talmente evidente da far pensare a uno scimmiottamento surreale. Difatti Aladeen è refrattario a qualsiasi opinione avversa, è patito delle pene capitali, è un collezionista di belle donne nel letto, nelle polaroid e nell’esercito, adora le armi chimiche, recita nei suoi film e vince alle sue Olimpiadi. Naturalmente tutto questo è declinato e funzionale alla risata di basso livello e Baron Cohen non fa nulla per evitarla, utilizzando svariate volte anche espedienti eccessivamente volgari. Eppure, pur non allontanandosi molto dall’irriverente comicità di Borat e Brüno, Il dittatore dimostra di avere una costruzione narrativa apprezzabile sotto alcuni punti di vista. Infatti il comico cerca di esorcizzare definitivamente lo spauracchio terroristico, lo demolisce, lo normalizza e lo rende innocuo, esasperandone alcuni aspetti, ma mantenendo in sottofondo un’efficace costruzione del riso. E allora ecco che si fanno spazio diverse sequenze indimenticabili e disparate chicche stilistiche, che si notano, difficilmente, a occhio nudo (ad esempio la colonna sonora è interamente composta da brani pop, ma reinterpretati in lingua wadiyana).

Baron Cohen (sempre in coppia con il regista Larry Charles) si risolleva dal baratro del flop e la sua comicità ritorna a essere potenzialmente irriverente ed esplosiva. Niente a che vedere con l’ironia, culturalmente surreale, di Peter Sellers in Hollywood Party o con lo slapstick del suo personaggio Closeau, ma nonostante tutto la critica antiamericana passa e non tira decisamente il freno. Difatti Cohen smonta il modello democratico statunitense, lo critica aspramente mettendolo a confronto con la dittatura e ne rivela tutte le falle strutturali. Naturalmente tutto questo è condito da islamici buoni e fraintesi, da capitalismo imperante e facili guadagni petroliferi.

Politicamente scorretto e volutamente irriverente, Il dittatore centra il bersaglio e, a causa di una naturale evoluzione storica, i baffetti di Hitler (Il grande dittatore) si trasformano nella lunga e folta barba sacra appiccicata sul viso di Baron Cohen. Ovviamente il confronto tra i due film (e i due personaggi) è impensabile e improprio e neppure il periodo storico-cinematografico, completamente differente, permette un’accettabile paragone; eppure superficialmente le due pellicole mettono a nudo e in ridicolo i rispettivi e dispotici tiranni e lo fanno provocando sorrisi sugli spettatori.

Il dittatore supera il limite, è aggressivamente sfacciato e aderisce compiutamente ai canoni comici costruiti a tavolino dall’attore protagonista; ma, a differenza delle precedenti opere, pur immerso nella sua volgarità, si fa apprezzare e le risate sono decisamente copiose. Dopotutto Baron Cohen è estremo e spregiudicato e, costruendo esclusivamente la sua carriera su questi due aggettivi, difficilmente fagocita e abbraccia una vasta fetta di pubblico. Di conseguenza non bisogna preoccuparsi: chi non ha mai adorato fino in fondo il suo sguardo non cambierà idea guardando questa pellicola.

Titolo originale: The Dictator
Regista: Larry Charles
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Alec Berg, David Mandel, Jeff Shaffer
Attori principali: Sacha Baron Cohen, Anna Faris, Ben Kingsley, Jason Mantzoukas, John C. Reilly
Fotografia: Lawrence Sher
Montaggio: Greg Hayden, Eric Kissack
Musiche: Erran Baron Cohen
Prodotto da Four by Two Films
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: Commedia
Durata: 83’