Dal 17 ottobre arriva in Italia il film Giovani Ribelli, un thriller addolcito da poesia e sentimento. Una bella storia per prendere coscienza di se stessi.

La storia vera dei poeti della “beat generation”
di Sabrina De Feudis

Giovani Ribelli – Kill your Darlings è uno di quei film, a cui non sei preparato, uno di quei film che riesce a inchiodarti alla sedia per 103 minuti. Il regista, John Krokidas, porta in scena un film dal basso costo, ma dal grande impatto emotivo. Il film sarà nelle sale dal prossimo 17 ottobre, dopo il successo riscosso al 70° Festival di Venezia, vincendo il premio internazionale delle giornate degli autori, è pronto a conquistare il pubblico italiano.

John Krokidas porta in scena la vera storia mai raccontata di quattro giovani studenti della Columbia University, nell’America del 1944, che ispirati dall’esempio di Walt Whitman e della “setta dei poeti estinti”, sfideranno le rigide regole della più potente università americana, finendo per diventare a loro volta ispirazione per le generazioni successive. Ginsberg, Kerouac, Burroughs questi sono i nomi diventati icone, pietre di paragone per un movimento che ha riscritto le regole della letteratura americana, gettato le basi per cambiamenti sismici nella cultura popolare e giovanile e ha reso la ricerca dell’estasi visionaria una sorta di sacramento collettivo. Questi sono i poeti della beat generation.

Il personaggio centrale del film è quello di Allen Ginsberg, interpretato da un ottimo: Daniel Radcliffe. L’attore di Harry Potter stupisce lo spettatore per la profondità e la perfezione interpretativa che regala al proprio personaggio.

La vita di Allen, giovane ebreo insicuro di Peterson, nel New Jersey, cambierà una volta arrivato alla Columbia University. L’incontro con il collega di facoltà, Lucien Carr, che gli metterà in testa l’idea di fare lo scrittore, lo condurrà in una complicata ricerca di se stesso, lo spingerà nei meandri più veri dell’amore. Ginsberg finirà per innamorarsi del carismatico Carr. Quest’amicizia diventerà pericolosa al punto tale che David Kammerer, compagno e guida del giovane Lucien, perderà la vita. In questo omicidio resteranno coinvolti, a vario titolo, i tre poeti: Ginsberg, Kerouac e Burroughs.

Al centro di questo film c’è l’ispirazione di sapere che si può fare qualcosa di importante con la propria vita, ma anche il dramma e il conflitto a cui bisogna sottoporsi per diventare se stessi. Il fil rouge che accompagna elegantemente la pellicola è: la poesia, la rinascita e la voglia di poter cambiare.

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Krokidas e Salles: due facce della stessa medaglia
di Andrea Ussia

Opera prima, che coglie la generazione beat prima che quest’ultima divenga un movimento. Tuttavia “coglie” non è il verbo adatto.

Columbia University, 1944. Allen Ginsberg entra all’università con una borsa di studio e qui conosce Lucien Carr, giovane benestante dalle particolari amicizie. Colpito dal pensiero rivoluzionario di Allen, Lucien conduce quest’ultimo nel cuore oscuro di Manhattan, dove conoscerà (nell’appartamento di David Kammerer, bidello col talento della scrittura) William Burroughs e Jack Kerouac.

Chiunque abbia visto On the Road di Salles non ne è rimasto piacevolmente colpito. Piatta e convenzionale, la pellicola del regista brasiliano, presentata a Cannes 65, aveva provato a riordinare le idee e costruire una storia lineare proprio laddove una vicenda chiara (dal punto di vista narrativo) non esisteva. Kerouac con il suo “romanzo” aveva infranto gli schemi prestabiliti. Aveva “ucciso i propri cari” e aperto la strada alla beat generation. Questa rivoluzione Salles non l’ha colta o, più probabilmente, l’ha fatta propria e l’ha appiattita in una costruzione cinematografica semplicistica, rendendo On the Road un errante viaggio mainstream, nel quale droghe, party e alcool sono i reali protagonisti, sacrificandone la creatività e l’anticonvenzionalità degli anni cinquanta e dei suoi “eroi”.

A cosa serve questa introduzione? A collocare Giovani Ribelli – Kill your Darlings (opera prima del regista John Krokidas) nel medesimo status di genere. Difatti la pellicola è figlia della convenzionalità registica e narrativa, della quale ha abusato Salles. Krokidas si sposta alla fine della Seconda Guerra Mondiale e ci mostra il giovane Ginsberg (figlio di un poeta e di una madre affetta da disturbi mentali) e i suoi compagni di merende Lucien Carr, William Burroughs e Jack Kerouac, immersi in un noir d’altri tempi, scandito ritmicamente dal jazz e da viaggi lisergici in opprimenti camere universitarie. La storia è vera (e tratta dal libro E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, inedito per 60 anni), ma si rivela un mero pretesto per fotografare i fondatori del movimento beat in età adolescenziale, attraversati da una viscerale volontà di cambiare il mondo.

Eccessivamente legato a doppio filo a L’attimo fuggente di Peter Weir (sono tutti “figli” di Whitman), Giovani ribelli – Kill your Darlings non riesce a restituire lo spirito di rottura della fine degli anni 40, nei quali squarciare gli schemi prestabiliti (e abilmente preconfezionati) era il pane della vita. Il prodotto di Krokidas procede a singhiozzo tra imperante omosessualità, superficiale creatività e banalità narrativa, faticando nella costruzione caratteriale dei protagonisti, giovani rivoluzionari che inseguono una “nuova visione”.

Titolo: Giovani Ribelli-Kill Your Darlings
Regista: John Krokidas
Attori principali: Daniel Radcliffe, Dane DeHann, Michael C. Hall, Ben Foster, Jack Huston, David Cross, Elizabeth Olsen, Jennifer Jason Leigh
Genere: Thriller
Durata: 103 minuti
Sceneggiatura: Austin Bunn, John Krokidas
Distribuzione: Notorious Pictures