Il male non fa poi così paura

Il cinema indipendente italiano si lancia nel progetto horror Evil things – Cose cattive, un film che nasce sul web e lì sfocia, con una distribuzione on demand dal 30 gennaio, e una produzione firmata dalla neonata Inside di Luca Argentero.

Il blog Evil things è esistito davvero – è rimasto online sei mesi per essere poi riconvertito nel sito ufficiale del film – in modo da creare contenuti originali che contribuissero alla sceneggiatura di Evil things – Cose cattive, per la regia del già attore di fiction Simone Gandolfo e interamente prodotto con fondi privati (accanto alla Inside di Luca Argentero, una piccola cordata di finanziatori non strettamente competenti in materia di cinema, ma innamorati del progetto). Il risultato di questa osservazione reale è un’ispirazione molto fedele al mondo del web e alle patologie che intorno a esso la società contemporanea e in particolare le giovani generazioni hanno sviluppato. Un punto di forza non indifferente, anche se non originalissimo, che produce all’interno del film immagini di quotidianità familiare (in ogni parte del mondo, individui incollati a smartphone, tablet e ogni sorta di tecnologia fissa o mobile), spalmate in un tessuto iconografico affatto rassicurante, quello appunto tecnicamente horror, che costituisce la struttura portante dell’opera.

La storia è credibile. Un blog amministrato da un misterioso Master incita gli utenti a postare testi o video che testimonino le cose più cattive che sono in grado di fare. Addirittura indice un contest con tanto di finale e premio in palio. I sadici che seguono il blog si danno alla pazza gioia (proponendo gesti tristemente verosimili) ma solo quattro (due ragazzi e due ragazze) arrivano all’ambita finale, e alla reale prospettiva di raggiungere il successo in rete (altro dato quantomai contemporaneo, se si pensa alle nuove forme di narcisismo e sociopatia attivate dai social network). Sono appunto i quattro finalisti i protagonisti del film, che dovranno raggiungere un casale sperduto per scontrarsi all’ultimo sangue (è proprio il caso di dirlo) e vincere il premio. Strano che nessuno dei concorrenti si domandi perché il Master abbia creato il blog e stia cercando proseliti al suo culto del male. Per lo spettatore la risposta non tarda ad arrivare, ed è forse questa la delusione più cocente del film. Il profilo psicotico di questo personaggio, tormentato – come si sa dal principio – dal pensiero dell’apocalisse e dalla penitenza che precorre la salvezza, è un cliché abusato nella cinematografia di genere e nelle serie tv in voga da un decennio a questa parte, e non stupisce più nessuno a meno che non se ne approfondiscano esteticamente ed eticamente i vortici interiori, cosa che qui accade poco, e dispiace. Anche i quattro adolescenti “ospiti” del suo incubo, potenzialmente eccellenti esemplificazioni di alcune dolorose tare adolescenziali (il bullo razzista, la bella ninfomane, il nerd intelligente e presuntuoso, la dark autolesionista) sembrano abbandonati a loro stessi da una sceneggiatura che non chiarisce le origini delle loro attitudini, le sofferenze che patiscono, le perversioni che li portano a riscattarsi attraverso la rete. Uno sforzo in più è investito sul personaggio di Nina, il principale dei quattro, il meglio tornito per il ruolo che ha all’interno del cruento reality e sostenuto da una prova attoriale convincente (la giovane Marta Gastini sembra infatti nata per vestire i panni che le sono assegnati, forte di un’espressività facciale notevole, che le giova). In sintesi, una sceneggiatura debole – accompagnata da una recitazione sottotono e troppo spesso insipida – è forse l’elemento che meno si perdona a un film che può contare su punti di forza interessanti, come la fotografia, il montaggio, la direzione nel suo insieme, e una colonna sonora che rimane in testa e che si va a cercare subito in rete, appunto. D’altra parte, riesce nell’intento imprevisto di mettere a fuoco con lucidità i limiti e le potenzialità del mezzo telematico, e soprattutto l’abuso che gli adolescenti ne fanno, con tutte le conseguenze nefaste del caso.

 

Titolo originale: Evil things
Regista: Simone Gandolfo
Attori principali: Marta Gastini, Pietro Ragusa, Aaron Jeorge Reg Moss, Nicola Sorrenti, Jennifer Mischiati
Sceneggiatura: Simone Gandolfo, Deborah Alessi
Fotografia: Ezio Gamba
Montaggio: Chiara Horn
Musiche: Matteo Curallo, Violante Placido (voce tema originale)
Prodotto da: Inside
Production
Genere: horror
Durata: 90′
Anno: 2012
Data di uscita: 30 gennaio 2013